Riforma pensioni: come cambiano i requisiti per Infermieri, OSS, Medici e Professionisti Sanitari. Braccio di ferro Governo-sindacati.
Braccio di ferro fra Governo e Sindacati nella riforma pensioni.
Il dibattito è definito incandescente e nelle prossime settimane si arriverà alla stretta finale grazie anche alla scrematura fra le proposte sul tavolo.
Ecco come si prospettano i nuovi requisiti che andranno a superare la legge Fornero.
Età + contributi, solo età o solo contributi?
L’attuale abominio legislativo che porta i lavoratori ai 67 anni di età prima di poter beneficiare della super meritata pensione è ormai al tramonto. I requisiti cambieranno e, ad ogni modo, in meglio.
La proposta dei sindacati è da tempo quella dei 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica raggiunta.
Proposta bocciata però da conti ragionieristici che evidenziano due limiti insuperabili partendo dallo stesso fatto: inizialmente sarebbero inclusi nei criteri troppi lavoratori tutti insieme.
Il primo limite è pertanto un’aumento improvviso dell’erogazione pensionistica al momento mal sostenibile dall’ente INPS. Insomma, troppi soldi (assegni pensionistici) da versare da un momento all’altro.
Il secondo è una perdita consistente di troppi lavoratori e conseguente rischio di destabilizzazione di alcune realtà produttive. Ovvero troppe fuoriuscite dal mondo del lavoro tutte insieme, senza un naturale turnover con “passaggio” di saperi ed esperenze.
Accantonata questa ipotesi, il Governo aveva dapprima proposto uno sconto sull’età pensionabile ma anche un taglio sull’assegno pensionistico mensile. Proposta ritenuta inaccettabile dai sindacati che l’hanno rispedita al mittente.
Sembra che alla fine si arrivi ad una stretta di mano secondo l’unico criterio dell’età anagrafica.
Al momento sembra vicino l’accordo sui 64 anni di età, a prescindere dai contributi. Indiscrezioni raccontano di accordo fatto e soltanto da limare.
Una soluzione che permetterebbe una fuoriuscita sostenibile, secondo le prime stime economiche.
Nelle prossime settimane si arriverà ad un accordo definitivo e ufficiale fra le parti.
Per il personale sanitario, poi, sarà da vedere se sarà centrato l’obiettivo del riconoscimento del lavoro usurante, che dovrebbe limare ulteriormente i requisiti pensionistici.