Riforma pensioni: sindacati confederali e INPS pressano il Governo Draghi. Cosa ci lascerà il post quota 100? Varie possibilità di “sconto”.
Pensione piena con 62 anni di età o 41 di contributi o a 64 anni.
I sindacati confederali CGIL, CISL e UIL sono in pressione sul Governo Draghi per il dopo Quota 100, misura che non troverà confermata dopo il 31 dicembre. Contemporaneamente anche l’INPS ha necessità di trovare un nuovo quadro normativo sostenibile.
Età o contributi a scelta del lavoratore: la proposta dei sindacati.
Uno dei nodi centrali è sicuramente dato dalla possibilità per il lavoratore di scegliere se pensionarsi a 62 anni di età o 41 anni di contributi, senza quindi un doppio vincolo.
Manovra però troppo “costosa” per l’apparato previdenziale ma che potrebbe essere un punto di partenza su cui costruire il nuovo assetto normativo.
La controproposta INPS.
Anche l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale sta portando avanti le proprie ragioni, necessitando di un quadro normativo sostenibile per le proprie casse.
Rispetto ai 67 anni di età attuali, il presidente Tridico si è esposto proponendo uno “sconto” a 64 anni, con possibilità di fuoriuscita dal mercato del lavoro dai 62-63 anni ma con un taglio al valore dell’assegno.
Il Governo ci pensa.
Il Governo ci pensa ma la riforma sta entrando nel vivo dovendo auspicabilmente essere inserita nella prossima manovra finanziaria.
[…] Riforma pensioni: CGIL, CISL e UIL e INPS propongono sconto su età e contributi. proviene da AssoCareNews.it – Quotidiano Sanitario […]
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