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Quarantamila Infermieri in piazza per dire basta alla deprofessionalizzazione e agli stipendi da fame.

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La protesta di 40.000 infermieri in piazza il 15 giugno 2020. Iniziativa massiccia a Catania. Ora si spera nella riuscita dell’evento… o la Politica ci punirà, come sempre.

Annunciato poche ore fa un flash mob del Movimento Nazionale Infermieri. L’iniziativa è prevista per il 15 giugno 2020 in tutte le piazze italiane. Secondo gli organizzatori, che si basano essenzialmente sugli utenti che seguono il loro Gruppo Facebook, saranno 40 mila i colleghi che aderiranno alla manifestazione e che faranno sentire la loro voce.

Tutto, ovviamente, dipenderà dalla famiglia professionale, che deciderà in autonomia se trasformare la piazza virtuale sui social in piazza reale tra i Cittadini.

Cosa chiedono:

  1. adeguamento contrattuale;
  2. riconoscimento per tutti dell’indennità Covid-19;
  3. uscita dal comparto sanità;
  4. superamento del vicolo di esclusività contrattuale con le aziende sanitarie e ospedaliere che li vincola proibendo attività fuori dal nosocomio.

Sono 4 punti, di cui da tempo a dire il vero (sul Coronavirus solo da 3 mesi) ci hanno abituati a parlare anche sindacati come Nursind, Nursing Up, Fials e FSI-Usae, senza escludere Ugl Sanità e Uls.

A questo punto, ci chiediamo, non sarebbe stato meglio pretendere un momento di sintesi con i sindacati storici per un evento unitario?

La nostra non vuole essere una critica all’evento, ma l’offerta di uno spunto di riflessione da cui ripartire per non fare gli stessi errori del passato. A chi giova avere una famiglia professionale divisa?

L’iniziativa di Catania.

“Lunedì 15 Giugno, alle 10, anche a Catania in piazza Università si renderà tributo a chi ha combattuto in prima linea contro il Coronavirus, sarà mostrata sincera vicinanza alle famiglie di tutto il personale sanitario che non ce l’ha fatta e l’attenzione e il rispetto che meritano gli Infermieri, affinché i decantati ‘Eroi’ e ‘Angeli’ dell’emergenza Covid-19 non finiscano nel dimenticatoio” – spiega Giovanna Spanò, infermiera e referente del gruppo in Sicilia.

“Nonostante gli sforzi per fronteggiare l’emergenza Covid-19 in Italia, la professione infermieristica è ancora troppo sottovalutata ancora oggi ottengono una gratificazione economica che per nulla rispecchia le professionalità, i valori e lo spirito con cui si adoperano ogni giorno, sempre a rischio, senza festività, sempre reperibili e turni massacranti. Come noi infermieri, sono numerose le figure sanitarie che mettono a rischio la propria vita per salvare quella degli altri”.

“Una manifestazione organizzata dagli infermieri, in maglietta bianca e mascherina, che si muoverà autonomamente e mostrerà un lungo striscione a tutela degli infermieri È chiaro il riferimento a chi è stato costretto a lavorare senza dispositivi di sicurezza adeguati e a chi, purtroppo, non ce l’ha fatta visto che il virus aveva un’alta capacità di contagio”.

“L’emergenza Covid ha acuito un problema nell’aria da tempo. Rivendichiamo un giusto compenso considerata la professionalità che caratterizza ognuno di noi, oltre alle responsabilità che affrontiamo ogni giorno: in sostanza, che il nostro stipendio contrattuale venga equiparato a quello europeo. Nessuno dimentica il periodo più caldo dell’emergenza Covid. I mesi di marzo e aprile sono stati terribilmente difficili. E c’è stato chi ha dovuto combattere a mani nude, senza adeguati dispositivi di sicurezza anche quando si era a contatto con il pericolo vero. Oggi, la situazione sembra essere migliorata. Ma è necessario non abbassare la guardia. Tanto meno dimenticare chi ha lottato per garantire sicurezza alla popolazione, rischiando in prima persona”.

“Spero che questo messaggio arrivi non solo al tessuto sociale, ma anche e soprattutto agli organi Governativi. Noi non ci siamo posti domande: abbiamo dato il massimo e anche di più, il personale sanitario non si è tirato indietro, la classe politica faccia altrettanto” – conclude Spanò.

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