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giovedì, Marzo 28, 2024
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Coronavirus. Contrari al richiamo in servizio degli Infermieri Pensionati.

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Contrari al richiamo di infermieri pensionati in servizio. Delli Carri (Nursing UP): “Gli over 65 sono la categoria più a rischio se contagiati da coronavirus, che senso ha esporli in prima linea? La soluzione alle necessità di personale sono le assunzioni straordinarie”.

Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri Italiani e delle professioni sanitarie è del tutto contrario al progetto, di cui si parla in Regione Piemonte, volto a richiamare in servizio medici, in prima battuta, e poi anche infermieri oggi posti in pensionamento, per fare fronte all’emergenza di personale generata dalla necessità di fronteggiare la diffusione del virus Covid-19.

La ragione di questa nostra contrarietà è molto semplice. Gli infermieri, come anche i medici, sono la prima linea di fronte per la gestione dell’emergenza contagio. Per questo sono anche la categoria più esposta al rischio di essere contagiati. Già oggi sappiamo che più del 10% tra infermieri e professionisti della sanità, che hanno operato in prima battuta con pazienti affetti da coronavirus, sono stati a loro volta contagiati. E qual è la categoria più a rischio tra coloro che vengono contagiati? Proprio le persone con più di 60/65 anni. E noi andiamo a richiamare sessantacinquenni in servizio per andare a fronteggiare un virus che proprio per i sessantacinquenni è esponenzialmente più pericoloso? Una follia che rischia solo di aumentare il numero delle persone malate in modo grave.

La soluzione all’emergenza sottolinea Claudio Delli Carri, segretario regionale del Piemonte e Valle d’Aosta del Nursing Up “Non è esporre infermieri già in pensione, che rischierebbero in modo ben più grave eventuali conseguenze di salute se esposti al virus. In questo modo si correrebbe il rischio di avere ancora più malati e di non dare il giusto supporto alle necessità di cura oggi fondamentali per affrontare l’emergenza. Piuttosto, sarebbe opportuno fare subito assunzioni straordinarie a tempo determinato o indeterminato, scorrendo le graduatorie e pensando anche alle agenzie interinali, andando ad aggiungere forze fresche all’attuale corpo di professionisti che operano nella sanità. Rimettere in servizio personale vecchio, in pensione, per quanto ci riguarda, non solo non ha senso, ma potrebbe essere dannoso”.

“L’emergenza di questi giorni – conclude Delli Carri – va affrontata con responsabilità e senza panico, mettendo in atto tutte le procedure di sicurezza che sono state descritte dal Ministero e che discendono da ciò che la scienza medica impone. Le chiusure, le misure di contenimento messe in atto, per quanto possano essere comprensibilmente impopolari, creando problemi e dubbi alle persone, sono assolutamente necessarie. La loro riduzione, come sta avvenando in Piemonte, è un segnale positivo, ma va fatta con grande cautela e con un attento monitoraggio della situazione che possa se necessario permettere di intervenire nuovamente. I Pronto Soccorso non vano intasati e i professionisti che operano negli ospedali vanno messi nelle condizioni migliori di lavorare. La salute e il contenimento del contagio, infatti, devono avere la priorità su tutto”.

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