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giovedì, Marzo 28, 2024
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Enpapi: infermieri denunciano un Ente che non funziona

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Enpapi: infermieri denunciano un Ente che non funziona

Enpapi: disservizi alla base della protesta

Infermieri furiosi con Enpapi: l’ente previdenziale al centro di vicende giudiziarie vede giorno dopo giorno accrescere la protesta degli infermieri liberi professionisti, che denunciano disservizi e malgoverno che ricadono sulle tasche dei lavoratori iscritti.

La protesta è effettivamente esplosa a seguito dell’operazione della finanza che ha portato al centro della cronaca l’Ente previdenziale degli infermieri. Le argomentazioni però che stanno sostenendo questo dissenso riguardano più il presunto malfunzionamento vissuto direttamente dai liberi professionisti.

Secondo quanto denunciato anche attraverso Infermieri liberi professionisti stanchi di Enpapi, il gruppo social nato spontaneamente per raccogliere gli elementi di protesta, i disservizi dovuti ad una possibile malgestione dell’ente non sono pochi e influiscono molto sulla vita dei professionisti.

Una delle accuse maggiormente mosse riguarda l’incertezza sugli importi dovuti: si segnalano infatti diversi casi di continuo ricalcolo sia dell’ammontare totale sia della rateizzazione, con conseguente disagio. Si parla di variazioni anche di migliaia di euro e costringono i liberi professionisti all’impossibilità di organizzare le proprie riserve finanziarie e al ricorso al proprio commercialista svariate volte durante l’anno di esercizio.

Nonostante l’ente si sia efficientemente adeguato di un sistema informatizzato utile a consultare la propria situazione contributiva, tantissime sono le segnalazioni di dati incompleti e mensilità mancanti. Molto spesso è l’ente stesso ad avvisare del mancante.

Una delle recriminazioni più forti riguarda però l’assenza di un sistema di contributo annuale minimo che si basi su un’equa tenuta di conto dei mesi lavorati. Che si sia lavorato una settimana o 365 giorni, il contributo minimo per l’anno è di 1600 euro. Questo svantaggia fortemente coloro che alternano periodi di libera professione a periodi da dipendente. Tutto questo senza tenere conto delle possibilità, anche gravi, che non permettono al libero professionista di lavorare un numero adeguato di ore in un anno.

Alla luce di queste difficoltà, emerge però come l’ente, che vanta un patrimonio di 639 milioni di euro e decine di migliaia di iscritti, non ha un servizio adeguato di accoglienza di reclami e di richieste informazioni. Centinaia di infermieri raccontano come nella loro esperienza il numero verde si sia dimostrato non sufficientemente esauriente e non permetta la messa in contatto con un operatore.

Una bufera che sembra gonfiare sempre di più ma che fortunatamente si sta mantenendo su toni decisi ma civili e che potrebbe essere sfruttata dall’Ente per migliorarsi nelle pecche e ripartire mettendo un punto al passato, recentemente tutt’altro che glorioso.

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