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OSS costretti all’abuso di Professione Infermieristica: insorgono Migep e Shc, che denunciano ai NAS.

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L’incolumità e la salute del cittadino-paziente sono messi a rischio nel pubblico e nel privato. OSS costretti a fare gli Infermieri. Migep e SHC scrivono ai NAS, a Speranza, alla Fnopi e agli Enti preposti al controllo e alla gestione corretta del personale.

Sono giunte centinaia di segnalazioni alla Federazione Migep e al sindacato SHC OSS sull’abuso di Professione Infermieristica da parte si migliaia di Operatori Socio Sanitari, costretti a somministrare terapia, ad eseguire medicazioni e altre procedure as esclusiva responsabilità dell’Infermiere (o del Medico).

I due sodalizi hanno inviato qualche ora fa una dura missiva al ministro della salute Roberto Speranza, al presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli, ai Presidenti degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, ai Direttori Generali delle Asl, ai Direttori delle strutture sanitarie e socio sanitarie, ai direttori delle Aziende Servizi alla Persona, al Presidente della Conferenza Stato-Regione e delle Province Autonome Stefano Bonaccini, alle Prefetture e ai Carabinieri del NAS e ad altri Enti e responsabili di strutture pubbliche e private.

Migep e SHC hanno diffidato tutti, invitandoli ad intervenire e con celerità ove necessario, al fine di stabilire la legalità. A dire delle due organizzazioni gli Operatori Socio Sanitari, sia nel pubblico, sia nel privato, continuano ad essere impiegati per mansioni non rientranti nel loro Profilo e di netta pertinenza e responsabilità infermieristica, mettendo a rischio la salute e la vita stessa dell’assistito.

Profilo Professionale dell’OSS. Accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2001. Ambiti di lavoro e competenze.

Questo fenomeno si sarebbe acuito con l’avvento della Pandemia da Covid-19, ma sarebbe stato perpetrato per anni anche prima dell’emergenza.

Di qui la lettera che appresso pubblichiamo e che restituisce appieno la dimensione del problema.

La diffida di Migep e SHC OSS.

Infermiere salva tre pazienti grazie all’OSS: stavano soffocando per tracheostomia colma di secrezioni.

OSS inserisce Catetere Vescicale a Paziente in emergenza. L’Azienda non lo denuncia, protestano Infermieri.

Le scriventi O.S di categoria insieme alla Federazione Migep vogliono stigmatizzare l’attuale contingenza che vede la mobilitazione continua per procurati abusi di professione, da parte delle amministrazioni della Sanità Pubblica – Privata – Terzo Settore – RSA – RA – Aziende dei Servizi alla Persona dei vari Comuni Italiani – I.R.C.C.S, verso la figura dell’operatore socio sanitario (oss).

Premettendo che l’OSS (Operatore Socio-Sanitario) è quella figura tecnica disciplinata dall’accordo stato-regioni e province autonome del 22 febbraio 2001, pubblicato in gazzetta ufficiale il 19 aprile 2001 n.91 all.1. la sua formazione professionale regionale, pari a 1000 (mille) ore, è indirizzata a svolgere attività atta a soddisfare i bisogni primari della persona in contesto sia sociale che sanitario. In base a questo accordo, l’OSS è ritenuto “operatore di supporto” che collabora con le altre professioni sanitarie e sociali di più elevata preparazione, in base alle specifiche competenze attuali della figura di cui in esame, definite dettagliatamente, negli allegati A e B del predetto accordo, in particolare l’Art. 5 dichiara espressamente: A- assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero; B- intervento igienico –sanitario e di carattere sociale; C – supporto gestionale, organizzativo e formativo.

Alla luce di cui sopra per tipologia di formazione e competenze previste; in base alla Sentenza di rigetto n 5387/2020 da parte del Tar Lazio, in cui l’ organizzazione Sindacale SHC OSS Nazionale e la Federazione Migep chiedevano il “Riconoscimento dell’oss nell’area socio sanitaria” e in base alla nota del 25 giugno in questo tragico contesto storico il Ministro Speranza, attraverso la memoria difensiva redatta dall’Avvocatura Generale dello Stato,
dichiarava che l’OSS non rientrerà nell’ambito delle professioni socio sanitarie e resterà configurato nell’ambito degli operatori di interesse sanitario con inquadramento economico, perché è sprovvisto delle caratteristiche della professione sanitaria in senso proprio, per mancanza di autonomia professionale, con funzioni accessorie strumentali e con una formazione di livello inferiore, sottolineando in via generale che il legislatore non ha inteso modificare lo status giuridico dell’OSS nell’Art.5 comma 5 della legge n. 3/2018 poiché non incide sullo status
delle preesistenti figure identificando l’OSS come operatore d’interesse sanitario.

