Sulle polemiche relative alla decisione dell’ASST di Lodi in Lombardia di impedire agli Infermieri, OSS, Professionisti Sanitari, Amministrativi e Tecnici turnisti di recarsi in mensa durante le ore di lavoro ora arriva la presa di posizione della FIALS. Ad intervenire e a tentare di fare chiarezza sull’argomento è Alfredo Sepe, segretario provinciale del sindacato in quel di Bologna.
“Riteniamo inopportuno l’allarmismo innescato dai soliti sindacati minoritari su applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) sul Diritto alla Mensa – spiega Sepe ad AssoCareNews.it – nello specifico le Aziende sanitarie e tutte le strutture sanitarie pubbliche nell’applicazione del dettato contrattuale succitato possono chiedere una interpretazione autentica all’Aran, cosa che avrebbe fatto l’ASST di Lodi”.
“In mensa si va sempre in due occasioni: dopo aver smontato dal turno di mattina e prima di montare per il turno del pomeriggio – aggiunge l’esponente della FIALS – il CCNL parla della pausa dopo le 6 ore e chiarisce che è possibile accedere ai pasti fuori orario in quanto non vi è pausa pasto per recarsi in mensa per il personale turnista”.
“In Emilia Romagna e Bologna, per esempio – conclude Sepe – il problema potrebbe sorgere solo per i turnisti che fanno lunga o lunghetta. In quel caso la FIALS si impegna a lottare per l’ottenimento dei buoni pasto”.
Purtroppo, va detto, questi sono i danni di un CCNL imposto dall’alto e per il quale si è portato troppa fretta per approvarlo a tutti i costi da parte dell’ARAN e dell’ex-Governo Gentiloni.