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giovedì, Marzo 28, 2024
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Lavoratori sanità: no alla riduzione a tre categorie professionali.

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Sanità, infermieri Nursing Up: No alla riduzione a tre sole categorie, si apra un confronto serio senza perdere tempo.

“La proposta di Aran e Comitato di settore di oggi non la condividiamo. Chiediamo alla parte datoriale pubblica di ridiscutere e confrontarci con una reale disponibilità a esporre le reciproche posizioni nel rispetto dei diversi punti di vista. Stiamo giocando sulla pelle degli infermieri e degli altri professionisti sanitari: tanto più quando sono loro quelli che prestano il massimo apporto al Servizio sanitario nazionale, a fronte del quale vengono corrisposte remunerazioni risibili”. Così il presidente Nursing Up Antonio De Palma commenta la ‘Proposta tecnica del Comitato di settore nell’ambito dei lavori della Commissione paritetica per la revisione del sistema di classificazione professionale del personale del comparto sanità’.

“Tale Commissione dovrebbe lavorare per individuare le ipotesi migliori da proporre alle parti contrattuali – ribadisce – senza per questo ipotecare il futuro e senza sentirsi vincolati dalla possibilità di spesa. Siamo pronti a lavorare su una riforma radicale dell’attuale classificazione senza perdere ulteriore tempo”. Per quanto riguarda il primo punto della proposta denominato ‘Semplificazione e razionalizzazione dell’attuale sistema di inquadramento del personale nelle categorie giuridiche e nei livelli economici’, il presidente Nursing Up ha spiegato: “Diciamo no alla riduzione a tre categorie. Si apra un confronto serio. Alla parte pubblica potrà apparire semplificante ma a nostro avviso resta il modo peggiore per rispondere a centinaia di migliaia di professionisti che si aspettano progressioni di carriera e valorizzazione di ruolo. Vogliamo riconoscimenti, non riduzioni. Si lavori su un’ipotesi giusta ed equa sotto il profilo contrattuale, che agli infermieri è dovuta”.

Sollevati molti dubbi da tutte le sigle sindacali presenti anche sugli altri punti in discussione proposti nel documento Aran/Regioni riguardanti i seguenti argomenti: Sviluppo e rafforzamento degli strumenti per sostenere lo sviluppo delle competenze professionali e per riconoscere su base selettiva il loro effettivo accrescimento; Razionalizzazione della disciplina contrattuale relativa ai trattamenti accessori collegati allo svolgimento di attività disagiate; Individuazione di nuovi profili non sanitari. “Auspichiamo un confronto leale e corretto partendo da piattaforme concrete, ma questo è possibile solo se si inizia da posizioni sindacali espresse e certe. Ci chiediamo, oltre alle posizioni dei sindacati autonomi da lungo tempo consegnate all’Aran, dove sono quelle degli altri”.

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