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L’On. Stefania Mammì (M5S) sul “Family Act”: «Accolto mio emendamento, più tutele alle famiglie con figli disabili».

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“Nel corso dell’esame in Commissione Affari Sociali alla Camera è stato accolto il mio emendamento all’art. 1 del Family Act per rafforzare le tutele alle famiglie. Abbiamo incluso nella norma più attenzione sulle situazioni di disabilità, non autosufficienza, ed in generale a tutte le patologie che richiedono un carico maggiore sulle famiglie. La modifica, infatti, è tesa proprio a valorizzare la crescita armoniosa e inclusiva dei bambini e dei giovani all’interno delle loro famiglie.”

A partire dalle prime settimane di gravidanza, può essere consigliato alla gestante di sottoporsi ad una serie di esami prenatali, volti a verificare le condizioni del nascituro ed in particolare la presenza o meno di anomalie cromosomiche che possono essere causa di sindromi invalidanti. Oltretutto, alcune procedure diagnostiche prenatali comportano dei rischi per il feto, come nel caso della villocentesi e dell’amniocentesi, che attualmente rappresentano gli esami più attendibili per la certezza del risultato, ma dalla cui esecuzione può derivare un rischio aggiuntivo di aborto che si attesta intorno a 1 caso ogni 150-200 bambini.

Dall’esecuzione dei test prenatali si possono quindi ottenere delle risposte di carattere genetico di difficile gestione emotiva da parte della gestante, specie se la stessa in quella circostanza si trova ad affrontarle da sola. Scopo dell’emendamento è quello di agevolare la fruizione di permessi di lavoro per il coniuge, o in sua assenza per un parente, della donna in stato di gravidanza, che deve sottoporsi a queste procedure diagnostiche e ai controlli prenatali, al fine di garantirle, attraverso la loro presenza, un supporto emotivo per aiutarla a mantenere sotto controllo l’ansia ed in generale a mantenere un atteggiamento positivo di fronte alla comunicazione dei risultati degli esami”.

Oltre a questa proposta accolta la deputata pentastellata ha presentato altri 5 emendamenti sempre sui temi della disabilità ed uno per la tutela delle donne gestanti. “Ho proposto -precisa Mammì- di tutelare maggiormente le condizioni di fragilità presenti all’interno del nucleo familiare e soprattutto a favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro, specie quello femminile. Con un altro emendamento, inoltre, ho chiesto di assicurare l’applicazione universale di benefici economici ai nuclei familiari con figli a carico, secondo criteri di progressività basati sull’applicazione dell’ISEE, tenendo anche conto dei componenti del nucleo familiare con disabilità o non autosufficienti.

In un’altra proposta ho suggerito di prevedere maggiori tutele nella parità di accesso alle misure di sostegno all’educazione dei figli previste dal Decreto anche in presenza di condizioni di disabilità. Nell’ambito delle misure di sostegno alle famiglie per le spese sostenute per i figli in relazione all’acquisto di libri, contenute nel Family act, ho previsto con un altro emendamento, di includere anche il formato digitale oltre a quello cartaceo degli stessi. Le mie proposte sono andate anche nella direzione del sostegno alle famiglie e chiedono spese sostenute per gli accompagnatori delle persone disabili nell’ambito di attività ludiche come rappresentazioni teatrali e cinematografiche e altri spettacoli dal vivo, musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie d’arte, aree archeologiche e parchi naturali.

Infine, mi preme segnalare la proposta di modifica al Testo Unico sulla maternità e paternità volta ad agevolare la fruizione di permessi di lavoro per il coniuge, o in sua assenza per un parente, della donna in stato di gravidanza, che deve sottoporsi alle visite e ai controlli prenatali, al fine di garantirle, attraverso la loro presenza, un supporto emotivo per aiutarla a mantenere sotto controllo l’ansia ed in generale a mantenere un atteggiamento positivo di fronte alla comunicazione dei risultati degli esami, attraverso i quali è possibile verificare la presenza o meno di anomalie cromosomiche che possono essere causa di sindromi invalidanti. Oltretutto, alcune procedure diagnostiche prenatali comportano dei rischi per il feto, come nel caso della villocentesi e dell’amniocentesi, che a fronte della loro attendibilità, comportano un rischio aggiuntivo di aborto che si attesta intorno a 1 caso ogni 150-200 bambini.

Per questi motivi ritengo sia essenziale la presenza del proprio partner in momenti così delicati per la vita del nascituro e per la salute della gestante”, conclude la deputata Mammì.

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