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venerdì, Marzo 29, 2024
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Servono aumenti di stipendio per gli Infermieri, il Governo aggiunga 100 milioni di euro a quelli già stanziati. Lo chiede Nursing Up.

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Sindacato Nursing Up. De Palma scrive al Presidente della Commissione Bilancio On. Fabio Melilli e ai Deputati: «Nessun passo indietro sull’indennità specifica degli infermieri! Blindare subito i 105 euro al mese e lavorare per maggiori risorse in busta paga. Servono almeno altri 100 milioni per gli infermieri».

«Occorrono nuovi fondi per corroborare il nostro assegno mensile. Non possiamo disperdere le risorse già stanziate e compiere un passo indietro che distruggerebbe tutti i nostri sforzi relativi all’ottenimento dell’indennità specifica. Si tuteli e si riconosca una volta per tutte il ruolo specifico della nostra categoria evitando pericolosi giochi di dare e togliere che non meritiamo affatto anzi. Il Parlamento integri le risorse già previste, con almeno altri 100 milioni».

«All’interno del vasto panorama delle figure professionali sanitarie, quella dell’infermiere si sostanzia in un complesso integrato di conoscenze, competenze ed abilità che non sono finalizzate a produrre mere prestazioni, come accade per altri operatori, ma bensì un insieme integrato e dinamico di attività complesse, di tipo preventivo, curativo e di salvaguardia della salute individuale e collettiva».

Con queste significative parole Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, ha inteso rivolgersi con una missiva all’On. Fabio Melilli Presidente della Commissione Bilancio della Camera e a tutti i componenti della medesima, sollevando la straordinaria specificità del ruolo infermieristico nel mondo sanitario italiano e chiedendo ancora una volta a gran voce, come leader del sindacato che ha chiamato gli infermieri a manifestare e scioperare sotto la pioggia , che vengano “spente” sul nascere quelle pericolose iniziative che rischiano di depauperare quanto gli infermieri italiani hanno ottenuto fin ora, riuscendo laddove nessun altro sindacato era riuscito ad arrivare. Ovvero ottenere la prima indennità specifica che porterà più di 100 euro nelle tasche di quei professionisti della sanità che stanno continuando, in un frangente delicato come questo della seconda ondata della pandemia, a dimostrare sul campo di essere in grado di reggere il peso di un sistema deficitario e disorganizzato, rischiando la propria pelle con turni massacranti, carenza di personale e sistemi di protezione individuale sempre più discutibili. Come il caso di quegli infermieri del Covid Center dell’Ospedale del Mare di Napoli, che nell’ambito dello stesso turno devono occuparsi di reparti covid e non-covid, rischiando loro malgrado di diventare veicolo di infezione.

De Palma, nel suo documento inviato alla Camera, fa riferimento a possibili emendamenti, sostenuti anche da alcuni sindacati generalisti, che chiedono di allargare le risorse per gli infermieri anche alle altre categorie del comparto sanitario, distruggendo sul nascere un traguardo che invece valorizza i primi per la loro specificità.

«Nulla si tolga agli infermieri anzi, il Parlamento integri le risorse già previste, con almeno altri 100 milioni. Questo si deve, se si intende davvero rendere valorizzante (almeno in piccola parte) questa indennità destinata a ricompensare la delicata funzione assistenziale infermieristica», continua De Palma.

Intanto, dopo Savona, Como, Ferrara, Caserta, Salerno, Trento, oggi scenderanno in strada, davanti alle rispettive prefetture, gli infermieri di Milano, Napoli, Bolzano, Genova e Bologna. Durante questi giorni di lotta molti ci hanno definiti come “un sindacato particolarmente combattivo “perchè da mesi manifestiamo in tutte le piazze, cosa mai accaduta. Noi siamo gli infermieri italiani, che in questo mese di dicembre hanno deciso di continuare la protesta per accompagnare il Parlamento nell’approvazione definitiva di una indennità frutto di nostre lotte. Ed ancora una volta abbiamo fatto bene ad assumere questa decisione, se pensiamo ai tentativi che si rincorrono in Parlamento, per annacquare la nostra indennità con emendamenti dell’ultim’ora. Continueremo ancora, se necessario, fino a che la nostra indennità non sarà legge dello Stato, e per gridare a gran voce le nostre istanze, ricordando a questo Governo il nostro ruolo chiave nel sistema sanitario.

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