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Elenchi Speciali Professioni Sanitarie: perplessità dal sindacato dei Fisioterapisti.

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Elenchi Speciali professioni sanitarie molto pericolosi. La sanatoria voluta dal ministro della salute Giulia Grillo non piace allo SPIR AR, il sindacato dei Fisioterapisti. Possono danneggiare il Cittadino.

Gli Elenchi Speciali delle Professioni Sanitarie voluti dal ministro della salute Giulia Grillo con una maxi-sanitario lo scorso 12 agosto continua a dividere gli addetti ai lavori. A scendere in campo questa volta è il sindacato dei Fisioterapisti, lo SPIR AR, che protesta per non essere stato interpellato. Il sindacato parla apertamente di squallidi manovre pre-elettorali a danno del Cittadino.

Ecco il comunicato dello SPIR AR.

Come ben noto agli addetti ai lavori, il 12 agosto, nel bel mezzo di questa estate torrida, la Ministra Grillo si è adoperata, forse prima della caduta del Governo, nel firmare il decreto attuativo che prevede l’istituzione degli elenchi speciali per 18 categorie professionali.

Con i nostri consulenti e dirigenti abbiamo analizzato (e stiamo continuando a farlo), quanto proposto dal Ministero della Salute e dai suoi collaboratori.

Premettiamo a tutti i nostri lettori che SPIF AR, in quanto organizzazione sindacale non è stata MAI invitata nelle varie audizioni che suddetto dicastero ha effettuato, dal mese di gennaio fino a qualche settimana addietro, con le associazioni di categoria dei massofisioterapisti, líassociazione dei fisioterapisti AIFI, CONAPS e con la FNO TSRM PSTRP.

Pur non di meno, nostri dirigenti con i consulenti legali si sono adoperati FATTIVAMENTE, anche se informalmente, nellíincontrare esponenti del Ministero della Salute ed esponenti politici a cui hanno consegnato dossiers, fascicoli, memorie e ogni tipo di documento atto a delineare un iter normativo chiaro ed inequivocabile.

CiÚ premesso, entrando nello specifico del decreto, non commentando le asserzioni epistolari e video della ministra Grillo con tutte le INESATTEZZE dichiarate e di cui ci riserviamo di rispondere, preferiamo concentrare la nostra attenzione sulle perplessità, sulla lettura ed i possibili risvolti che possono scaturire dal decreto:

  1. Non si comprende cosa potrà fare, anche se iscritto in un elenco ‘speciale’, una figura come quella del MASSOFISIOTERAPISTA POST 99, che, non è e non potrà essere equipollente né equivalente alla professione Sanitaria di Fisioterapista; altresì si ricorda che non ha un proprio profilo di riferimento (DM relativi a detta figura abrogati) e di conseguenza non sono evincibili le competenze proprie della professione;
  2. All’art.1 comma 2, nei vari punti si fa riferimento (anche per i lavoratori autonomi indi con partita Iva), al ‘profilo della professione SANITARIA di riferimento’ nonché delle attività professionali dichiarate in riferimento al titolo posseduto: appare evidente che tale figura (OPERATORE DI INTERESSE SANITARIO) non rientra tra le professioni intellettuali definite dall’art. 2229 del codice civile e pertanto è evidente l’impossibilità di esercitare la professione in via autonoma ovvero la gestione diretta di uno studio professionale
  3. All’art.1 comma 2, lettera C, punto 1 ( lavoratori autonomi con 36 mesi) ci risulta, per le vie brevi che in virtù di suddetto limite, molti operatori di interesse sanitario che, non arrivano a dimostrare di avere 36 mesi, anche non continuativi, in 10 anni e, molti studenti del I e II anno, sono pronti a ricorrere poiché si vedrebbero impossibilitati ad iscriversi;
  4. All’art.3 comma 2 si evince che ‘il consiglio direttivo dell’ordine dei tecnici sanitario… dopo aver vagliato la documentazione, provvede all’iscrizione’.

Siamo sicuri e ci auspichiamo che ci saranno delle verifiche serie per la valutazione dei titoli.

Considerazioni.

Il logo del sindacato SPIR AR.
Il logo del sindacato SPIR AR.

Appurato che tale decreto Ministeriale scaturisce da ‘promesse elettorali’ che dimostrano altresì l’ignoranza del Governo nel merito di alcune prestazioni (massoterapia, terapie fisiche, ionoforesi, diatermia ecc..) che sono state escluse dai LEA con DPCM 2001 e che denotano in maniera incontrovertibile la beffa di tale decreto di cui all’art. 5, facendo emergere il presupposto dichiarato della salvaguardia di lavoratori (20.000 posti) che erogherebbero prestazioni che sono a totale carico del cittadino, quindi a pagamento!

A nostro parere l’unica utilità del menzionato decreto risiede nel fatto che questi operatori emergeranno dall’attuale sommerso e di conseguenza sarà più facile perseguire ogni abuso e di cui lo Spif Ar, sin da ora si far‡ carico di segnalare allíordine ed agli organi preposti.

Per i colleghi che incitano forme di manifestazione, vedi sciopero e/o mobilitazione, la scrivente alla luce del decreto legge sicurezza che risulta essere molto pi˘ restrittivo rispetto la precedente normativa, pur rimanendo a disposizione dei soci e simpatizzanti, a tutela propria e di tutti i colleghi ha ritenuto e ritiene evitare azioni che potrebbero rivelarsi controproducenti.

Non abbiamo esitato e non esiteremo nellíagire nei palazzi.

La dirigenza SPIF AR

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