Nel riposo non siete tenuti ad essere disturbati!
I Coordinatori Infermieristici devo fare attenzione a disturbare gli Infermieri posti a Riposto, soprattutto se turnisti che hanno diritto allo stacco, per non violare il loro diritto alla privacy. Ogni dipendente pubblico, compreso gli Infermieri, ha un proprio dossier sanitario. Al suo interno sono contenuti dati sensibili e comuni. A nessuno è consentito, nemmeno ai Coordinatori Infermieristici e ai Direttori generali, sanitari o socio-sanitari l’uso non autorizzato ed indiscriminato dei numeri di cellulare e di qualsivoglia recapito telefonico.
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Tali dati possono essere utilizzati solo in presenza di un piano delle reperibilità o di richiesta espressa del lavoratore. Quanto stiamo per riferire vale anche per Operatori Socio Sanitari, Professionisti Sanitari e per tutti coloro che orbitano all’interno del Servizio Sanitario Nazionale pubblico e privato.
A scendere in campo sull’argomento era stata nei giorni scorsi Assunta Chiocca, responsabile provinciale del Sindacato Nursind a La Spezia. Il principio riproposto nella fase iniziale del presente servizio è stato enunciato dal Garante Privacy. Il sindacato diretto a livello nazionale dall’Infermiere Andrea Bottega si si rivolgerà al suddetto Garante, per tentare di risolvere ed eliminare le gravi violazioni legate ad azioni fuori-legge, che si sono riscontrate un paio di settimane fa ai danni di due Infermieri dell’Azienda Sanitaria Locale n.5 spezzina.
Accade a La Spezia, così come ha riportato il quotidiano La Gazzetta di La Spezia, ma le segnalazioni ora stanno arrivando in tutte le strutture sanitarie e negli Enti locali, dove operano tantissimi Infermieri ed Infermieri Pediatrici. In tutte le strutture pubbliche e private i turnisti (come pure i diurnisti), anche se liberi professionisti o lavoratori interinali, hanno bisogno del loro periodo di riposo per evitare stress e danni alla salute, che possono andare dai disturbi fisici a quelli psichici.
Di contro i Coordinatori Infermieristici devono dotarsi di apposi piani di emergenze per sopperire alle carenze e non possono assolutamente “disturbare” i propri collaboratori in assenza di esso. In altre parole, i caposala e le caposala (come preferiscono farsi ancora chiamare in tanti) hanno l’obbligo di prevedere eventuali pronte disponibilità e riposi cosiddetti “richiamabili”. La stessa cosa vale per le ferie, ma non per quelle estive che restano un sacrosanto diritto del lavoratore, al di là se esso è a tempo determinato, indeterminato, interinale o in regime di libera professione.
Oggi per la Privacy i Coordinatori Infermieristici, o chi per loro nel caso ci fossero appositi uffici ed addetti aziendali preposti, rischiano sulla propria pelle e possono essere passibili di denunce per palese violazione dei diritto alla riservatezza.
Qualche tempo fa avevamo sollevato anche il problema dei Gruppi WhatsApp e ora giunge la nota di Nursind spezzino, che a chiare lettere ribadisce quello che molti non vogliono ascoltare.
Non è stato un comportamento professionale quello del Coordinatore Infermieristico, che nell’essenza delle cose ha fortemente e gravemente danneggiato i due colleghi Infermieri. Svegliati nel cuore della notte e precisamente alle 23.55 erano nel loro turno di riposo. Ai due è stato chiesto di tornare in servizio l’indomani mattina, saltando il periodo di pausa imposto da tutte le norme in materia di lavoro dipendente.
Il sindacato Nursind di La Spezia, che come già accennato è guidato dalla collega Chiocca, si è detto fortemente convinto della condotta illecita, tanto da chiedere che venga corretta per il futuro da parte dall’ASL n.5, ma anche di tutte le altre aziende sanitarie che ne abusano. A tal proposito si chiede di realizzare appositi piani di emergenza per le assenze/sostituzioni del personale infermieristico, esentando chiamate nel cuore della notte e l’utilizzo scorretto dei richiami in servizio.
E chiaro a questo punto che l’azienda spezzina non ha rispettato due principi fondamentali nel chiamare in servizio i due colleghi:
- la liceità;
- la qualità.
Per quanto detto finora è banale ripetere che l’ASL 5 e le restanti aziende sanitarie italiane non possono e non debbono permettersi di trascurare un principio fondamentale: gli Infermieri, come tutti gli altri dipendenti e collaboratori, hanno bisogno del recupero psico-fisico nell’ottica anche della tutela dei diritti del lavoratore. Tali diritti vanno tutelati dal Datore di lavoro, che ne ha la piena responsabilità.
Se dal sindacale si traduce in italiano corrente ci rendiamo conto che quanto accaduto a La Spezia accade tutti i giorni nei reparti italiani ai danni della Professione Infermieristica e di tutti gli altri operatori della salute. Le Aziende lo sanno che commettono un abuso, ma continuano a farlo impunite perché nessuno protesta. Chi troppo lavora arriva stressato in struttura e lo stress si può ripercuotere su se stessi e, peggio, sui Pazienti, che hanno il diritto alle migliori cure e una assistenza di maggiore qualità.
Rischia l’Azienda, ma sicuro che non rischiamo anche noi ad accettare di saltare continuamente i riposi?