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giovedì, Marzo 28, 2024
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Una Paziente: “Infermiera, Infermiera, dammi qualcosa per morire, non ce la faccio più”.

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La lettera di una collega riapre la discussione sull’accanimento terapeutico sugli anziani e sui pazienti oncologici o terminali. E’ giusto continuare a prolungare le loro sofferenze?

Carissimo Direttore di AssoCareNews.it,

mi chiamo Maria, infermiera di 38 anni. Da tempo lavoro in una Residenza sanitaria per anziani in Toscana. Ho visto ricoverare, salvare e morire centinaia di pazienti negli ultimi 10 anni. Ogni volta che vi è un trapasso ci resto male, soprattutto perché mi affeziono ai miei assistiti, anziani altra-novantenni spesso totalmente dipendenti.

Ieri sono scoppiata a piangere ed è la prima volga che mi accade. Una paziente di 97 anni mi ha chiamata: “Infermiera, Infermiera venga qua; dammi qualcosa per morire, ti prego, non ce la faccio più a vivere, non è giusto, voglio andarmene dolcemente, perché continuate con questa prigionia e perché continuate a farmi del male?“.

Non sapevo cosa rispondere, mi si è chiuso il cuore, la mia voce si è bloccata, sudavo, ero letteralmente nel panico più assoluto. Cosa potevo risponderle? Sono andata via correndo in bagno, qui sono scoppiata in un lungo pianto. Sono intervenute diverse collega per darmi forza, ma non riuscivo a smettere.

Quando mi sono calmata e ho capito dell’errore fatto sono tornata dalla mia assistita e le ho detto: “Signora lei ha ragione, nessuno può imporle di soffrire, ma io non posso darle nessuna medicina per farla morire, sarebbe un omicidio; vuol dire che il Signore, o chi per lui, non ha deciso ancora di portarti al suo fianco perché devi fare altre cose buone“.

Non ho aggiunto altro. La signora mi ha sorriso, ha intuito forse che ero in difficoltà e mi ha accarezzato la mano dicendomi semplicemente: “grazie Infermiera”.

Grazie per il piccolo spazio che mi darete. Auguro a tutto in felicissimo Natale.

Maria, Infermiera


Carissima Maria,

grazie per la tua storia, che è poi quella che tutti i giorni si ripete nelle strutture come la tua. Ti chiedo solo di non farti trascinare così tanto dal punto di vista emotivo e di capire come mai ti sei comportata in quel modo (crisi di pianto). Forse sono troppi anni che lavori in questo ambito. Per il resto non potevi rispondere diversamente. Un caro abbraccio e Buon Natale a te.

Angelo Riky Del Vecchio, Direttore AssoCareNews.it

PS = Ti consiglio la seguente lettura:

Infermieri e fine vita: FNOPI presenta documento supporto L.219/17.

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