Emergenza Coronavirus. A Ravenna e provincia le Aziende Servizi alla Persona, le strutture di ricovero convenzionate e l’assistenza domiciliare sono in difficoltà. CGIL, CISL e UIL scrivono agli Enti locali: “occorre intervenire nell’immediato”.
Gli operatori sanitari e socio sanitari (Medici, Infermieri, OSS, Fisioterapisti, Animatori, Educatori Professionali, Tecnici ed altri) sono in difficoltà e non sanno come comportarsi di fronte all’Emergenza Coronavirus. Si fanno loro interpreti i sindacati confederali CGIL – CISL – UIL, che chiedono un urgente incontro alle autonome locali, tra cui i Municipi, le Aziende Servizi alla Personale e le Unioni Comunali.
Ecco la missiva dei tre sindacati.
Alla c.a. delle Autonomie Locali della Provincia di Ravenna
Comuni, Aziende Servizi alla Persona, Unioni Comunali
Legacoop
Confcooperative
Agci
OGGETTO: DPCM 11 marzo 2020.
Con la presente le scriventi OO.SS chiedono l’immediata sospensione di tutte le attività lavorative non essenziali in ottemperanza al DPCM 11 marzo 2020 e/o laddove possibile la prosecuzione o l’implementazione delle stesse in modalità smart working.
Per quanto riguarda le strutture che dovranno restare aperte perché di carattere essenziale alla tutela della salute dell’utenza, si chiede inoltre di dare immediata comunicazione agli RLS ed alle scriventi delle modalità di organizzazione della turnistica, delle misure di sicurezza messe in atto, dei dispositivi forniti al personale, nonché dei servizi che rimarranno attivi e delle modalità che presiederanno allo svolgimento ed alla erogazione degli stessi.
Con l’occasione si segnala inoltre all’attenzione degli Enti gestori e committenti il quadro che si è venuto a delineare sui servizi assistenziali ed educativi a seguito delle disposizioni emanate a mezzo DPCM e ordinanze regionali in merito all’emergenza epidemiologica da Covid-19.
In modo particolare per quanto riguarda i servizi domiciliari socio sanitari-educativi si evidenzia che la vaghezza l’incompletezza e/o l’assenza di indicazioni, protocolli definiti, forniture e presidi (es. soluzioni idroalcoliche, mascherine ecc), la mancanza di controlli in merito alle condizioni igienico sanitarie delle abitazioni e il continuo spostamento degli operatori da una abitazione all’altra rappresentano un rischio non solo per il personale ma anche per l’utenza più fragile e maggiormente esposta ai rischi epidemiologici, come peraltro le stesse Confederazioni CGI-CISL-UIL hanno evidenziato anche nel corso degli ultimi confronti con la Regione Emilia Romagna.
Per quanto riguarda le strutture socio sanitarie-assitenziali anche in regime di accreditamento rileva ad oggi la grave insuffcienza di DPI che porta il personale a lavorare non in piena sicurezza per il personale e per l’utenza.
A fronte di ciò si sollecita che i servizi da svolgere siano ridimensionati in un ambito di contenimento a tutela massima del personale e dell’utenza.
In attesa di un sollecito riscontro e di un intervento urgente.
Distinti saluti
FP CGIL RAVENNA CISL FP ROMAGNA FISASCAT CISL ROMAGNA UIL FPL RAVENNA