Emergenza Coronavirus. Il premier Giuseppe Conte annuncia interventi drastici, ma importanti: “ecco le misure straordinarie per sostenere gli Italiani”. Si rischia la rivolta in ogni regione.
Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei Ministri, è intervenuto poco fa in diretta nazionale per annunciare ulteriori misure per sostenere l’Italia, dopo il no dell’Europa alle richieste del nostro Paese e di altri paesi europei (in totale 14 Stati). La richiesta di solidarietà alla UE non è servita. Oggi le ulteriori decisioni del Governo per far fronte ad una crisi che diventa anche di matrice sociale e di sicurezza nazionale. Si rischia la rivolta, il popolo non ha più soldi e negli angoli d’Italia più poveri si rischiano rivolte e sommosse.
Ecco il perché dell’urgente provvedimento del Governo, che per la prima volta vede coinvolte anche le opposizioni e le Regioni tutte assieme per una nazione unita in un momento così incerto per tutti.
Presenti alla conferenza stampa i rappresentanti del Ministero dell’Economia (Roberto Gualtieri) e il rappresentante dei Comuni italiani (ANCI). I sindaci sono in prima linea nel sostenere i meno abbienti e placare le rivolte locali.
“10.000 vittime sono tante, si allarga la nostra ferita, rivolgo un commosso pensiero a tutti gli Italiani colpiti dai decessi; ci incoraggiano gli oltre 1400 guariti, è il numero più alto; ci confronteremo con il nostro gruppo di studio per valutare in base alle raccomandazioni degli studiosi; lo Stato c’è, non giriamo il volto dall’altra parte, ci sono tante persone che soffrono, sofferenze psicologiche e materiali, di chi ha difficoltà economiche e per quanto riguarda l’approvvigionamento economico e farmacologico; variamo oggi un provvedimento di grande impatto, coinvolgiamo i sindaci per gestire il DPCM; ai sindaci giriamo 4 miliardi e 300 milioni di euro per gestire i meno abbienti; molti cittadini che sono in difficoltà saranno aiutati con altri 400 milioni di euro destinato ai comuni per fare la spesa agli Italiani che non se lo possono permettere; sono più di 8000 comuni in Italia, con questi soldi grazie anche al servizio civile e al volontariato si potranno aiutare entro la prossima settimana chi è in difficolta; pensiamo a buoni spese o a derrate alimentari, non vogliamo lasciare nessuno solo, soprattutto in un momento in cui l’intera comunità nazionale è sotto pressione; deve nascere una catena di solidarietà necessaria, favoriremo anche le donazioni e snelliremo la burocrazia; i 25 miliardi del Cura Italia devono arrivare direttamente nelle tasche degli Italiani, sono 11 milioni di famiglie; la burocrazia deve snellirsi”.
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