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Elezioni RSU 2018: Nursing UP cresce in Emilia Romagna

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Elezioni RSU 2018: Nursing UP cresce in Emilia Romagna

Numeri che raddoppiano a Cesena, Rimini, Forlì e Ravenna, a conferma del nuovo trend positivo in tutta l’Emilia Romagna, dove al livello regionale il Nursing Up registra un aumento dei voti pari al 100%: un successo del sindacato di categoria da attribuire all’impegno degli infermieri che si sono messi al centro del loro destino e hanno scommesso sul sindacato di categoria. É il segno che la percezione delle proprie possibiltà sta finalmente cambiando e i professionisti sanitari, coscienti del loro valore, combattono in prima linea le battaglie che li vedono coinvolti.

“Per quanto riguarda la Romagna il buon risultato è dovuto al fatto che i dirigenti sono cresciuti con noi e, conoscendoli personalmente, ne è derivato un atto di fiducia più forte. Così i colleghi si sono fidati e hanno votato Nursing Up: la differenza non la fa tanto vincere, quanto aver combattuto le battaglie. A volte anche solo il fatto di averci provato”. Così la dirigente regionale Nursing Up Francesca Batani commenta i risultati ottenuti alle elezioni delle Rsu locali.

“Quando i colleghi sono venuti al sindacato a chiedere una mano per organizzare meglio il lavoro o far rispettare il diritto alle ferie – aggiunge – noi ci siamo attivati. Sono le piccole cose che fanno capire la vicinanza ai problemi”. Una ricetta vincente, quella delle attenzioni quotidiane al rispetto dei diritti dei professionisti sanitari, spesso costretti a turni massacranti in corsia e a fare gli straordinari di continuo.

“Ci siamo battuti, ad esempio, per il diritto di usufruire delle ferie o del recupero ore – racconta la sindacalista – senza dover rimanere in pronta disponibilità sempre, oppure per il riconoscimento delle posizioni organizzative, chiedendo all’azienda sanitaria di trovare nuove risorse invece di intaccare i soldi destinati alle progressioni economiche orizzontali”. È capitato spesso, come ha già spiegato, di non vincere le battaglie, “ma almeno ce l’abbiamo messa tutta – afferma Batani – per rappresentare le istanze dei lavoratori e questo ha pagato, perché i colleghi si sono rispecchiati in quello che facevamo per loro”.

Il fatto che il Nursing Up non ha firmato il contratto collettivo nazionale di lavoro, lo scorso 23 febbraio, ha riscosso ancora più consensi in Emilia Romagna, dal momento che, non sottoscrivendo un documento al ribasso, precarizzante e dequalificante, sono andati in fumo gli schemi classici della contrattazione e il sindacato di categoria si è saputo contraddistinguere per questa scelta coraggiosa.

“Anche la visibilità – prosegue la regionale – ha avuto la sua parte nell’affermazione del sindacato. Mi riferisco ad alcuni video che abbiamo diffuso durante la campagna elettorale, in cui vengono spiegati agli infermieri i loro diritti in pillole”. In uno spot autoprodotto, ad esempio, viene spiegato come funziona la fruizione delle ferie; in un altro, come devono essere rispettate le 11 ore continuative di riposo, oppure quanti e come devono essere distribuiti i riposi.

“Si tratta di diritti importanti che però spesso i colleghi non sanno di avere. Questo servizio ha permesso loro di chiederne il rispetto ai coordinatori”. Per organizzare ogni iniziativa è stata importante la collaborazione di tante persone, in particolare mi riferisco per Forlì e Cesena ai dirigenti Gridelli, Piscaglia, Giovanardi, Soldatelli, Alessandria e Rossi, mentre sulla provincia di Ravenna a darsi da fare sono stati i colleghi Frappoli, Berti, Bondoli, Razzi, Zanotti. A Rimini ringrazio i sindacalisti Torri, Baroni, Bedini e Pergentili.

“Per quanto riguarda l’exploit che abbiamo avuto a Ferrara – considera Batani – è da segnalare l’esempio dell’Aou Sant’Anna, dove siamo passati da 19 voti del 2015 a ben 184. Lì si è formato un gruppo davvero eccezionale composto dai colleghi: Borghetti, Pregnolato, Pavarin, Ansaloni e Merchiori. E ci tengo a sottolineare che questi ultimi quattro sono i neoeletti alle elezioni delle Rsu locali”.

A Ferrara il Nursing Up è diventato il secondo sindacato, espugnando quella che è stata fino ad oggi una roccaforte Cgil. “Tutto ciò è avvenuto grazie ai giovani infermieri sindacalisti – spiega entusiasta – che si sono distribuiti il lavoro con grande trasparenza e ora stanno cercando di rompere con i vecchi schemi: è loro intenzione improntare l’attività sindacale delle Rsu sulla professione, come è giusto che sia, perché solo noi professionisti della salute sappiamo quello di cui abbiamo bisogno”.

Ma non è finita qui, l’excursus dei successi va avanti. Nel territorio di Imola, dove prima Nursing Up non era presente alla contrattazione, ora è stato raggiunto il risultato ottenendo 57 voti e di conseguenza due seggi nuovi di zecca. A conquistarli sono stati i dirigenti Michele Saviano e Vincenzo Parisi, due giovani infermieri che hanno saputo dar vita a un team molto affiatato che si è proposto utilizzando le nuove tecnologie, in particolare i canali social. In questo caso un grazie va ai colleghi Calia, marito e moglie, per il loro sostegno continuo.

“Inoltre a fare la differenza – conclude la regionale Nursing Up – penso sia stata la partecipazione diretta del nostro presidente Antonio De Palma alle attività. Questa interazione ha permesso agli infermieri di conoscerlo, ascoltarlo in assemblea e identificarsi con le battaglie che porta avanti nella sede romana. Una vera e propria centrale operativa che non si ferma mai e che è sempre a disposizione degli iscritti per qualsiasi evenienza”.

Per il futuro ci sono tanti progetti in itinere. Tra ‘pillole’ informative e sportelli che apriranno in ogni sede provinciale, gli attivisti Nursing Up sono pronti a ricevere tutti i colleghi interessati. Intanto aspettano di sapere l’esito delle richieste avanzate alla dirigenza delle aziende sanitarie. “Tra l’altro abbiamo mandato in Regione alcuni progetti – spiega Batani – come ad esempio quello sull’ infermiere di famiglia, una nuova figura che secondo noi dovrebbe dare risposta, stando sul territorio, al sovraffollamento degli ospedali, a livello di pronto soccorso e di unità operative”.

Sugli operatori sanitari, poi, si concentra un’altra proposta che si chiama ‘Bed/Case Manager di Pronto Soccorso’. I progetti presentati nascono dalle idee suggerite dagli infermieri che hanno portato le loro problematiche di lavoro al sindacato. “É dall’incontro con loro che scaturiscono le proposte migliori – chiosa – e ciò è stato molto apprezzato”.

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