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Gli Operatori Socio Sanitari (OSS) hanno bisogno di un corredo formativo chiaro ed ineludibile.

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MIGEP. La Lombardia continua a far confusione tra OSS e Super-OSS: serve formazione chiara ed inequivocabile per tutti.

Egr. Direttore,

la Regione Lombardia dopo l’incontro del 5 luglio presenta la nuova bozza sulla formazione OSS-FC, pur essendo due figure distinte e separate esse rimangono comunque legate fra loro.

Le istituzioni non temono il peso che gli oss potrebbero avere, eppure gli oss sono in numero non indifferente ma solamente sulla carta, poiché sono frammentati e divisi in associazioni e movimenti spesso incapaci e legati da un cordone ombelicale con organizzazioni sindacali. Ciò determina lotte intestine fra gli stessi oss sui tavoli istituzionali per mancanza di analisi e richieste conseguenti senza capire che tutto ormai è un gioco strategico della politica.

L’ultimo documento presentato sviluppa un progetto sperimentale nell’ambito dell’Accordo Stato Regioni del 16 gennaio 2003, percorso OSS-FC – diretto a operatori O.S.S. già in servizio presso unità di offerta sociosanitarie autorizzate e accreditate della rete di cure intermedie e della rete residenziale e diurna territoriale sociosanitaria che prevede la presenza in servizio di almeno un infermiere. Inoltre, prevede l’attivazione di un percorso sperimentale di formazione per infermieri referenti per l’inserimento di O.S.S.

La bozza prevede che l’Operatore Socio Sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria, oltre a svolgere e assorbire tutte le attività dell’Operatore Socio Sanitario, coadiuva all’interno di un modello organizzativo (differente a seconda delle realtà?) definito dalle indicazioni impartite dall’infermiere nel rispetto delle attività delegate individuate. Tutte le attività sono verificate dall’infermiere.

L’accesso alla formazione complementare oss avviene su segnalazione dei nominativi da parte delle strutture tenendo conto dei seguenti criteri di priorità:

– possesso titolo di scuola media superiore;
– un minimo di 3 anni dal conseguimento del titolo di OSS;
– il lavoro documentato di OSS di almeno 2 anni;
– formazione pregressa premiante, (es. attestato BLS);

La frequenza ai corsi è obbligatoria, e possono essere ammessi alle prove di valutazione finale coloro che hanno frequentato il 90% delle ore complessive del corso, e hanno ottenuto una valutazione positiva dal corpo docente sia per la parte teorica sia per il tirocinio.

L’ossfc acquisisce l’attestato finale di “Formazione complementare in assistenza sanitaria” dopo il superamento dell’esame finale il cui fine è la verifica del conseguimento di tutte le competenze previste dal profilo formativo attraverso una prova scritta, una prova orale e un’esercitazione pratica.

A livello giuridico compaiono tanti interrogativi:
• non si determina in modo univoco il modello organizzativo nel quale sono inseriti gli oss,
• Il periodo del tirocinio previsto è considerato stage gratuito anche se fornito nelle medesime strutture in cui si lavora? In questi casi, l’oss in formazione sarà obbligatoriamente inserito in turno come figura in sovrannumero?
• non si comprende chiaramente a chi è posta in carico la responsabilità della firma dei protocolli e l’eventuale ricaduta delle responsabilità in assenza dell’infermiere
• non è normato in modo chiaro il rapporto fra oss e oss-fc
• non è chiaramente definito su quale figura ricadrebbero le competenze dell’oss-fc nel caso di una sua assenza (pur essendo chiaro che le sue competenze non possono certamente essere assorbite da chi non ha compiuto un percorso formativo definito da questo documento).
• non si comprende quali sono gli standard assistenziali che dovranno essere tenuti dagli oss in presenza di ospiti con problemi complicati
• non modifica e non integra il modello del 2003, anzi riduce i criteri di accreditamento delle ore di formazione ampliando il numero delle competenze che spesso potrebbero diventare improprie
• manca il riconoscimento e conseguente valorizzazione economica
• non si rileva alcun vantaggio concreto per gli oss: la responsabilità in assenza dell’infermiere su quale figura ricade, considerando che spesso di notte o nei giorni festivi l’infermiere non è presente?
• La maggior responsabilità degli infermieri relativamente al percorso di formazione come viene riconosciuta e valorizzata?

