Medici, Infermieri e OSS dei Pronto Soccorso bolognesi ed emiliano-romagnoli non ce la fanno più. Troppo lavoro, troppi riposi saltati e stress al limite del Burnout. Interviene la FIALS.
Mentre la politica continua a sbandierare l’efficienza e l’efficacia del Servizio sanitario regionale dell’Emilia Romagna, ora scendono in campo Medici, Infermieri, OSS e addetti dell’emergenza-urgenza per dire che qualcosa non funziona nel settore, anzi più di qualcosa. Si fa interprete delle loro lamentele e delle loro esigenze la segretaria provinciale della FIALS di Bologna, che poco fa ha informato in merito la stampa sanitaria e non solo.
A Bologna, per esempio, non sono tutte rose e fiori, non va meglio nei PS di Rimini, Cesena, Forlì, Ravenna, Parma, Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Piacenza.
Nella città delle due torri, con il depotenziamento del PS dell’Istituto Ortopedico “Rizzoli”, tendono ad intasarsi gli altri Pronto Soccorso, con code e accumulo di lavoro per i cittadini e professionisti sanitari e socio-sanitari. Nella struttura va rivista l’organizzazione del lavoro e assunti nuovi addetti al Triage e all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria.
A scendere in campo ancora una volta è la segreteria provinciale della FIALS, che denuncia la presenza di una vera e propria pubblicità ingannevole da parte del governo regionale. La Sanità dell’Emilia Romagna, spiega Alfredo Sepe, segretario provinciale del sindacato di Giuseppe Carbone, fa acqua da tutte le parti. A suo dire si sta vendendo per oro quello che in realtà è spesso letame. Servizi venduti mediatamente come ottimi, in realtà sono pessimi e vengono tenuti in piedi solo perché c’è la volontà di farlo dei professionisti della salute, che hanno a cuore l’interesse di salute del Cittadino. Salute che, sempre secondo Sepe, viene continuamente lesa dall’azione politica in vista delle elezioni regionali del gennaio 2020.
Per la FIALS non si può e non si deve continuare a raccontare frottole, ma si deve avere il coraggio di ammettere che ci solo delle falle, tante falle, nel SSR. Queste buche vanno riparate e non con il solito tappo per limitare perdite, ma con una sana rivisitazione e riprogettazione della politica sanitaria emiliano-romagnola.
Anche per far capire che nei PS i professionisti non ce la fanno più a lavorare in condizioni spesso disperate che il sindacato delle autonomie locali e della sanità ha deciso di scendere in campo e di paralizzare la città. A Bologna e in tutta l’Emilia Romagna occorre ridare dignità agli operatori e ciò nell’interesse esclusivo del Cittadino, che non va preso in giro, ma va aiutato a scegliere le cure e l’assistenza realmente migliori.