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Come aprire un Ambulatorio Infermieristico: le dieci cose da non trascurare.

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Le dieci cose da non trascurare per aprire un Ambulatorio Infermieristico di successo. Ecco un piccolo vademecum per gli Infermieri Liberi Professionisti.

Scrivevo questo pezzo quando dirigevo un altro quotidiano sanitario, oggi lo ripubblico, riveduto e corretto, su AssoCareNews.it nella speranza di fare cosa gradita per i nostri lettori. Aprire un Ambulatorio Infermieristico in Italia non è facile, anche perché ci sono delle difficoltà oggettive dal punto di vista autorizzato-amministrativo e anche da quello tecnico. Ecco un piccolo Vademecum che può esservi utile.

Innanzitutto per gestire o lavorare in un Ambulatorio Infermieristico occorre essere Liberi Professionisti (ovvero muniti di Partita IVA ed iscritti alla cassa previdenziale ENPAPI). In alternativa, se si lavora part-time nel pubblico si può chiedere l’autorizzazione all’Azienda sanitaria di integrare il vostro reddito con una collaborazione parziale con il suddetto ambulatorio. Solitamente non ci sono problemi per chi lavora nel privato. Essere, tuttavia, autorizzati dal proprio datore di lavoro principale è sempre cosa buona e giusta visti i tempi moderni e i sempre più pressanti controlli da parte dell’Agenzia delle entrate.

Per la realizzazione di questo servizio avevamo ascolta un collega, Infermiere Libero Professionista. Lui gestisce ancora un proprio ambulatorio e ha allargato il suo giro di affari passando dalla Romagna all’intera regione e anche oltre, giungendo fino alle Marche e in Toscana. Lavora in proprio e ha scelto di non aggregarsi ad altri colleghi. Si occupa prevalentemente di Wound Care e di gestire Pazienti con redditi alti ed altissimi.

Aprire un Ambulatorio Infermieristico: fare impresa.

Aprire un Ambulatorio Infermieristico equivale a fare impresa. Ce lo spiega Antonio, il nostro interlocutore: “esistono varie tipologie di A.I.: l’azienda semplice con un solo socio, l’azienda composta con più soci e con unica partita IVA, lo studio associato tra più partite iva, l’azienda vera e propria con le varie tipologie oggi presenti in Italia (Snc, Sas, Spa, Soc.Coop., ecc.). Oggi anno, come si legge in una recente informativa dell’ex-FN IPASVI (oggi FNOPI) si rivolgono agli Infermieri (spesso liberi professionisti) circa 9.000.000 di cittadini italiani o di stranieri in Italia; sono quasi tutti maggiorenti che vivono nel nostro Paese; il dato non è positivo e lo si potrebbe migliorare di tanto”.

La richiesta “spasmodica” di Infermieri sul territorio è ancora sulla carta.

Infatti, la domanda di assistenza infermieristica a domicilio e sul territorio potrebbe interessare:

  1. oltre 3 milioni di utenti non autosufficienti;
  2. quasi 10 milioni con patologie croniche;
  3. quasi 6 milioni di anziani poli-patologici a lungo degenza.

“In totale ci sarebbero 18 milioni di potenziali clienti che per oltre la metà preferiscono ancora rivolgersi al medico o ad altri professionisti della salute o presunti tali – aggiunge Antonio – per pratiche assistenziali che afferiscono all Professione Infermieristica. Per fortuna il Ministero della Salute e il SSN si stanno orientando, d’intesa con le Regioni, verso una assistenza di natura infermieristica istituendo in varie parti d’Italia gli Infermieri di Famiglia e/o di Comunità. Ad oggi non è del tutto compreso e accettato questo ruolo, ma è già un primo punto di partenza”.

Le direttive in merito oggi in voga sono molto chiare:

  • occorre garantire la maggiore efficienza possibile;
  • le dimissioni dagli ospedali devono essere precoci;
  • le prestazioni Infermieristiche possono sostituire in gran parte quella dei Medici, anche se c’è molta resistenza da parte di questi ultimi.

E’ chiaro da tempo che in Italia la popolazione sta invecchiando, ci sono sempre più anziani e sempre più utenti ammalati. Spesso molti di loro sono affetti da più patologie a carico del sistema nervoso, metabolico e cardio-vascolare che portano all’allettamento o alla non piena auto-sufficienza.

Le richieste di assistenza qualificata e di alto livello, tuttavia, sono in aumento.

Da una parte vi è la continua richiesta di assistenza, che si sta cercando di affidare agli Infermieri perché non di prevalenza Medica come dicevamo. Dall’altra parte vi è un aumento della possibile Clientela. Per questo aprire oggi un Ambulatorio Infermieristico può essere conveniente, soprattutto perché siamo in una epoca storica in cui si ha la consapevolezza di essere diventati dei veri professionisti riconosciuti e soprattutto temuti.

Ovviamente è facile a dirsi, un po’ più difficile da realizzarsi. Eppure con un poco di buona volontà si fa tutto.

Diventare Infermiere Libero Professionista.

Non si diventa Infermiere Libero Professionista per caso, ma se si è muniti di una motivazione profonda, al di là delle richieste di mercato. Prima di iniziare, tuttavia, verificate che nella vostra zona ci siano possibili clienti o comunque organizzatevi per procurarveli.