Dalla lettura di quest’ultima bozza non riusciamo a comprendere quale prospettive sono date agli oss e quale professionalità gli è concessa. L’unico obiettivo è quello di compensare la annosa carenza infermieristica che non si è avuta la volontà di risolvere in questi decenni.

Gli oss continuano a subire notevoli ingiustizie, il cambiamento e il riconoscimento che la federazione migep chiede, non è quello di svolgere maggior competenze a parità di salario, ma un riconoscimento giusto nel servizio sanitario assistenziale, con un’ uniformità a livello contrattuale.

L’elevato numero degli oss e le crescenti esigenze nel rivederne le competenze, fanno si che emerga il bisogno del riconoscimento all’interno del ruolo socio sanitario; se lo meritano!!!!. Oggi c’è una necessità formativa, il mercato del lavoro è cambiato, ma, si vuole l’oss sottomesso che risolva le crisi senza riconoscimenti giuridici, contrattuali, formativi. E’ evidente che la figura dell’oss viene sfruttata da una politica incapace di comprendere e gestire la complessità dell’assistenza sanitaria e socio-sanitaria. Le linee di politica socio-sanitaria che sembrano essere seguite paiono essere quelle di risoluzione immediata delle emergenze in modo abbastanza raffazzonato e soprattutto a “invarianza economica”. Invarianza che comunque non esiste poiché i veri costi (di aumento delle competenze senza riconoscimenti) ricadono proprio sui lavoratori oss e oss fc.

Come federazione migep porteremo insieme a shc oss una battaglia al riconoscimento di questa figura, e confidiamo che molti oss ci appoggiano affinché si possa ottenere il riconoscimento del ruolo.

Bisogna essere uniti perché gli oss sono diventati attori, ma la causa della disunione porta questa figura ad avere solo il ruolo di comparsa lasciando agli atri il potere decisionale.

Il fatto che il Ministro Speranza abbia dato carta libera alle regioni determinerà ulteriori problemi poiché esse avranno a disposizione in mano un’arma per meglio ottimizzare (cioè sfruttare) la figura dell’ oss senza una formazione adeguata, senza sbocchi futuri ed inoltre senza riconoscere il lavoro usurante.

Gli infermieri uniti fanno sinergia, mentre l’errore commesso da parte di molti oss è pensare che tutto gli sia dovuto senza muovere un dito, che tutto sia fuori luogo o che l’approccio sia troppo soft.

Nella bozza si possono individuare nuove competenze che saranno determinate dallo stesso infermiere, si avrà più incertezza, l’oss rimarrà molto flessibile a seconda della convenienza con la dicitura ambigua “d’interesse sanitario”.

La figura dell’Ossfc è un apri pista, per sopperire alla carenza infermieristica, coinvolgendo poi tutti gli oss sia nel pubblico che nel privato in modo pressoché gratuito.

La professione oss deve uscire da questo stallo, e deve evolvere qualitativamente integrandosi a tutti gli effetti con le professioni socio sanitarie. Un vero cambiamento di fatto.

Ma se abbiamo sui tavolo associazioni oss che invece di essere solidali con i colleghi dicono “si Padrone quello che decide Lei va bene” non si arriverà mai ad un cambiamento reale…..

Ci viene in mente alcune frasi di una canzone “Italia d’oro “ (romba il potere che detta le regole …. racconteranno che è tutto è facile, ma resta un calcio in culo) …..Italia d’oro frutto del lavoro. dimentica gli oss… Quando smetteranno gli oss di essere complici e essere una grande professione?

Comunicato Federazione Migep

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