Ci scrive Stefania, Infermiera: “sono delusa, nelle RSA non si lavora più bene come un tempo, mi dimesso e cambio lavoro”.
Buona sera Direttore,
sono Stefania, una infermiera che lavora in RSA. Concordo pienamente con il pensiero dei colleghi. Ero una semplice infermeria che si occupava dell’apertura di un centro diurno e di li a pochi mesi, la cooperativa per cui lavoro mi ha dato in mano la piena gestione dello stesso.
La fiducia e la serietà lavorativa hanno permesso a me e alla cooperativa di crescere in una struttura di grande importanza con personale qualificato, scelto e preparato. La fame di arrivismo ha portato a scelte politiche di mal senso e la mia figura è stata rimossa.
Da lì fatiche, incomprensioni, desiderio di dimissione da parte di ospiti e operatori, in più il covid, hanno portato quella realtà ad avere grossi disagi e a me a spingermi a prendere il master in coordinamento.
Oggi lavoro come infermiera in una RSA molto piccola, ma gestita male.
Di qui a pochi giorni consegnerò la lettera di dimissioni perché non si può lavorare così, non solo per le assurde scelte dei turni, ferie obbligate e paghe non corrette ma perché chi decide di gestire o mettere in gestione, spesso non sceglie con criterio ma per comodo, siamo operatori della salute altrui e nostra ma veniamo considerati numeri sostituibili, non c’è relazione umana, non c’è conoscenza reciproca, non c’è fiducia né ascolto.
Sono costretta ad andarmene con un grande dolore, sapere la bellezza del mio posto di lavoro e la rovina che lo stanno portando ad essere.
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Saluti.
Stefania Serenelli, Infermiera
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