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giovedì, Marzo 28, 2024
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Una macchina sostituirà gli infermieri per velocizzare le vaccinazioni.

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«Troviamo scioccante la proposta di una macchina che sostituisce gli infermieri per velocizzare le vaccinazioni. È davvero questa la sanità del futuro che vogliamo?» è quanto si chiede il Presidente Nazionale del “Nursing Up”, Antonio DE PALMA.

«Mentre sindacati come il nostro si battono stoicamente, da tempo, contro “i mulini a vento” dell’indifferenza, quella di una classe politica che ci costringe a camminare sui carboni ardenti del precariato e degli stipendi tra i più bassi d’Europa, noi infermieri italiani siamo in grado di offrire, la realtà è davanti agli occhi di tutti, professionalità, esperienza, valori umani, e in taluni casi specializzazioni che ci rendono tra le figure della sanità più richieste del Vecchio Continente.

Mentre cerchiamo di districarci a fatica, portando sulle spalle le legittime istanze di migliaia di infermieri, nella complessità “del labirinto” delle trattative per il rinnovo del contratto del comparto sanità, cercando di scalfire il muro di cemento alzato dall’Aran, proprio facendo leva sull’enorme professionalità ed infungibilità degli infermieri, apprendiamo con stupore, in una intervista apparsa su un noto quotidiano nazionale, che arrivano proposte a dir poco scioccanti per sostituire gli infermieri e/o i medici nella delicata operazione delle vaccinazioni.

Un medico chirurgo continua a proporre da tempo l’utilità di un robot da Lui creato.
Stiamo parlando di un sistema che, secondo la sua poco condivisibile visione, cambierà in meglio il nostro deficitario sistema sanitario, almeno per quanto concerne la qualità delle somministrazioni dei vaccini.

Sobbalziamo letteralmente dalla sedia quando l’interessato sostiene che questa macchina avrà lo scopo di sostituire il personale specializzato infermieristico, potrà velocizzare le operazioni di vaccinazione e ci consentirà, sempre a suo dire, di “risparmiare” i costi di tanti professionisti, in quanto basterà un solo infermiere a presiedere 15-20 dosi inoculate dal robot.

Siamo arrivati davvero a questo? si chiede De Palma sbalordito.

È questo il messaggio che stiamo dando ai nostri cittadini nel tentativo di ricostruire la bistrattata sanità italiana?

È questo ciò che si attendono i nostri cittadini per tutelare la loro salute? Una macchina con a capo un infermiere che presiede le operazioni come in una catena di montaggio?

Ci fa specie che tale proposta arrivi da un medico, da un uomo, da un professionista che ogni giorno combatte con le sue mani per salvare vite umane.

Nursing Up si batte da anni per la stabilizzazione dei precari assunti durante il Covid e non regolarizzati.

Nursing Up chiede la svolta nella costruzione di un’area contrattuale dedicata agli infermieri.

E ci siamo indignati non poco quando è stato affidato ai farmacisti, con un mero corso on line, il delicato compito di somministrare i vaccini anti-covid.

Abbiamo alzato barricate quando dalla Regione Veneto hanno proposto di sostituire gli infermieri mancanti all’appello a causa delle carenze di personale, con Operatori Socio Sanitari.

Abbiamo fatto pubblicamente notare, mesi fa, al Governatore della Liguria, Giovanni Toti, che chiedeva di allargare la possibilità di somministrare vaccini a figure non specializzate, che la vaccinazione non è un’azione banale, bensì delicatissima, e che un infermiere deve, oltre a tutto il resto, essere in grado di presidiare le eventuali reazioni avverse rispetto alla somministrazione del vaccino, anche intervenendo tempestivamente con le manovre cardio respiratorie se necessario, oppure segnalando alla competenza medica ogni segnale di reazione avversa nel mentre o subito dopo l’inoculazione .

Tutto questo può farlo davvero una macchina?

Uomini e donne con un cuore che batte, professionalità ed esperienza al servizio della qualità delle prestazioni sanitarie, questo per noi è necessario.

Mani che agiscono e cervelli pensanti che le guidano per salvare vite umane a costo delle proprie, continua De Palma.

E ancora ricostruzione di un sistema che possa ripartire dalla forza della sanità territoriale, da figure come l’infermiere di famiglia, dallo snellimento dei ricoveri ove possibile e dal coraggio delle assunzioni capillari per far fronte, come da nostra inchiesta, agli 80mila infermieri mancanti all’appello da nord a sud.

È questa e solo questa la sanità del futuro che vogliamo e di cui i cittadini hanno bisogno», chiosa De Palma meravigliato.

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