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giovedì, Marzo 28, 2024
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Gruppi WhatsApp e social di reparto: ufficialmente vietati in Veneto.

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La CISL FP padovana vince una battaglia di principio. I gruppi WhatsApp e i social sono vietati per le comunicazioni di reparto. Ora i coordinatori Infermieristici tremano.

Prima risposta alla segnalazione inviata dalla CISL FP alle Direzioni delle Aziende Sanitarie di Padova. Il Direttore Generale dell’Istituto Oncologico Veneto con sede a Padova ha provveduto a far trasmettere ai dipendenti una circolare che recita “….. per le comunicazioni di servizio, l’uso dei social network o di servizi di messaggistica istantanea (ad es. Whatsapp – Telegram) non è da considerarsi uno strumento di comunicazione cogente e ufficiale”.

Stringata ma importante questa nota sotto il profilo giuridico, perché richiama tra le righe a responsabilità personali per tutte le situazioni che dovessero generarsi da un abuso nell’utilizzo dei social in abito lavorativo. 

La CISL ad agosto 2019 aveva rappresentato alle Aziende Sanitarie di Padova e Rovigo le numerose segnalazioni in merito a disposizioni di servizio comunicate al personale a tutte le ore del giorno, serali e festive comprese, via Sms, WhatsApp, mail private o istituzionali riguardanti riunioni di reparto, modifiche dell’orario o altre disposizioni ritenute urgenti. 

“Bene l’iniziativa della Direzione dello IOV, da parte nostra “ – insiste Fabio TURATO responsabile Sanità Pubblica per CISL FP di Padova e Rovigo – però dobbiamo segnalare che la mancata risposta alla nostra segnalazione da parte delle altre Aziende Sanitarie di Padova e Rovigo, da cui ci aspettiamo presto altrettanta sensibilità in materia, non solleva il lavoratore da responsabilità amministrative, disciplinari e penali, ci riferiamo al Dlgs 196/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali” o alle numerose pronunce dei tribunali ( Tribunale di Fermo  e Vicenza in primis) che richiamano al valore giuridico dei contenuti inviati via social. E proprio per sostenere e garantire i Coordinatori Sanitari, Dirigenti o chiunque abbia una responsabilità gestionale consigliamo loro, “in difetto di una regolamentazione”, di impartire disposizioni e comunicazioni di servizio utilizzando mezzi ufficiali previsti dall’Azienda per evitare di incappare in spiacevoli inconvenienti ma soprattutto per rispettare la volontà dei propri collaboratori che non vogliono essere inseriti nelle chat”. 

“Proprio perché non neghiamo l’utilità di tali strumenti (WhatsApp in primis) – continua la CISL FP di Padova e Rovigo – ribadiamo l’assoluta necessità di condividere un regolamento specifico che formalizzi, “nei termini di legge” una corretta policy dedicata alla definizione di modalità e tempistiche di utilizzo/comunicazione degli strumenti social per conciliare il rispetto dei diritti dei lavoratori con le evoluzioni tecnologiche e organizzative che non possono diventare un ulteriore fardello per i lavoratori e la loro vita personale.”

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