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Tra Slogan e incantatori di popoli c’è chi ha il coraggio di dire no ai no vax.

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Vaccini: tra incantatori di popoli e slogan, c’è chi decide di prendersi la responsabilità di dire no a chi non rispetta la salute collettiva.

Gli slogan non ci salveranno, l’assunzione di responsabilità invece sì.

A fine Settecento, i Francesi cambiavano per sempre, il corso della propria storia e di quella di tutta l’ umanità, rovesciando e facendo rovesciare dai troni le monarchie assolute, al grido di libertà, uguaglianza e fratellanza. Nel 2021, invece, nascono movimenti sindacali  che sostengono dei nuovi principi che cambieranno nuovamente il corso della storia con la difesa della democrazia sanitaria e della tutela della circolazione delle persone.

Solo, poco più di un anno fa, vedevamo Brescia tra le prime città italiane per morti Covid e le strade di Bergamo, attraversate dai camion militari, pieni di bare di morti per il Covid.

Momenti tragici ed immagini terribili!

A quell’epoca, tutti non vedevamo l’ora che si scoprisse uno straccio di vaccino.

Oggi, che i vaccini ce li abbiamo, tanto che ce l’imbarazzo della scelta, invece, la gente rivendica il diritto dei cittadini all’autodeterminazione sanitaria.

Diritti e doveri.

Diritto che non è scritto da nessuna parte, poiché l’ unico articolo, che parli di autodeterminazione dei popoli, è l’articolo 1 della Carta delle Nazioni Unite, il quale riconosce il diritto di scegliersi il proprio sistema di governo (autodeterminazione interna) e di essere liberi da ogni dominazione esterna (in particolare dal dominio coloniale).

In Italia, ci sembra di vivere ancora in uno stato democratico anche dal punto di vista sanitario e  che l’obbligo vaccinale, previsto dal nostro Legislatore con la Legge n.76/2021 di conversione del D.L. 44/2021, derivi ancor prima dalla Costituzione della Repubblica Italiana, dove all’articolo 32, è previsto che:

“Nessuno può essere obbligato  a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

La legge, che ha reso  il vaccino anticovid obbligatorio per i sanitari, in quanto categoria più esposta al richio Covid, non ci sembra, che violi i limiti del rispetto della persona umana.

Anzi, al contrario, è chi impugna la Costituzione a proprio uso e consumo che viola il rispetto dei cittadini che, vaccinandosi, osservano le leggi e la Costituzione.

In uno Stato di diritto le leggi vanno rispettate e fatte osservare. Pertanto chi le segue è nel giusto, chi no, invece, non lo è e per questo sottoposto a sanzione.

Gli slogan non ci salveranno.

Questi nuovi paladini delle libertà, anziché fare i virologi ed i difensori delle libertà, come quella di circolazione delle persone,  andassero a vedere le statistiche ed i numeri attuali, dei pazienti  che, sono ricoverati nei reparti Covid e nelle Terapie Intensive, per rendersi conto, che si tratta di pazienti o non vaccinati con forme gravi o se vaccinati, con forme lievi di Covid.

Già, perché questa gente che non  vuole vaccinarsi, non ha provato o se l’ha provato, sulla propria pelle (come lo scrivente che si è ammalato a marzo 2020, guarito e vaccinato non senza se e senza ma), ha rimosso cosa vuol dire ammalarsi di Covid e finire ventilato, intubato e pronato in un letto di Terapia Intensiva.

Gli slogan “Pace, Amore è Libertà”, “Tra il sì ed il no c’ è di mezzo il free”, sono belli, per carità, ma non ci hanno salvato e né ci salveranno dal Covid.

Per il rispetto  di tutti quei sanitari morti sul campo, abbiamo il dovere morale di vaccinarci, unico modo  per onorare la loro memoria ed evitare, che altri colleghi si ammalino e muoiano di Covid.

La responsabilità di dire NO a chi non si vaccina.

Lasceranno il tempo che trovano, sperando che non lascino anche altri  morti sul campo, gli incantatori di popoli, che parlano bene e razzolano male, poiché per fare la buona storia, alla base delle proprie idee ed azioni, ci deve essere, sempre, una base di sana onestà intellettuale, raccontando alle masse, le proprie esperienze di vita e lavorative, vissute per davvero, durante i mesi del Covid e non quelle studiate ad effetto per intenerire e fare presa sui propri followers.

Visto che, esistono  sindacati,  che per ottenere visibilità, si attaccano a qualsiasi pretesto, come Nursind, non apparteniamo a quel genere e non ci sentiamo di tutelare, se non per motivate ragioni mediche, chi ha deciso di non vaccinarsi, mettendo a rischio la proria salute e quella degli altri e   subendone le legittime conseguenze  come  del   la sospensione dello stipendio.

Da sanitari, sappiamo benissimo che non esisterà mai la certezza matematica delle cure e che ad ogni trattamento terapeutico, corrisponderanno sempre degli effetti indesiderati ma non per questo la scienza medica dovrà rinunciare a progredire.

Bisogna capire sempre qual’è il prezzo che vale la candela, soprattutto se quella candela è una vita umana.

Non ce la sentiamo di assumerci la responsabilità morale e sindacale di difendere chi ha rifiutato di vaccinarsi.

Se non ci si sente rappresentati da un sindacato che rispetta le leggi e si vuole essere rappresentati da chi non osserva le leggi e la Costituzione, promettendovi la democrazia sanitaria e la libertà di circolazione, ci si senta liberi di fare le proprie scelte ma non vengano dimenticate, tutte quelle scene di pazienti, che nel giro di 48 ore, si congedavano da noi e che gridano ancora vendetta!

Quelle morti non siano morti inutili e se il vaccino, rappresenta un barlume di speranza, per vendicarle, quella flebile fiammella merita di essere alimentata anche con tanti se e ma!

Un sindacato che tuteli sanitari, che rifiutino di vaccinarsi, non tutela alcun diritto, non esistendo alcun diritto dei lavoratori sanitari a non vaccinarsi ad ora, ma solo un obbligo a vaccinarsi legalmente (Legge  n. 76/2021 di conversione del D.L. 44/2021) e costituzionalmente (articolo 32).

Sarà un giorno, eventualmente, la Corte Costituzionale a dichiarare questa legge che obbliga i sanitari a vaccinarsi illegittima ma fino ad allora, è legittima poiché nessuno di noi, ha una qualche autorità per decidere sulla legittimità di un atto legislativo.

A cura di Pompeo Cammarosano, Segreteria Nursind Brescia.

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