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Coronavirus, USB: “Ordini Professionali inutili, non pagate la quota annuale!”. Però chi non paga non può lavorare.

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Coronavirus: il sindacato USB attacca gli Ordini Professionali invitando i professionisti a non pagare la quota. Infrangerebbero però l’obbligo di legge non potendo poi lavorare.

USB: “Qualcuno sa dirci a cosa servono gli Ordini Professionali?”. L’Unione dei Sindacati di Base lancia un duro attacco agli Ordini Professionali definendoli “inutili” e “incapaci”. Vengono pure invitati i professionisti a non pagare la quota annuale, comportamento che ne prevederebbe l’esclusione dall’albo e quindi la non possibilità di lavorare. Questo è quello previsto per legge e confermato nell’ultima L.3/2018.

Questo il testo integrale divulgato dal sindacato.

“L’emergenza sanitaria in atto ha sancito, senza il minimo dubbio, insieme al fallimento del modello sanitario improntato a tagli di spesa, di posti letto e di personale, l’ inutilità degli ordini professionali e la loro incapacità a pretendere e garantire una qualsiasi forma di sicurezza lavorativa per i loro iscritti più o meno volontari.

Infatti, a fronte dei più di 10.000 contagiati fra gli Operatori sanitari, dopo un pavido tentativo iniziale di difesa della professione infermieristica espresso attraverso qualche comunicato stampa di circostanza, si è assistito ad una riproposizione pedissequa delle direttive del Governo e delle Regioni e a un banale copia incolla delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Istituto Superiore di Sanità.

Si è, di fatto, dimostrata l’inadeguatezza degli Ordini Professionali a scendere sul piano della reale portata dell’emergenza che ha travolto il Servizio Sanitario Nazionale e di comprendere le drammatiche condizioni di lavoro nelle quali si trovano a operare gli Infermieri e I Tecnici delle Professioni Sanitarie.

Si è particolarmente distinto, per il sostanziale silenzio, il neonato ordine TSMR che, dopo aver dato per mesi la caccia ai professionisti in ritardo con l’iscrizione, non è riuscito a proporre nessun vero intervento a supporto della salute delle professioni rappresentate e nessuna seria riflessione, in questo ben accompagnato anche dall’OPI, sui modelli organizzativi scelti per rispondere e reagire alla pandemia. Nessuna seria e approfondita riflessione nemmeno per cercare di portare alla luce e cercare di trovare strumenti di tutela per i Professionisti a partita iva, troppo spesso falsi imprenditori di se stessi. Unici, flebili e inutili segnali di vita sono stati dati con delle circolari sulle norme igieniche generali e sulle norme di distanziamento sociale. Un po’ poco per giustificare una vera e propria tassa annua obbligatoria come in effetti è la quota annuale di iscrizione.

Ribadiamo quindi, con ancora più convinzione, che gli Ordini professionali, non abbiano ragione di esistere, che per la crescita professionale e la tutela della salute possano fare molto di più libere associazioni scientifiche che sovrastrutture, quali appunto gli Ordini, prone e funzionali al modello aziendalista della sanità e ribadiamo con altrettanta convinzione che non ci debba essere nessun aggravio sulla busta paga dei Professionisti della sanità.

Quindi, con l’avvicinarsi delle scadenze per il pagamento della quota annuale di iscrizione e di fronte all’altissimo tributo versato in maniera particolare dagli Infermieri, ma anche dai Tecnici Sanitari lanciamo una campagna di disobbedienza civile dicendo a tutti gli ordini IO NON TI PAGO!”.

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