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venerdì, Marzo 29, 2024
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Professionisti sanitari: mobilitazione contro la manovra di bilancio.

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Al via la Mobilitazione generale ai tempi del Covid per i Professionisti Sanitari. La chiamata alle “armi” direttamente sui social.

Ai tempi del COVID, dove il distanziamento fa da padrone e le distanze non permettono assembramenti, anche le rivendicazioni trovano le proprie difficoltà. Pur con tali difficoltà, dopo la bozza di legge di bilancio 2021, un gruppo di dieci professionisti sanitari del comparto (tecnici di laboratori e altre figure tecnico-sanitarie), provenienti da diverse regioni della penisola, ha lanciato sui social, Facebook, un gruppo privato dal nome “Professionisti sanitari: mobilitazione contro la manovra di bilancio” (conta circa 7000 iscritti).

“Siamo nati con lo scopo di lottare contro le iniquità e le forme discriminatorie che probabilmente da qui in poi si presenteranno nei confronti di alcuni professionisti o, peggio, contro gruppi di professionisti”- fanno sapere, attraverso un comunicato, le categorie coinvolte, che ribadiscono: “Alle istituzioni, ai giornali e allo Stato che ignorano la nostra presenza diciamo basta!
La nostra crescita esponenziale deve far riflettere: circa seimila professionisti della salute, in poco meno di due giorni, si sono riuniti per rivendicare ciò che spetta loro di diritto e per protestare contro la bozza di disegno Legge di Bilancio 2021 che non solo non ne valorizza la professionalità e non ne gratifica economicamente le competenze, ma non li cita neanche!

Un vera e propria azione di discriminazione da parte del governo verso chi con professionalità garantisce i livelli essenziali di cura.”

Ma i professionisti sanitari tengono a precisare che: “Non è una questione di principio, assolutamente no. Le prese di posizione non portano lontano e inaspriscono gli animi. La battaglia di questi professionisti concerne la dignità e il rispetto. Vittime forse di una certa politica molto attenta a pubblicizzare ma poco incline ad approfondire, una classe politica che, probabilmente, non conosce il ruolo di ogni singolo professionista sanitario e nemmeno ne approfondisce competenze e livello di studio. La classe politica sembra non essere nemmeno a conoscenza che, senza operato di questi professionisti, i medici e gli infermieri non sarebbero in grado di intervenire sui pazienti per provare a migliorare le loro condizioni e magari salvare loro la vita o fare diagnosi. Probabilmente è ignara del fatto che, senza il lavoro di trincea di questi professionisti, non riuscirebbe a chiamare eroi quelli che sono in prima linea, ma anche sotto i riflettori.
Veniamo continuamente lasciati nell’ombra, e citati solo nei titoli di coda.

… Per questo e per la nostra dignità professionale chiediamo e chiederemo continuamente maggiore rispetto, coinvolgimento, e che cessi subito questa indifferenza nei nostri confronti, e chiediamo di non dimenticare o probabilmente fingere di dimenticare le professioni sanitarie Tecniche, riabilitative e della prevenzione. La nostra Costituzione parla chiaro con gli articoli 35 e 36 ma è bizzarro ritrovare un articolo che da esempio dell’ingiustizia che stanno vivendo le altre professioni sanitarie non menzionate nell’ultima bozza di legge di bilancio appena approvata, che sarà ancora molto discussa (speriamo!) in sede parlamentare, precisamente negli articoli 72 e 73. Infatti all’articolo 69 della Costituzione Italiana si leggono testuali parole: “I membri del Parlamento ricevono un’indennità stabilita dalla legge”. I Parlamentari quindi ricevono la loro indennità! Dietro questo sacrosanto principio noi ora ci chiediamo: perché gli infermieri che sono professionisti sanitari come noi devono essere premiati con indennità di specificità e tutti gli altri no? Siamo forse figli di un dio minore o addirittura non pienamente integrati in questo Stato?

Qual è la risposta? “E’ stata una svista di una manina”?! La nostra richiesta allo Stato non è una pretesa ma una necessità che riguarda il nostro bisogno di avere un ruolo nella società, che sia utile per la nostra dignità oltre che per il benessere e la salute pubblica visto che siamo pienamente impegnati per contrastare l’attuale emergenza sanitaria come lo fanno i Medici e gli Infermieri, talvolta in prima linea esposti come tutti gli altri a fattori di pericolosità non soltanto microbiologiche.

Il contratto nazionale è di tutti i professionisti del comparto e nessuno deve rimanere indietro; non vogliamo all’interno del solito contratto professionisti di serie A e di serie B. Il principio è forse diverso per chi legifera? A questo punto abbiamo bisogno di risposte nonché di scuse ufficiali proprio da parte delle istituzioni, quelle che noi ogni giorno serviamo con il nostro lavoro senza chiedere mai nulla tranne che in questo momento in cui la priorità è la difesa della nostra dignità professionale.

La nostra pazienza è terminata e, se sarà necessario, saremo pronti a combattere per rivendicare il nostro giusto collocamento tra le professioni nel lavoro e nella società.

A tutte le categorie che intendono mobilitarsi anche in tempi di Covid, non essendoci piazze e possibilità di assembramento, è possibile far sentire la propria voce in maniera chiara, autonoma, rivendicando in maniera incisiva ma sopratutto in stile democraticamente corretto e costruttivo.”

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