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venerdì, Marzo 29, 2024
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L’Italia ha fiducia nei Medici. Parola di Censis.

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Filippo Anelli (Fnomceo): “Rapporto Censis, in sanità ancora troppe diseguaglianze. Altissima la fiducia nei medici”.

“Il nuovo rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, presentato questa mattina a Roma, fotografa ancora una volta una sanità diseguale, dove il Servizio Sanitario Nazionale non riesce a rispondere alle domande di salute proprio laddove, per condizioni sociali ed economiche, ce ne sarebbe più bisogno. Fotografa, d’altra parte, un servizio Sanitario Nazionale che si regge sulla Relazione di cura, sul rapporto di fiducia tra medici e pazienti. Altissima si riconferma infatti la fiducia nei medici di famiglia (82,3%) e nei medici specialisti (91%)”.

Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli commenta i capitoli relativi alla sanità del 53° Rapporto Censis.

Il rapportarsi degli italiani con la sanità, secondo il Censis, ‘è sempre più improntato a una logica combinatoria: per avere ciò di cui hanno bisogno per la propria salute, si rivolgono sia al Servizio sanitario nazionale, sia a operatori e strutture private, a pagamento. Nell’ultimo anno il 62% degli italiani che ha svolto almeno una prestazione nel pubblico ne ha fatta anche almeno una nella sanità a pagamento: il 56,7% di chi ha un reddito basso e il 68,9% di chi ha un reddito di oltre 50.000 euro annui. Nell’ultimo anno su 100 prestazioni rientranti nei Livelli essenziali di assistenza che i cittadini hanno provato a prenotare nel pubblico, 27,9 sono transitate nella sanità a pagamento. Marcate le differenze territoriali: il 22,6% nel Nord-Ovest, il 20,7% nel Nord-Est, il 31,6% nel Centro, il 33,2% al Sud. Forte è la pressione della spesa sanitaria privata: per l’81,5% degli italiani pesa molto o abbastanza sul bilancio familiare (il 77,8% di chi risiede nel Nord-Ovest, il 76,5% nel Nord-Est, l’82,5% nel Centro, l’86,2% al Sud)’.

“Sono proprio queste differenze, per cui è al Sud che più ci si rivolge alla sanità privata, a svelare le diseguaglianze nell’accesso alle cure – spiega Anelli -. La sanità privata vicaria il Servizio Sanitario nazionale laddove sono più marcate le carenze organizzative e strutturali, dove più lunghe sono le liste d’attesa. E ciò è tanto più ingiusto perché sono proprio i cittadini delle Regioni più in difficoltà, e quindi in condizioni economiche meno agiate, a dover pagare di tasca propria le prestazioni. Come ben spiegato nel Rapporto: sono i numeri di una marcata differenziazione territoriale nell’accesso al Servizio Sanitario e ai Lea che mina alle fondamenta la promessa di una sanità uguale per tutti”.

“Il dato per cui 9 italiani su dieci si fidano del medico, d’altra parte, ci conforta e rincuora – conclude -. È una fiducia che si basa sul riconoscimento delle capacità del medico di individuare le cure migliori in autonomia, libertà e responsabilità e in applicazione delle competenze che gli derivano dai percorsi formativi e che lo Stato gli delega”.

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