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Infermieri e Professioni Sanitarie: in Puglia la Regione nega i riconoscimenti. Protesta FIALS.

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La Segreteria nazionale della FIALS protesta contro la Regione Puglia per la mancata valorizzazione di Infermieri e Professioni sanitarie.

Dura presa di posizione della FIALS nei confronti della Regione Puglia per aver bloccato la valorizzazione delle professioni sanitarie e sociali con una determinazione sugli incarichi funzionali gestionali e professionali in pieno contrasto con le norme contrattuali vigenti.

Così Giuseppe Carbone, Segretario Generale della FIALS, in una propria lettera alla Conferenza delle Regioni, al Comitato di Settore Regioni-Sanità, all’ARAN e alla stessa Regione Puglia, richiamando una nota della Regione Puglia del 21 novembre 2019, inviata ai Direttori Generali delle Aziende Sanitarie pugliesi, con specifici chiarimenti e determinazioni sugli incarichi funzionali definiti nel nuovo contratto nazionale di lavoro per il personale del comparto sanità della categoria D e Ds.

“Siamo certi che la Regione Puglia non abbia agito in malafede però quanto sostenuto nella determinazione regionale è contrattualmente sbagliato e mira fortemente ed unicamente a bloccare non solo la valorizzazione di tutte le professioni, siano esse in particolare sanitarie e socio sanitarie che quelle degli altri ruoli, ma anche la funzionalità dei servizi sanitari delle singole Aziende Sanitarie.”

Carbone chiarisce che gli incarichi di funzione costituiscono, sia per la fattispecie organizzativa che quella professionale, la novità più rilevante del vigente contratto nazionale, ritenuta strategica dallo stesso Patto per la Salute, per rispondere adeguatamente ai nuovi bisogni di salute derivanti dal mutato quadro epidemiologico e demografico.

Nel merito della nota regionale sui chiarimenti ai Direttori Generali in materia di conferimento degli incarichi funzionali, prosegue Carbone, vi sono almeno tre punti che vanno in netto contrasto ed in violazione delle norme contrattuali vigenti.

Non è esatto affermare che i titolari di incarico conferiti con la previgente normativa restano validi fino alla quiescenza dei relativi titolari, come non veritiero è invocare che sulle nuove tipologie di incarichi funzionali vi sono in essere studi ed approfondimento da parte del Ministero della Salute. E’ altrettanto falso asserire la necessità del contenimento della spesa in rapporto alla quantificazione definita dalla regione con la delibera del 2018 – perché la spesa per gli incarichi funzionali con il nuovo contratto è tutta finanziata dai fondi contrattuali e dal costo contrattuale nazionalmente fissato.

E aggiunge Carbone: “non vi sono nemmeno competenze regionali sugli aspetti del conferimento degli incarichi funzionali se non per quanto attiene l’incarico di professionista esperto che è costituito dall’aver acquisito competenze avanzate tramite percorsi formativi complementari regionali ed attraverso l’esercizio di attività professionali riconosciute dalle stesse regioni”.

Su questo aspetto la Regione Puglia, ad oltre 17 mesi dalla firma del Contratto Nazionale, diversamente ad esempio dalla Regione Veneto, risulta essere fortemente assente e ad oggi non ha avviato o formalizzato alcun percorso formativo complementare e né riconosciuto le competenze avanzate negli esistenti e funzionali modelli organizzativi nelle diverse aziende sanitarie regionali. Difatti si sta negando il diritto delle professioni sanitarie e sociali al conferimento dell’incarico di professionista esperto.

Il Segretario Generale della FIALS, chiede alla Regione Puglia di revocare con urgenza la propria determinazione regionale al fine di evitare il susseguirsi di azioni legali e denunce anche dai singoli professionisti per abuso di ufficio, oltre manifestazioni sindacali.

In conclusione, Carbone invita la Conferenza delle Regioni ed il Comitato di Settore Regioni-Sanità ad intervenire nei confronti della Regione Puglia al fine di attenersi strettamente a quanto previsto dal contratto nazionale sugli incarichi funzionali.

Tanto più che la stessa Regione Puglia ha condiviso l’Atto di Indirizzo che il Comitato di Settore Regioni – Sanità ha inviato all’ARAN per la definizione e stipula del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il triennio 2016-2018 del personale del comparto sanità, oltre aver preso atto della stipula del medesimo contratto nazionale avvenuto il 21 maggio 2018.

Con una stoccata terminale, Carbone denuncia che la Regione Puglia, diversamente da tutte le altre regioni, ad oltre 17 mesi dalla firma del contratto nazionale, non ha adempiuto a definire con le OO.SS. regionali rappresentative le materie demandate al confronto regionale, in particolare quelle relative agli incrementi dei fondi contrattuali aziendali con risorse regionali a seguito non solo dell’aumento di personale negli ultimi 5 anni nelle diverse aziende sanitarie pugliesi ma anche per l’attivazione di ulteriori servizi sanitari e socio sanitari.

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