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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Nuovo cluster nel pronto soccorso a pochi mesi di distanza.

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“E’ davvero preoccupante che a pochi mesi di distanza presso il presidio ospedaliero del Sant’Eugenio si ripresenti l’emergenza di un cluster che investa il pronto soccorso con ben 11 operatori contagiati dal virus Sars Cov 2”.

La maggior parte dei sanitari sono oramai vaccinati con la III dose e continuano a essere sottoposti a turni stressanti di lavoro e probabilmente in ambienti che dovrebbero essere maggiormente areati e sanificati. Sia per loro stessi che per i pazienti-utenti che accedono al presidio”.

È quanto viene dichiarato nella nota della Segreteria provinciale FIALS di Roma che tiene a precisare ancora:

“Sappiamo bene che tutti i camici bianchi di norma e nonostante la III dose di vaccino, vengono sottoposti alla misura quotidiana della temperatura e a tampone antigenico ogni 15 giorni.

Analogamente se un qualsivoglia operatore rientra dalle ferie o da tre giorni di malattia, anche se per mere cause osteoarticolari o muscolari, viene sottoposto sempre a tampone prima di ogni accesso al turno di lavoro.

Vale a dire che i controlli su un eventuale monitoraggio e circolazione del virus ci sono eccome ma non sembrerebbero sufficienti. Occorre quindi fare di più, molto di più e presto”.
“Servono misure precauzionali importanti che investano l’intero nosocomio in fatto di sanificazione capillare con manutenzione minuziosa dei sistemi di filtraggio e ricambio dell’aria non soltanto negli spazi del pronto soccorso, ma in tutti i reparti – aggiunge la nota -.

E’ necessario velocizzare gli investimenti su un’enorme quantità di mascherine di tipo ffp2 e ffp3 da distribuire più volte al giorno a tutto il personale in servizio e a ogni inizio turno”.

“Vorremmo investire in questo percorso di tutela del personale medico, tecnico, infermieristico, sociosanitario e amministrativo tutte le Asl, tutte le aziende ospedaliere e universitarie del Lazio affinché sia l’ultimo accadimento di questa gravità.

Vorremmo investire nell’impegno anche la Regione Lazio – conclude la nota Fials – affinché questa incresciosa situazione si risolva al più presto e nel migliore dei modi.

Non dimentichiamo che il personale sanitario ha una propria famiglia che potrebbe patire le conseguenze del contagio.

“Evitiamolo!”.

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