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giovedì, Marzo 28, 2024
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Coronavirus. Fials chiede attivazione piano emergenza Covid-19 nel Ferrarese.

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Emergenza Coronavirus. A Ferrare e in provincia la FIALS chiede di attivare il Piano di Emergenza contro il COVID-19. Mirella Boschetti scrive ai direttori generali di AUSL e AOSP.

La segretaria provinciale della FIALS di Ferrara, Mirella Boschetti, chiede l’istituzione ufficiale del Piano di Emergenza contro il COVID-19. Il Coronavirus spaventa un po’ tutti, soprattutto gli operatori sanitari che tutti i giorni si spendono per difendere il Cittadino dal contagio o per curare i contagiati.

La lettera della FIALS ferrarese.

Ai Direttori Generali
AZIENDA AUSL AOPS FERRARA

Oggetto: attivazione piano emergenza COVID  AUSL – AOSP.

Il CORONAVIRUS COVID 19 si sta diffondendo con crescente rapidità,  seppure in misura diversa, in tutti gli stati.
Anche Ferrara deve garantire  una maggiore ricettività per rispondere al prevedibile  incremento di ricoveri anche provenienti da fuori provincia come avvenuto il 7 marzo, con il ricovero in Terapia Intensiva di Cona di un paziente proveniente da Piacenza, risultato negativo al Coronavirus.

L’AOSP proprio il 7 marzo,  ha attivato il proprio PIANO DI EMERGENZA COVID 19, con l’avvio repentino dei primi interventi e traslochi, per incrementare i posti letto ed evitare la commistione fra pazienti sospetti e non sospetti, tra pazienti infetti da coronavirus e pazienti non infetti.

La FIALS è a criticare la strategia messa in atto, quella delle 2 velocità, anche in questa circostanza.

La FASE 1,  quella della rapidità nell’attivazione del PIANO EMERGENZA COVID 19, scattata in anticipo e della velocità nel chiedere sacrifici  agli operatori sanitari, con sospensione ferie e riposi, PD aggiuntive, ecc.

La  FASE 2,  il ritardo nel provvedere al reclutamento di professionisti per fronteggiare il potenziamento dei posti letto di Terapia Intensiva e delle Degenze, come si evince dai dati pubblicati nella home page aziendale:

  • 30 infermieri,   di cui i primi “arriveranno” il 16 marzo;
  • 16 OSS, di cui i  primi entreranno in servizio dal 9 marzo;
  • 5 medici pneumologi  in fase di reclutamento;
  • 18 medici specializzandi assunti con contratto libero professionale che andranno a coprire le necessità di servizio nelle terapie intensive e nei reparti  sub intensivi 

Per quanto su esposto  FIALS chiede:

  1. quanti infermieri ed OSS arriveranno rispettivamente il 9 ed il 16 marzo?
  2. quando arriveranno i rimanenti professionisti?
  3. che siano garantite le sostituzioni dei professionisti  già cessati o prossimi alla cessazione per pensionamento, per mobilità e concorsi, per aspettative per congedi parentali, ecc.;
  4. che ai professionisti neo inseriti siano garantiti i tempi di affiancamento, la formazione necessaria e specifica per consentire loro di lavorare in sicurezza.

Intanto, il peso dell’emergenza CORONAVIRUS grava sui   professionisti “presenti”,  “sempre presenti”, “pronti a correre in servizio” per senso del dovere, per solidarietà verso i colleghi, per empatia verso i pazienti e le loro famiglie,  come da anni fanno, perché sugli stessi grava già il peso dei tagli degli organici e della scarsa “lungimiranza” locale.

Come stanno funzionano i servizi?

  1. agli operatori sanitari vengono sospese le ferie, i riposi;
  2. i professionisti ricevono telefonate dai sovra-ordinati con  richieste di Pronte Disponibilità aggiuntive;
  3. note sul  turno di lavoro dei coordinatori con richieste agli operatori in riposo di  rispondere alle telefonate anche provenienti da “numeri sconosciuti” per eventuale chiamata in servizio, (reperibilità non retribuita).

A questi professionisti della sanità viene imposto di essere “TUTTOLOGI”, fenomeno che già ha fatto la sua triste comparsa in questi anni di drastici tagli di posti letto e accorpamenti di servizi che di fatto hanno ingenerato commistioni  di pazienti chirurgici ed internistici o accorpamenti temporanei estivi o definitivi di varie specialità chirurgiche.
Per  erogare un’assistenza di qualità,  bisogna che a tali professionisti sia garantito il tempo necessario per acquisire le competenze specifiche, per poter rispondere in modo adeguato ai bisogni assistenziali e di cura, per lavorare in serenità anche in situazioni critiche come quella che stiamo affrontando.
Agli  operatori sanitari, devono essere garantiti ritmi di lavoro che consentano loro di attuare al meglio, tutte le misure anti contagio prescritte, agli stessi deve essere garantito la disponibilità dei  DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, affinchè possano ritornare serenamente a casa, in famiglia al termine del turno di lavoro. 

La FIALS, richiama l’attenzione di codeste aziende, sulle precedenti proprie note del 3 e del 6 marzo 2020  inerenti:

  1. il riconoscimento dell’indennità di  malattie infettive CCNL 2016-2018 art.86 comma 6 lettera C da estendere ai professionisti coinvolti nell’emergenza COVID 19;
  2. interventi atti a  garantire la sicurezza dei professionisti presenti nei servizi non espressamente menzionati nelle “indicazioni operative” fornite da codeste amministrazioni, quali punto prelievi, CAD, ambulatori polispecialistici e similari.

Stante il rapido diffondersi del contagio,  preso atto della  nota AOPS del 6-3-2020 che tra le misure urgenti adottate prevede il coinvolgimento delle Terapie Intensive degli ospedali di Cento e Delta nell’accoglimento di pazienti  trasferiti dall’ospedale di Cona. 

Venuta a conoscenza che è stata allestita una stanza di isolamento nella Casa della Salute di Copparo attualmente occupata da una degente in quarantena, la FIALS è a chiedere di conoscere in tempi rapidi il PIANO EMERGENZA AUSL comprensivo degli incrementi di professionisti necessari a fronteggiare tale situazione.

In attesa di un sollecito riscontro si porgono distinti saluti.

Segretaria Generale Territoriale
Mirella Boschetti

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