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18 Nov 2025, Mar

Medici e infermieri in crisi profonda: uno su tre combatte con depressione e pensieri suicidari.

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Crisi di salute mentale tra operatori sanitari in Europa: un allarme che non può più essere ignorato.

In Europa, la salute mentale di medici e infermieri sta attraversando un momento di crisi senza precedenti. Secondo il rapporto “Healing Hands – Hurting Minds” dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) Europa, pubblicato in occasione della Giornata mondiale della salute mentale 2025, uno su tre operatori sanitari soffre di depressione o ansia, mentre oltre il 10% ha pensato al suicidio o a farsi del male nelle ultime settimane. Questi dati sconvolgenti sottolineano la gravità di un problema che mette in discussione la resilienza dei sistemi sanitari europei e richiede interventi urgenti e strutturali.

Un’indagine senza precedenti sulla salute mentale degli operatori sanitari europei

Il rapporto si basa su una vasta raccolta di oltre 90.000 risposte provenienti da 29 Paesi, tra i quali i 27 Paesi dell’Unione Europea più Islanda e Norvegia. La ricerca, condotta tra ottobre 2024 e aprile 2025, ha coinvolto associazioni di medici e infermieri e le loro filiali nazionali, offrendo un quadro dettagliato e drammatico della condizione di chi si occupa della nostra salute.

Dati inquietanti: il peso di un sistema sotto pressione

I risultati evidenziano un quadro di sofferenza diffusa tra il personale sanitario europeo, messo sotto pressione da diversi fattori:

  • Carichi di lavoro insostenibili: un quarto dei medici lavora oltre 50 ore a settimana. La cultura dell’eccessivo impegno senza pause è ancora molto radicata.
  • Contratti precari: circa un terzo degli operatori sanitari è assunto con contratti temporanei, alimentando ansia e insicurezza.
  • Violenza e molestie: il 10% degli intervistati ha subito violenze fisiche o molestie sessuali sul posto di lavoro, un fenomeno che resta ancora troppo sottovalutato.
  • Bullismo e minacce: più di un medico o infermiere su cinque ha riferito di aver subito episodi di bullismo o minacce, contribuendo ad un clima di insicurezza.

Il problema più allarmante riguarda i pensieri suicidari: il 10% degli operatori sanitari ha dichiarato di aver pensato di “stare meglio morto” o di “farsi del male” nelle ultime due settimane, dati che rappresentano un rischio concreto di comportamenti autolesionisti e di abbandono della professione.

Impatto diretto sulle cure e sul sistema sanitario

Le condizioni di sofferenza, stress e burnout che affliggono medici e infermieri non sono solo un problema individuale, ma minacciano tutta la rete di assistenza sanitaria. La perdita di personale attiva, stimata dall’OMS in quasi un milione di operatori in meno entro il 2030, rischia di compromettere la qualità delle cure, allungando i tempi di attesa e aumentando il rischio di errori medici.

Inoltre, molti operatori con sintomi depressivi o ansiosi ricorrono a congedi medici o pensano di lasciare definitivamente il loro ruolo, aggravando ulteriormente la già critica carenza di personale.

Le cause della crisi: un sistema che affatica chi cura

Numerosi fattori contribuiscono al deterioramento della salute mentale del personale sanitario:

  • Turni massacranti e lavori notturni ripetuti.
  • Violenza sia fisica che psicologica, spesso ignorata o sottovalutata.
  • Contratti temporanei e precarietà, che generano insicurezza economica e professionale.
  • Mancanza di supporto istituzionale, con le istituzioni sanitarie poco attente al benessere del personale.

Le proposte dell’OMS: interventi urgenti per salvare chi cura

Il rapporto “Healing Hands – Hurting Minds” propone sette misure fondamentali per invertire questa tendenza letale:

  1. Tolleranza zero verso ogni forma di violenza e molestia.
  2. Pianificazione flessibile dei turni e gestione equa degli straordinari.
  3. Riduzione dei carichi di lavoro con strumenti digitali e intelligenza artificiale.
  4. Formazione e responsabilizzazione dei leader sanitari su benessere e sicurezza.
  5. Accesso a supporto di salute mentale confidenziale e privo di stigma.
  6. Monitoraggio continuo del benessere psicologico del personale.
  7. Investimenti strutturali per migliorare le condizioni lavorative e i turni.

Hans Kluge, direttore regionale OMS Europa, sottolinea che questa crisi rappresenta una vera e propria “minaccia sistemica” alla sanità pubblica europea, poiché il benessere degli operatori sanitari è alla base di sistemi di cura resilienti e di qualità.

Conclusione: un appello alla responsabilità collettiva

La crescente crisi di salute mentale tra medici e infermieri europei richiede un impegno immediato da parte delle istituzioni, delle aziende sanitarie e della società civile. Per garantire cure sicure e di qualità, è imprescindibile tutelare chi, ogni giorno, si prende cura degli altri. La salute mentale degli operatori sanitari non può più essere considerata un dettaglio: è il cuore pulsante di qualsiasi sistema di assistenza efficace e sostenibile.

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