I sindacati infermieristici Nursind e Nursing Up decisi a non firmare il rinnovo contrattuale del Comparto Sanità e a scendere il piazza il 12 e 13 aprile 2018. Lo riferiscono separatamente i vertici delle OO.SS. convinte che l’unico modo per convincere la Triplice, la Fsi e l’Aran a modificare l’accordo contrattuale finale sia quello del muro contro muro.
“Circolano indiscrezioni in base alle quali in Aran si starebbe provvedendo a modificare alcuni punti della pre-intesa del CCNL comparto Sanità 2016-2018 sottoscritta lo scorso 23 febbraio da Cgil, Cisl, Uil e Fsi, senza chiamare tutti gli attori delle trattative contrattuali. Se così fosse, sarebbe un atto gravemente lesivo del diritto dei sindacati rappresentativi a partecipare alla contrattazione.”
A riferirlo in una nota è Nursing Up, che ha diffidato Aran a prendere qualsiasi tipo di accordo senza seguire le dovute strade istituzionali. Il sindacato ricorda che sul Contratto, non approvato finirà, si deve ancora esprimere la Corte dei Conti. Ciò non giustifica il tentativo della Triplice di mettere una pezza al pre-accordo.
Dello stesso avviso Nursind e il segretario generale Andrea Bottega che attraverso gli organi ufficiali del suo sindacalto conferma la scelta di non cedere alle pressioni della Triplice e di un Governo delegittimato. Bottega conferma lo sciopero generale degli Infermieri fissato per il 12 e 13 aprile e tiene a precisare che il suo gruppo è dalla parte degli Infermieri e degli Infermieri Pediatrici italiani.
Di contro ricorda che non è possibile assistere inermi alla stipula di un contratto che mortifica la professione infermieristica sotto tutti i punti di vista, che vanifica il riconoscimento delle nuove competenze, snatura la meritocrazia e premia i soliti noti.
E non è tutto, per Nursind è una vergogna vedere che gli Infermieri Italiani otterranno solo 480 euro lordi di arretrati, contro i 9.000 dei Medici. Perché due pesi e due misure per professioni sanitarie contigue? Perché la classe medica deve continuare ad essere premiata e i professionisti sanitari devono continuare ad essere calpestati?
Ne sapremo di più nelle prossime ore, mentre è chiaro che Nursind e Nursing Up, al di là della firma o meno del contratto finale, dovranno superare lo sbarramento del 5% alle prossime elezioni Rsu 2018 per poter rappresentare i loro iscritti nei tavoli contrattuali e nelle aziende.
Le posizioni dei due sindacati, siamo per fortuna in democrazia, vanno viste in ottica elettorale, questo dobbiamo dirlo chiaramente.
La scelta comprensibile, ma discutibile, di Nursing Up di andare a pescare voti tra gli scontenti pagando campagne pubblicitarie ad hoc la dice lunga sulla tenuta di questo sindacato che ha solo due possibilità davanti a se:
- firmare l’accordo finale, tentando di modificarlo il più possibile;
- superare la soglia del 5% per avere rappresentanti Rsu negli Enti pubblici.
Nursing Up, a quanto dichiara lo stesso sindacato, supererà la soglia minima abbondantemente.
Il presidente Antonio De Palma ha avviato a tal proposito una seria campagna di comunicazione che dovrebbe portare a buoni risultati. Se supererà o meno il 5% lo vedremo. In più occasioni ci sono state delle dicotomie piuttosto evidenti tra la base e la parte nazionale del sindacato, che tuttavia sembrano tutte superate.
Ovviamente non entriamo nel merito di chi votare alle elezione Rsu 2018. Nonostante le minacce di qualcuno e le ipotesi di denunce vogliamo gettare acqua sul fuoco e riannodare i rapporti con un sindacato che rappresenta e vuole rappresentare gli Infermieri Italiani. Abbiamo sempre predicato l’unione e continueremo a batterci per la comunione professionale.
Ben vengano i chiarimenti volti alla pacificazione.
Al di là delle questioni di colore siamo convinti che alla fine Nursind e Nursing Up firmeranno l’accordo e che tenteranno ovviamente di dare filo da torcere ad Aran, Triplice e Governo Gentiloni. Non possono fare altrimenti. Fanno bene a scioperare e fanno bene a tenere levata la voce di protesta degli Infermieri e degli Infermieri Pediatrici.
Come andrà a finire? Chi vivrà vedrà.