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giovedì, Marzo 28, 2024
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Formazione del medico: no all’abolizione del numero chiuso senza vere regole!

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Formazione del medico: no all'abolizione del numero chiuso senza vere regole!

La presa di posizione della Fnomceo 

Mettere in atto una corretta programmazione per garantire a ogni medico che si laurea una borsa di specializzazione o di formazione in Medicina generale; modificare i test di accesso, rendendoli più mirati alle materie di studio, e calibrandoli su argomenti ai quali gli studenti si siano già approcciati durante gli ultimi anni delle superiori; promuovere il recupero delle borse di studio abbandonate durante il percorso formativo.

No, invece, all’abolizione tout court del numero chiuso, che non farebbe che ingrossare all’inverosimile l’’imbuto formativo’, che già oggi imprigiona 10 mila giovani medici, a cui è negata la prosecuzione della formazione post-laurea, in una situazione di “limbo” fatta di sostituzioni di Medicina generale e di continuità assistenziale, che non permettono progressione di carriera e certezze nell’assunzione, dal momento che in assenza di un titolo specialistico, si è “condannati” a non partecipare ai concorsi pubblici. E no anche allo slittamento dello sbarramento dopo il primo anno, misura che non farebbe altro che illudere i giovani.

È questo, in estrema sintesi, il senso dell’Audizione di oggi della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) presso la Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, su alcune proposte di Legge che si propongono di regolare l’accesso ai corsi universitari.

A presentare la ‘ricetta’ della Fnomceo per la formazione del Medico sono stati il Vicepresidente Giovanni Leoni, il presidente della Commissione Albo Odontoiatri Raffaele Iandolo e il Direttore Generale, Enrico De Pascale. In allegato, il testo depositato.

“La FNOMCeO ritiene che sia necessario costruire, insieme al Parlamento e al Governo, un rinnovamento a tutto tondo della formazione del Medico – ha esordito Leoni -. L’abolizione tout court del numero programmato per l’accesso alle facoltà di Medicina senza un congruo aumento delle borse di specializzazione sarebbe un boomerang. Infatti, i giovani laureati in medicina che non entreranno nelle scuole di specializzazione dovranno per forza di cose cercare lavoro all’estero, o rimanere inoccupati”.

“Questa Federazione, pertanto, ritiene che il problema della carenza dei medici non si risolva abolendo il numero programmato, ma aumentando drasticamente il numero dei posti nelle scuole di specializzazione – ha continuato -. Bisogna, infatti, garantire a chi arriva a laurearsi di poter completare il suo percorso formativo, accedendo in automatico alla specializzazione. I posti per la formazione specialistica dei medici dovrebbero essere determinati dalle reali necessità assistenziali e tenendo conto dei pensionamenti, assicurando quindi un’armonizzazione tra posti nei corsi di laurea e posti nei corsi di specializzazione. Occorre nell’immediato, raddoppiare ulteriormente il numero delle borse per la Medicina Generale e per le Scuole di specializzazione; è necessario tamponare l’emorragia di “borse perse”, dovute all’abbandono del percorso da parte dei vincitori; si possono ipotizzare soluzioni come la contrattualizzazione degli specializzandi dell’ultimo anno, in modo da liberare risorse, oltre a far fronte alla carenza di personale”.

“Tutte queste misure non sono però sufficienti – ha argomentato -: è imprescindibile una programmazione efficace per cui a ogni laurea corrisponda una borsa di specializzazione o di formazione in medicina generale, superando l’attuale sistema di selezione in modo che tutti gli studenti che entrano nel percorso ne possano uscire con un diploma di formazione post-laurea”.

“Per quanto riguarda l’accesso, i test d’ingresso dovrebbero essere più mirati alle materie di studio, e calibrati su argomenti ai quali gli studenti si siano già approcciati durante gli ultimi anni delle superiori – ha osservato sempre Leoni – Insieme al Miur abbiamo già attivato un percorso di orientamento professionale verso le facoltà di Medicina, una sperimentazione in alcune scuole italiane che sta dando buoni risultati. Questa potrebbe essere una via: consentire che i ragazzi possano prepararsi, sin dagli ultimi anni delle superiori, su un programma preciso, in modo da poterli poi valutare su ciò che hanno studiato, tenendo conto in questa valutazione anche dei crediti acquisiti in questo percorso. Questo peraltro permetterebbe ai giovani di capire se sono veramente tagliati per le nostre facoltà, e quindi di scegliere consapevolmente senza sprecare poi il primo anno di università”.

“Con riferimento alla facoltà di Odontoiatria e Protesi dentaria, che è già di per sé un percorso specialistico – che non richiede ai fini dell’esercizio professionale ulteriori specializzazioni – l’abolizione dell’accesso programmato avrebbe comunque effetti non positivi – ha aggiunto il presidente della Commissione Albo Odontoiatri, Raffaele Iandolo -. L’eventuale soppressione del test di ingresso, sostituendolo con uno sbarramento alla fine del primo anno, secondo il cosiddetto modello “francese”, porterebbe ad  un mero slittamento della selezione, che illuderebbe migliaia di giovani e, senza correttivi, farebbe loro perdere un anno di studio. Senza contare le difficoltà organizzative, strutturali e anche economiche delle nostre facoltà, che oggi non sono pronte ad accogliere una tale massa di matricole”.

 

Leoni ha poi presentato ai Deputati la Mozione sulla Formazione approvata dal Consiglio Nazionale dellaFnomceo il 16 novembre 2019.

“Questa Federazione – ha concluso – chiede di promuovere il recupero delle borse di studio abbandonate durante il percorso formativo e di rimettere a bando i posti liberati e/o occuparli mediante lo scorrimento delle graduatorie”.

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