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Studenti infermieristica eseguono tamponi, è polemica.

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Studenti di infermieristica pronti a eseguire tamponi? La missiva del Nursing Up Lazio che contesta l’attività di tirocinio presso i Centri Vaccinali e i Centri per l’esecuzione del tampone naso-faringeo da parte degli studenti iscritti al terzo anno dei Corsi di Laurea in Infermieristica e di Infermieristica pediatrica.

Ho letto basita la direttiva, secondo cui vi è in procinto un accordo tra Regione Lazio e università e l’ordine delle professioni Infermieristiche per l’impiego degli studenti dei corsi di laurea in Infermieristica e di Infermieristica pediatrica nei centri vaccinali e nei centri per l’esecuzione del tampone naso faringeo della Regione Lazio – scrive Laura Rita Santoro, responsabile regionale del Nursing Up Lazio.

L’accordo accordo prevede che gli studenti iscritti al terzo anno dei Corsi di Laurea, che in epoca di pandemia Covid, e per ragioni di lockdown non hanno fatto adeguate e proporzionate ore di tirocinio, …e in taluni casi non hanno ancora superato tutti gli esami di tirocinio, potranno svolgere le attività di tirocinio presso i Centri Vaccinali e i Centri per l’esecuzione del tampone naso-faringeo.

L’attività diagnostica legata all’uso dei tamponi è un’attività che è fortemente operatore dipendente, e richiede una certa esperienza, che la direttiva sembra sottovalutare fortemente!

La citata attività di tirocinio, che dovrebbe prevedere l’attività di inoculazione del vaccino o di tamponamento, ma, dovrà essere coordinata dai responsabili dei suddetti centri ed eseguita sotto la supervisione di un Tutor.

Il rapporto previsto tra tutor e studenti durante il tirocinio non dovrà superare 1:8; il rapporto ottimale sarà comunque definito tenendo conto della logistica e dell’organizzazione dei centri presso cui gli studenti saranno inseriti.

Tutto ciò non considera che i tutor sono molto pochi, alcuni dei quali mai formalizzati, spesso utilizzati a metà tra le attività istituzionali e/o di coordinamento e come tutor.

La solita coperta corta, di cui la regione Lazio non si è mai spesa più di tanto.

La situazione pandemica ed emergenziale poteva essere scarsamente tollerabile, ma giustificata, due anni orsono, ma continuare a spremere il personale in siffatta misura, coinvolgendo gli studenti d’infermieristica ad oggi è scandaloso!

Soprattutto se si pensa che esistono ancora graduatorie attive, come quella dell’ospedale Sant’Andrea, graduatorie di mobilità come quelle di Latina ecc.

Sappiamo tra l’altro, che nel caso dei medici si coinvolgono gli specializzandi, quindi personale medico impegnato in percorsi di studi, ma già laureato in medicina, al valore di 60 euro l’ora.

…mentre il personale infermieristico subisce ben altro trattamento, rispetto dal periodo inizio pandemia, …gli infermieri ci risulta vengano pagati 25 euro l’ora, con prestazioni aggiuntive, che debbono essere ancora corrisposte benché svolte tra il mese di luglio ed agosto!

Alcuni colleghi che vengono maltrattati, hanno lavorato con caldo torrido e con il freddo, sotto la neve, con indosso lo stesso tipo di abbigliamento d’estate, come d’inverno.

Nel Lazio, mi duole ricordare, succede anche che nevichi!

….se nel mese in cui, gli eredi di Florence Nightingale hanno fatto prestazioni aggiuntive negli HUB per i tamponi o vaccini, ma, non hanno raggiunto il monte ore, benché abbiano molte ore accantonate, come previsto dall’Istituto contrattuale della banca delle ore, rischiano il mancato pagamento delle ore in prestazioni aggiuntive!

Ancora, pazzesco è che l’orario riconosciuto ai colleghi, per le prestazioni aggiuntive, inizia dal momento in cui raggiungono l’HUB e finiscono le attività.

Il tempo per raggiungere e tornare dalla suddetta attività, non verrebbe riconosciuta, ne retribuita.

Ora dopo due anni dall’inizio della pandemia, turni massacranti, capro espiatorio di molti, come nel caso delle aggressioni, ci si stupisce che quei cattivoni degli infermieri, non saltano di gioia per fare queste attività!

Ora leggiamo che si decide di sostituire gli infermieri, con studenti d’infermieristica, senza contemplare nulla di remunerativo, ne per gli studenti, ne per i tutor, ne per l’impegno dei docenti.

La regione chiama in causa gli Atenei, e i docenti da sempre impegnati e mai gratificati, non per un parere, bensì per informarli di quanto già deciso ed organizzato.

Le Aziende sanitarie sono tenute a comunicare ai referenti individuati dagli Atenei i moduli disponibili per il tirocinio distinti per struttura vaccinale/tamponi, fascia oraria e numero massimo di tirocinanti ammissibili e il nominativo del/dei tutor professionali individuati.

Gli Atenei, che conoscono gli studenti e il loro percorso di studi, si dovranno impegnare a comunicare ai referenti delle strutture appositamente indicati, l’elenco nominativo di coloro che accederanno alle strutture vaccinali/tamponi.

I referenti aziendali concorderanno con il Direttore Didattico/coordinatore delle attività tecnico pratiche le modalità e l’articolazione del tirocinio nonché le procedure per la certificazione dei crediti formativi e l’attestazione dell’avvenuto raggiungimento degli obiettivi didattici.

Spreconi?!

Questo è un esempio piuttosto imbarazzante della stima che si dice voler celebrare nei confronti del personale infermieristico.

Ora non contenti, si è deciso di puntare ed investire avverso gli studenti d’infermieristica.

Nulla si legge circa le retribuzioni, l’abbigliamento che verrà dato loro in dotazione ecc. tutto ciò è veramente inaccettabile – è quanto si legge a termine della missiva inviata in Regione a firma di Laura Rita Santoro, responsabile regionale del Nursing Up Lazio.

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