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18 Nov 2025, Mar

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Il recente passo legislativo rappresentato dall’approvazione del Ddl Semplificazioni dell’8 ottobre 2025 sancisce ufficialmente l’uso della telemedicina per la certificazione della malattia, equiparando il certificato medico a distanza a quello tradizionale rilasciato in presenza. Questa svolta normativa non rappresenta solo un adeguamento tecnologico, ma una vera e propria trasformazione della pratica sanitaria, la cui portata coinvolge in modo profondo non solo i medici ma anche Infermieri, Operatori Socio Sanitari (OSS) e altre Professioni Sanitarie.

Medici e telemedicina: dalla visita diretta alla certificazione digitale.

Negli ultimi anni, la realtà sanitaria ha già iniziato a spostarsi verso modalità di assistenza sempre più digitali, con visite e consulti spesso gestiti tramite e-mail o applicazioni di messaggistica come WhatsApp. Il Ddl Semplificazioni ratifica ufficialmente questa evoluzione, che se da un lato snellisce alcune procedure burocratiche, dall’altro impone una ridefinizione di come deve essere garantita la qualità clinica.

L’Ordine dei Medici ha posto grande attenzione sulla necessità che la visita, pur se svolta a distanza, sia certificata attraverso piattaforme telematiche ufficiali e certificate, escludendo l’uso di strumenti non idonei come WhatsApp per evitare rischi di errore diagnostico e violazioni della privacy. Per il medico, dunque, la sfida non è tanto la semplificazione del proprio lavoro, quanto l’adozione di nuove competenze digitali e organizzative, senza abbassare gli standard di tutela del paziente.

Infermieri e OSS: un ruolo sempre più strategico nell’assistenza digitale.

La trasformazione investe in primo luogo la relazione diretta con il paziente, che tradizionalmente vedeva nel medico la figura centrale, soprattutto per la visita clinica. Con la certificazione a distanza, Infermieri e OSS assumono nuove responsabilità nel monitoraggio e nell’assistenza che precedono la certificazione medica, diventando il punto di riferimento sul territorio o nelle strutture sanitarie.

In particolare, gli Infermieri con il supporto degli OSS diventano cruciali per l’acquisizione di dati clinici e per l’osservazione diretta dello stato del paziente, elementi indispensabili per una televisita efficace e per un corretto rilascio del certificato. Essi dovranno quindi integrare le competenze cliniche con quelle digitali, gestendo strumenti di telemedicina e facilitando la comunicazione tra paziente e medico a distanza.

Il cambiamento culturale e organizzativo nel sistema sanitario.

L’introduzione della certificazione medica a distanza solleva anche questioni fondamentali di tipo organizzativo e culturale. Per garantire che la telemedicina non si traduca in una medicina superficiale, è necessario investire in infrastrutture tecnologiche certificate e in formazione dedicata per tutti i professionisti sanitari.

Inoltre, il rapporto medico-paziente, cardine della medicina, non può essere banalizzato: la visita a distanza deve servire a constatare con rigore lo stato di salute e non a sostituire il contatto personale quando necessario. La digitalizzazione spinge quindi verso un modello integrato, in cui visite tradizionali e televisite convivono con regole chiare e condivise.

Cambia il paradigma dell’assistenza.

La ratifica della certificazione medica a distanza rappresenta un cambio di paradigma epocale per il sistema sanitario italiano. Essa sancisce un’innovazione che da anni si stava diffondendo nella pratica quotidiana, formalizzandola e mettendo al centro l’evoluzione tecnologica. Il cambiamento coinvolge tutti i professionisti della salute, medici, Infermieri e OSS, che devono adeguarsi a nuove modalità operative, competenze digitali e forme di collaborazione.

Il futuro dell’assistenza sanitaria sarà quindi sempre più integrato tra presenza e virtualità, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza, la sicurezza e la qualità delle cure, garantendo nel contempo il rispetto del rapporto umano insostituibile tra professionista sanitario e pazienti.

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