Mancano Infermieri e Medici: Cittadini e Associazioni in corteo.
Mancano 10.000 fra medici e infermieri ed i cittadini dicono basta. A Verona si svolgerà un corteo con le associazioni per difendere la sanità pubblica.
L’evento è promosso dalle numerose realtà e associazioni che compongono il comitato veneto della rete nazionale “La via maestra. Insieme per la Costituzione”, di cui fanno parte le strutture regionali di Cgil, Auser, Federconsumatori, Sunia, Co.Ve.Sap., Anpi, Libera, Legambiente, Arci, Acli, Associazione Proteo, Rete degli studenti medi.
«Saremo in piazza, speriamo in molti, per difendere la sanità che, anche nella nostra Regione, vede carenze a partire dal personale, difficoltà rispetto alle liste d’attesa e una crescita della privatizzazione», evidenzia Tiziana Basso, segretaria generale della Cgil del Veneto. «Purtroppo le persone sono infatti spesso costrette a rivolgersi a soggetti privati per vedere garantito il loro diritto alla salute. Questo costringe molti a non curarsi, mentre va garantito l’accesso universale ai servizi di salute pubblica, come pure la prevenzione nei luoghi di lavoro, dove va invertita la tendenza degli infortuni mortali ma anche delle malattie professionali che stanno aumentando fortemente».
I numeri parlano chiaro, come fa presente Maria Pina Rizzo, referente di CoVeSap, Coordinamento veneto di sanità pubblica.
«In Veneto, nel 2021, si è registrata una carenza di personale di 3.500 medici ospedalieri, tra i 4 e i 500 medici di medicina generale e 6 mila infermieri. Se in Italia fino a tre anni fa c’erano 2,11 medici per ogni mille abitanti, in Veneto, dal 2010 al 2023, la proporzione è stata di 1,84 ogni mille abitanti, la percentuale più bassa insieme alla Campania, con un numero totale dei medici diminuito di 170 unità», riferisce.
«Nel 2023, inoltre, si è assistito a un esodo di massa, con il 67% dei pensionamenti dei medici e il 54% dei pensionamenti degli infermieri inatteso, ossia è avvenuto da parte di persone che hanno abbandonato il lavoro ben prima di avere raggiunto l’età della pensione. Nei Pronto Soccorso ci sono molti medici liberi professionisti, cosiddetti a gettone, che guadagnano in tre giorni una cifra pari allo stipendio medio mensile dei colleghi, il che svalorizza l’impiego», prosegue.
Il tempo assistenziale delle attività territoriale negli ultimi vent’anni è calato di circa il 40%, colpendo in particolare i servizi di salute mentale e i consultori che in Veneto sono passati da uno su 20 mila abitanti a uno su 45 mila abitanti. Il numero dei posti letto per acuti è diminuito da 5,7 per mille abitanti, prima del 2015, a 3,3; i reparti di lungodegenza sono stati chiusi e gli ospedali di comunità annunciati sono solo un terzo di quelli previsti, favorendo l’avanzare della sanità privata visto che, come emerso da due indagini svolte dal Covesap Veneto con i sindacati, «solo il 30% di chi ha chiesto appuntamento per una visita nel 2023 ha ricevuto risposta».
Uno scenario che, inevitabilmente, ha generato il fenomeno sempre più critico delle lunghe liste di attesa, che il Coordinamento Veneto ha cercato di tamponare organizzando i cosiddetti Sportelli per il Diritto alla Cura, in cui i volontari supportano i cittadini e le cittadine per le visite e gli accertamenti, inviando un’istanza ai direttori generali delle Aulss per esigere le prestazioni nei tempi previsti.
L’appuntamento è per il 28 settembre prossimo alle h 10 presso la Stazione di Verona.
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