Cosa vi serve per partire?

Ecco le 10 cose da non sottovalutare:

1) la volontà di fare impresa, di mettersi in gioco e di mettersi continuamente in discussione;
2) una innata capacità manageriale, di lavorare in team e di operare a contatto con pazienti potenzialmente sempre diversi e con richieste assistenziali differenti;
3) competenze; acquisite sul campo o provenienti da tirocini e corsi di formazione altamente specializzanti (lavorare in un ambulatorio o al letto del paziente in ambito privato richiede delle conoscenze che purtroppo l’Università non fornisce integralmente durante la Laurea triennale);
4) un capitale proprio (dai 5.000 ai 25.000 euro in base a ciò che si vuole realizzare);

Cosa occorre prevedere.

  • acquistare o affittare una struttura idonea (se non si è già proprietari di immobili);
  • acquistare le attrezzature necessarie (per esempio scrivania, sedie, scaffali, vetrinette, lettino, fonendo, sfigmomanometro, glucometro, saturimetro, termometro digitale, macchina per aspirazione tracheale, centimetro da balia, asta porta flebo, borsa attrezzata per l’assistenza domiciliare ed altro);
  • comprare i presidi medicali e tecnici occorrenti per la gestione delle lesioni cutanee (forbici, materiale per debridement, cura e gestione delle ferite, fasciature, fasce elastiche, medicazioni avanzate, garze sterili e non sterili, disinfettanti, soluzione fisiologica, sondini naso-gastrici, sondini per aspirazione tracheale e per raccolta escreato, cateteri vescicali e sacche di raccolta urine, creme medicali utilizzabili per automedicazione ed altro);
  • dotarsi di materiale per analisi di sangue, urine, escrementi e carica batterica (aghi, sistema sottovuoto per i prelievi, provette, contenitori sterili e non sterili per le urine, contenitori per la raccolta dell’escreato e delle feci, vari tipi di tamponi e via discorrendo);
  • locare o acquistare mezzi di locomozione a seconda delle esigenze assistenziali dei richiedenti le cure (auto, bici, moto ed altro);
  • acquistare un computer e dei software per la gestione della clientela e del magazzino;
  • aprire un sito internet dedicato, dove raccontare le vostre storie di ordinaria e straordinaria assistenza;
  • dotarsi di una APP collegata al sito e affidarsi a servizi di geolocalizzazione per permettere ai vostri Clienti o potenziali Pazienti di raggiungervi con un semplice clic sul cellulare;
  • raccontate la vostra esperienza in maniera professionale sui social-media.

Attenti a non tralasciare le altre cose importanti:

  • una rete di conoscenze e di amicizie (non lo dimenticate, senza la ragnatela dei contatti non andate da nessuna parte; garantitevi prima di iniziare la complicità di centri medici o di colleghi; il passaparola e i consigli degli amici possono rivelarsi molto utili nella fase di lancio della vostra attività imprenditoriale; cercate di stipulare accordi con strutture che si occupano di analisi di laboratorio, di assistenza domicilia, di prelievi, di gestione dei presidi ed altro);
  • un sistema informativo all’avanguardia e in linea con le regole del mercato di nuova generazione; dovete essere social e raggiungere i vostri potenziali clienti direttamente sul loro cellulare o sullo smartphone/tablet dei loro congiunti e care-giver;
  • una buona assicurazione che riesca a coprire un massimale di almeno 5/10 milioni di euro. Soprattutto all’inizio della vostra attività, con poca esperienza, potreste anche involontariamente creare dei danni, per questo mettetevi al sicuro; ovviamente sia la parte civile, sia la parte penale (oggi se si sbaglia è facile essere citati in giudizio dagli interessati o dai loro cari).
  • un collega del vostro stesso livello professionale/esperienziale nel caso di assenze non programmate per malattia o infortuni (garantire la qualità e la continuità dell’assistenza significa fidelizzare la clientela e offrire una tangibile qualità del servizio);
  • una segretaria o un sistema di segreteria informatizzata (ci sono tante aziende che rispondono alle chiamate, prendono i contatti e gestiscono la clientela per voi; i costi non sono esagerati ed è possibile aderirvi con un semplice abbonamento “on line”); non pensate di poter fare tutto da soli, i soldi spesi per un aiuto saranno presto ben ripagati;
  • momenti da dedicare a voi stessi e ai vostri cari (staccare dal lavoro e prendersi qualche ora di tempo per fare sport, uscire con il partner, andare a cena con amici, vedere un film al cinema, seguire un concerto, andare a ballare in discoteca via aiuta a staccare dal lavoro e a recuperare la lucidità e il riposo necessario per la vostra sicurezza e soprattutto per la sicurezza dei vostri assistiti).
Ringraziamo Antonio per la sua disponibilità a parlarci di un mondo spesso sconosciuto per noi Infermieri.

Il Vademecum della Libera Professione Infermieristica.

Per chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento suggeriamo di dare un’occhiata al Vademecum della Libera Professione Infermieristica realizzato dalla FNOPI e da ENPAPI: LINK.

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