Si informa che a seguito di numerosissime segnalazioni presso la nostra segreteria nazionale da parte di operatori sociosanitari “OSS” che prestano servizio in strutture socio-sanitarie e ospedaliere dislocate su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud, in cui i coordinatori e/o infermieri e/o dirigenti infermieristici, responsabili di strutture
del terzo settore, responsabili delle aziende dei Servizi alla Persona dei vari Comuni Italiani, a seconda delle esigenze del reparto, mansioni nuove di cui non sono stati edotti: né durante il percorso formativo né al momento dell’assunzione, obbligano gli operatori sociosanitari, senza possibilità di rifiuto, anche attraverso minacce di licenziamento e commissione di disciplina, ad assolvere mansioni infermieristiche e non di propria competenza,
incorrendo in abuso di professione. Ci giungono segnalazioni di casi gravissimi in cui obbligano gli OSS a svolgere in autonomia persino manovre invasive, come ad esempio, posizionamento di catetere vescicale, prelievi ematici, ECG, aspirazione dalla cannula tracheale, terapia infusionale, terapia insulinica, iniezioni intramuscolari e sotto cute, rilevazione parametri vitali, somministrazione pappe attraverso sondini naso-gastrici e PEG, terapia
orale, medicazioni complesse, (competenze infermieristiche), si vede assegnato particolari mansioni che richiedono elevata responsabilità. Competenze non richiamate dagli allegati A-B con abuso di professione e per cui l’operatore socio sanitario “OSS” non è più solo figura di supporto ai colleghi infermieri ma una figura a pieno assistenziale verso l’utenza.

Si rammenta che l’abuso di professione è un eccessivo uso dell’esercizio di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione, di conseguire uno scopo differente da quello per il quale il diritto è stato concesso.

L’abuso di professione è punito secondo l’art 348 C.P. e in base alla sentenza di Cassazione Civile, sez. lavoro, n. 17713 del 19 luglio 2013 è riconosciuto il diritto del lavoratore di rifiutarsi di svolgere mansioni superiori quando esse esulino dalla sua qualifica e comportino responsabilità maggiori anche di tipo penale.

Diffidiamo il Ministro Della Salute e il Vice Ministro; affinché l’OSS possa essere inserito nell’elenco delle
professioni socio-sanitarie ed avere la giusta formazione iniziale, la corretta formazione continua, un registro professionale e il giusto trattamento economico e non da meno l’adeguamento a pari livello dei colleghi europei.

Diffidiamo, Sindaci e tutte le Amministrazioni della Sanità Pubblica – Privata – Terzo Settore – RSA – RA –
Aziende dei Servizi alla Persona dei vari Comuni Italiani – I.R.C.C.S, per il perdurare di comportamenti autoritari e negligenti nei confronti degli OSS, facendoli incorrere nell’abuso di professione e quasi certamente in errore ed in fattispecie penali di natura colposa. Si rammenta alle SSVV che l’Avvocatura Generale di Stato afferma che per evitare che ci sia la parcellizzazione e sovrapposizioni con le professioni già riconosciute, un ipoteticoa mpliamento di competenze in capo all’OSS potrebbe comportare la sovrapposizione con competenze riservate e specifiche di professioni sanitarie già regolamentate quali ad esempio quelle dell’infermiere (art 5 comma 3 del DL 3/2018) evitando e prevedendo l’illegittimità dell’istituzione di profili socio-sanitari sovrapponibili a professioni sanitarie già esistenti.

Diffidiamo gli Assessori e le Regioni per aver prodotto un documento sulla revisione della formazione oss che non include i criteri fondamentali per la categoria, e tende a legittimare le macroscopiche differenze che ogni regione ha in 20 anni dato vita al profilo, del quale il regionalismo sul profilo regionale ha creato e sta creando
nella qualifica oss identità diverse. Senza chiarire neanche le competenze, lasciando a discrezione di chiunque le interpretazioni, è un documento molto critico, tutto al ribasso, mancano i criteri, si avrà più incertezza, proponendo l’oss come un operatore molto flessibile a convenienza e d’interesse sanitario (sempre area tecnica).

Si richiama la Fnopi a un controllo e verifica su quanto sta accadendo e che attraverso i suoi Presidenti Regionali si costruisca una rete di verifica affinché gli infermieri non demandano funzioni non pertinenti alla figura oss, egli non può delegare all’OSS ciò che dovrebbe svolgere personalmente o comunque compiti che richiedono competenze e conoscenze tecniche che l’OSS non ha e non può avere per la formazione ricevuta e l’esperienza
acquisita. Inoltre, ricordiamo che il documento elaborato unitariamente sulla revisione e competenze dell’operatore socio sanitario non serve solo agli oss, ma è anche una forma di tutela da ambo le parti, considerato che in molte strutture (RA – RSA ) gli operatori sostituiscono non volendo gli infermieri, soprattutto di notte, perché gli infermieri non ci sono, allora ci domandiamo la responsabilità penale di chi è? Tutti ne sono a conoscenza, tutti lo sanno, ma poi si fermano davanti all’evidenza e non fanno più nulla; sarebbe opportuno sottoscrivere il documento e metterlo in visione alle forze politiche e al Ministro della Salute.

A tutti i Prefetti e i Nas di tutta Italia di verificare quanto sta avvenendo in tutte le strutture assistenziali.
Pertanto le scriventi diffidano le SS.VV. sin da ora di fare ampliare le competenze all’Operatore Socio-Sanitario, con espresso avvertimento che se obbligheranno l’OSS a svolgere mansioni non previste dal profilo professionale integrando abusi di professione saranno denunciate agli organi competenti (NAS – Prefettura).

Sicuri di aver sollecitato interesse, auspichiamo in un incontro urgente con le SS.VV. e porgiamo cordiali saluti.

I segretari Nazionali SHC Oss – Federazione Migep
Antonio Squarcella – Angelo Minghetti

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