Ieri abbiamo incontrato l’assessora Segnana ed i vertici dell’Apss di Trento, sulla fondamentale tematica di rendere attrattiva la nostra sanità pubblica e nel contempo arrestare la continua emorragia di professionisti sanitari che la abbandonano sempre più frequentemente.
Abbiamo chiesto ed ottenuto l’attivazione un tavolo tecnico di lavoro in Azienda sanitaria, dove però a nostro avviso dovrà essere presenziato anche dalla rappresentanza politica, che si dovrà far carico delle problematiche non risolvibili nell’alveo delle competenze aziendali, in quanto abbisognano di essere risolte con ulteriori finanziamenti economici, con l’adozione di provvedimenti legislativi e modifiche all’attuale contratto di lavoro che appare ormai superato ed obsoleto, visto il nuovo ordinamento professionale presente nel contratto nazionale.
Spiace constatare
il tardivo coinvolgimento del sindacato, il progetto presentato dai rappresentanti istituzionali, cosa sicuramente positiva, è iniziato quasi un anno fa tramite Trentino sviluppo e solo ora siamo stati coinvolti.
Da una prima analisi
ci sembra un’operazione di marketing di tipo verticistico, che va sicuramente implementata di contenuti, proposte ed idee, e la cui realizzazione deve prevedere adeguati investimenti economici.
Lo ribadiamo ancora una volta
con la nostra Provincia deve essere aperto un serio dibattito che veda protagonisti in primis professionisti ed operatori, le forze sociali e sindacali sono pronte ad esercitare un ruolo proattivo, per individuare tutte le azioni necessarie per, in primis, trattenere il personale attualmente in servizio, e poi attrarne da fuori regione.
A nostro avviso occorre
adeguare lo stipendio percepito in Italia a quello delle medie europee, oggi gli infermieri italiani sono al 25° posto come media annuale di retribuzione tra i Paesi OCSE, attivare percorsi di carriera e la libera professione intramoenia, sviluppare una politica gestionale volta al benessere ed alla soddisfazione del personale, garantire la possibilità di conciliare esigenze familiari e lavorative aumentando i part-time, rivedere l’organizzazione del lavoro ed infine attuare anche una politica legata ai benefit.
In assenza di concreti provvedimenti
sul versante del personale, la carenza sarà destinata a peggiorare ed il rischio sarà quello di impoverire ulteriormente di professionalità la sanità pubblica, a spese della qualità assistenziale e del cittadino.
Da parte nostra
ci sarà il massimo impegno e collaborazione per individuare al tavolo tecnico tutte le soluzioni necessarie per migliorare una situazione lavorativa sempre più insostenibile, ma vogliamo essere attori protagonisti e non semplici comparse!