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Nursing Up. Per gli Infermieri e il personale sanitario maggiori stipendi, libera professione e più sicurezza.

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Scende in campo Nursing Up Lombardia, che chiede per gli Infermieri e il personale sanitario maggiori stipendi, libera professione e più sicurezza.

Il sindacato Nursing Up della Lombardia scende in campo per chiedere al Governo Meloni, mediante il governo regionale rappresentato nel campo sanitario e sociale da Guido Bertolaso (assessore) e Giovanni Pavesi (Direttore Generale Welfare), il rispetto e l’accettazione delle “doglianze” di Infermieri, Infermieri Pediatrici, Ostetriche, Fisioterapisti, Professioni Sanitarie e altri dipendenti del SSR.

Servono stipendi più consistenti, riconoscimento vero della libera professione per Infermieri e Professioni Sanitarie, più sicurezza, riconoscimento lavoro usurante e maggiori indennità per il rientro in servizio.

Ecco la missiva del Nursing Up Lombardia.

La scrivente O.S. NURSING UP tenta di dialogare da lungo tempo con i rappresentanti del Governo al fine di dare idonee soluzioni al ventaglio di problematiche ed alle correlate richieste dei professionisti sanitari dipendenti delle Aziende Sanitarie. Nonostante le molteplici azioni e manifestazioni messe in atto dalla scrivente, solo da parte del Ministro della Salute è arrivato un timido segnale di valorizzazione della nostra professione attraverso il riconoscimento di una indennità professionale che, tuttavia, non è certamente sufficiente e ci lascia profondamente amareggiati e delusi. Pertanto ci appelliamo al vostro profondo senso di giustizia e di civica responsabilità e vi chiediamo di farvi da tramite presso il Governo, nella vostra qualità di rappresentanti istituzionali, affinché vengano messe in cantiere azioni risolutive e definitive rispetto alle doglianze oggetto delle nostre richieste. Nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione che stiamo attuando, il giorno 29 Maggio 2023 dalle ore 12:30 manifesteremo davanti alla Regione Lombardia, ricevendo il sostegno di cittadini ed esponenti delle istituzioni.

Vi chiediamo pertanto, di accogliere la nostra richiesta, e di sostenere le nostre istanze attraverso una compiuta ed incisiva attività di sensibilizzazione nei confronti del Governo Italiano, fermo restando la richiesta di attuare tutto quello che è di vostra competenza al fine di risolvere quanto di seguito segnalato. Inoltre, in tale data, chiediamo la possibilità di ricevere una nostra delegazione (circa 5 persone), guidata dal Presidente Nazionale Dott. A. De Palma presso i vostri uffici.

Con i sensi della nostra più alta stima.

Monica Trombetta, Segretaria Regionale Nursing Up Lombardia

Quali sono le “doglianze” di Nursing Up?

Eccole nello specifico:

1. Revisione dotazioni organiche: come definire quantitativamente e qualitativamente lo staff infermieristico e di supporto rimane un problema rilevante e irrisolto. Comprendere quale è lo staff ottimale, quello minimo e il mix di competenze da assicurare per garantire cure costo-efficaci, rappresenta una questione aperta. La Regione Lombardia, ha adottato una riforma (LR 23/2015) del sistema sanitario regionale, introducendo le ASST (aziende socio sanitarie territoriali) e le ATS (agenzie per la tutela della salute), cambiando di fatto, solo la forma ma non la sostanza della Sanità, se si continua ancora a parlare di assistenza infermieristica in minuti/paziente/giorno, come normato da una delibera, ormai vecchia di oltre 20 anni, la DGR n. 6/38133 del 6 agosto 1998: “120 minuti di assistenza andavano forse bene nel 1969, quando la degenza media era di venti giorni e i pazienti totalmente dipendenti non più di tre per reparto, quando la terapia infusionale riguardava il 20% dei pazienti degenti e i grandi anziani avevano ottanta anni. Oggi 120 minuti di assistenza sono economicamente sostenibili ma eticamente incompatibili.” I problemi, insorgono soprattutto nelle specialità di base, dove ci si rende subito conto, che la quotidianità dell’assistenza, è ben altra cosa e che i minuti effettivi assistenziali da dedicare, sono di più dei 120 minuti tabellari, per ogni paziente. Pur in presenza di una difficoltà di reclutamento del personale infermieristico, l’aggiornamento del fabbisogno del personale garantirebbe certamente una migliore qualità assistenziale e minor rischio sull’utente.

2. Rientri in servizio (RIS): prevedere un quantum orario al personale sanitario ogni qual vota accetti di rientrare in servizio per qualunque assenza (min. 50 euro all’ora).Tale incentivo deve essere corrisposto in modo uniforme in tutte le Aziende Lombarde.

3. Indennità di confine per arginare la fuga degli infermieri: temiamo che alla già evidente difficoltà di reclutare nuovo personale infermieristico nelle Aziende Sanitarie, si aggiunga una continua emorragia di ulteriori professionisti oltre confine. A tale scopo occorre istituire un’apposita indennità di almeno 500 euro destinati ai professionisti che operano nelle province di Como, Varese e Sondrio, al fine di rendere più appetibile la permanenza nelle strutture sanitarie lombarde.

4. Garanzia sicurezza per personale operante nelle strutture sanitarie ospedaliere: sono sempre più frequenti i casi di aggressione al personale sanitario che purtroppo non viene tutelato per mancanza di presidi fissi delle Forze dell’Ordine.

5. Ulteriori risorse economiche per il contratto della sanità finalizzate e sufficienti per conferire un’indennità specifica e dignitosa per tutti i professionisti che si occupano ai vari livelli di funzione di assistere pazienti (Ostetriche).

6. Superamento definitivo e senza alcuna autorizzazione/discrezionalità, per gli infermieri pubblici e per gli altri professionisti non medici del vincolo di esclusività, riconoscendo loro il medesimo diritto già esistente per il personale medico, di svolgere attività libero professionale, anche per far fronte alla gravissima carenza di personale in cui versano le strutture sociosanitarie, le RSA, le case di riposo, di cura e le strutture residenziali riabilitative.

7. Indennità di esclusività aziendale: a tutti i professionisti sanitari che decidono di non avvalersi del diritto specificato al punto 6 del presente documento, chiediamo di attribuire un “premio fedeltà” (sulla falsa riga dell’indennità di esclusività della Dirigenza Medica), al fine di contrastare la fuga degli stessi verso altri lidi.

8. Direttive e risorse economiche finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti sanitari oggetto della presente, riduzione del debito orario settimanale degli stessi (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici.

9. Riconoscimento del lavoro usurante del personale sanitario infermieristico, Ostetrico e OSS, così come discusso in Senato, 1’8 Febbraio 2022, nella undicesima Commissione permanente su Lavoro pubblico e privato e previdenza sociale, che ad oggi rientrano soltanto tra i lavoratori sottoposti a lavori “gravosi”. Il riconoscimento del lavoro usurante consentirebbe di usufruire della pensione di anzianità con un minimo di 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi più la quota di 97,6 (dato dalla somma dell’età e dell’anzianità di servizio).

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