Ci scrive Emma, Amministrativa ASL: “noi indispensabili per il funzionamento del SSN e umiliati con un Contratto da fame; un giorno incroceremo le braccia e tutti si bloccherà”.

Buongiorno Direttore,

mi accodo anche io ai miei colleghi amministrativi, specificando che non esistono solo gli uffici amministrativi chiusi al pubblico.

Io sono un’amministrativa di sportello. Per intenderci, sono tra coloro che deve sorbirsi lamentele ed insulti tutti i giorni, perché non si trovano appuntamenti da prenotare, sono tra quelli che incassano e, soprattutto, sono una di quelli che gestisce l’anagrafe sanitaria, occupandosi di cambi medico e rinnovi dei tesserini sanitari di domiciliati e stranieri.

Io sono un’amministrativa di prima linea, che però viene pagata meno di un usciere o di una categoria protetta che in genere dorme o al massimo fa le fotocopie.

Insomma, sono alla base del sistema che senza di me non partirebbe proprio, che lavora in gravissima carenza di organico, tanto che il mio sportello, senza di me rischia di chiudere.
A quelli come me non vengono riconosciuti straordinari ne tempi “di vestizione”, ovvero tempi di backoffice in cui poter sistemare le pratiche di ogni giorno. Quelli come me che dovrebbero, x legge avere 15 minuti di pausa ogni 2 ore, spesso non hanno nemmeno il tempo per andare in bagno e se ci vanno lo fanno di corsa, lasciando spesso lo sportello scoperto e la gente in coda.

Ma qui pare esistano solo i sanitari. Beh, cari i miei sanitari, un giorno o l’altro noi agli sportelli ci stancheremo e incroceremo le braccia. E allora nessuno incasserà più le vostre visite, nessuno vi prenoterà più gli appuntamenti e vi ritroverete con code di gente fuori dalla porta degli ambulatori a bussare x arrabbiarsi e insultarvi così come fanno ogni giorno con noi.

Emma V., Una amministrativa molto arrabbiata

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