Nel caso delle aggressioni ai medici di Udine, ci sarebbero omissioni legislative contro gli aggressori e responsabilità delle strutture nella sicurezza dell’ospedale.
Aggressione Medici ad Udine: “ci sono forti responsabiltà delle strutture sanitarie perchè non applicano le attuali normative sulla sicurezza nel lavoro e omissioni legislative sull’applicazione della nuova legge contro la violenza sui medici approvata poco prima della pandemia”.
Queste due delle riflessioni dibattute nel corso della V puntata della trasmissione televisiva “La nostra Sanità” su Fimmglazio tv, andata in onda ieri sera, dove si è parlato dell’aggressione di due dottoresse in un presidio di guardia medica a UDINE.
Nel corso del dibattito con esperti, a cui hanno partecipato il presidente dell’Omceo di Udine Gian Luigi Tiberio e l’Avv Olindo Cazzolla esperto in giurisdizione sanitaria, si e’ discusso come, se da un lato le strutture sanitarie non applicano la normativa sulla sicurezza degli operatori , con infrazione al D.LGS. 81/2008 (rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro art. 437 c.p.), dall’altro non è stata applicata la legge prevista contro la violenza sui medici , nel caso specifico di Udine i responsabili dell’aggressione sono stati identificati e rimessi in libertà mentre le attuali normative prevedono che ci sia una procedibilità d’ufficio e l’arresto dei responsabili che potenzialmente potrebbero reiterare un reato e quindi trattenuti.
Ma non solo, andrebbero identificate le situazioni a rischio e messe in sicurezza, e la magistratura, quando si verificano questi incidenti, dovrebbe procedere sì d’ufficio contro i responsabili, ma anche contro chi non ha messo i sanitari colpiti nelle condizioni di sicurezza ottimali, i presidi di continuità assistenziale, sono altamente a rischio perchè inadatti dal punto di vista della sicurezza, in quanto come ubicazione e poco protetti.