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venerdì, Marzo 29, 2024
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Concorso Mobilità Sant’Andrea Roma: Nursing Up parla di pesanti illegalità dell’azienda.

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Lo fa attraverso una lunga missiva della dirigente regionale Lazio, Laura Rita Santoro, con cui si mette in evidenza una grande anomalia.

Con una missiva indirizzata al Commissario Straordinario, alla Direzione Salute e Politiche Sociali e alla Direzione Aree Risorse Umane del Policlinico Sant’Andrea di Roma il Nursing Up regionale del Lazio chiede spiegazioni rispetto all’assunzione di Infermieri dalla mobilità. Perché i vincitori non vengono assunti? Se lo chiede Laura Rita Santoro, rappresentante regionale del sindacato.

La missiva è molto lunga ed articolata. Fa il punto sullo status quo del personale presente nel Policlinico, ma si annuncia nel contempo perplessità rispetto a quelle “aziende che non hanno mostrato la dovuta collaborazione”. Si stanno facendo figli e figliastri?

Ecco il contenuto della missiva di Santoro.

Al Commissario Straordinario
Dott. Giuseppe Caroli

Al Dott. Renato Botti
Direttore Direzione Salute e Politiche Sociali

Alla Dott.ssa Barbara Solinas
Dirigente di Area Risorse Umane e Potenziale di Sviluppo delle Professioni e della Dirigenza

Ministero della Salute

Oggetto: disposizione prot. 22442 del 6.06.2019 – Il Policlinico Sant Andrea non ha ancora potuto provvedere alle assunzioni dei soggetti vincitori dell’avviso pubblico di mobilità.

Con riferimento alla missiva in oggetto, sono rimasta perplessa. Sono contenta per i colleghi che aspirano in una mobilità dopo anni ma molto perplessa per quanto scritto nell’ultimo rigo della seconda pagina. Vale a dire: “(…) si trasmette elenco delle Aziende che non hanno mostrato la dovuta collaborazione nella procedura in oggetto.”

Le mie perplessità possono sembrare immotivate se non fossi a conoscenza di quanto ho letto nel bando di mobilità presso la ASL di Latina. (Burl 11.04.2019). Nell’avviso di mobilità volontaria nazionale tra aziende e enti del SSN, per numero 50 posti di collaboratore professionale sanitario infermiere – nel c’è scritto esplicitamente che: “in caso di superamento con esito positivo del processo di valutazione de di reclutamento, il candidato risultato vincitore del presente Bando, entro 30 giorni dalla comunicazione della nomina a pena di decadenza, dovrà produrre il nulla osta di trasferimento da parte dell’Amministrazione di appartenenza, pena il mancato perfezionamento del processo di mobilità”. Ancora: “l’Azienda si riserva la facoltà di non procedere all’assunzione stessa qualora i termini del trasferimento risultino incompatibili con le proprie esigenze”.

Leggo tutto ciò pensando ai colleghi, le cui amministrazioni, nella migliore delle ipotesi, emetteranno un nulla osta al trasferimento, entro 30 giorni. Colleghi che lamentano, non infrequenti lungaggini nell’emissione delle certificazioni. Non voglio immaginare i colleghi, infermieri, in contesti particolarmente impegnativi e/o strategici. Una collega, mi ha raccontato di aver voluto rinunciare alla mobilità, perché l’azienda che avrebbe dovuto rilasciare il nulla osta, non l’avrebbe “rilasciata prima di settembre/ottobre, a fronte di una richiesta di nulla osta presentata a marzo”. Quindi le aziende, si sentiranno autorizzate a rinunciare agli infermieri, primi in graduatoria, al fine di acquisire infermieri?

Chi riuscirà ad ottenere  il nulla osta prima dei 30 giorni? Qualcuno potrebbe essere favorito, nel caso di un informazione, con miracolosi anticipi? Oppure quel collega, infermiere, sgradito, che alla richiesta di un nulla osta troverebbe una corsia preferenziale senza pari?

La Regione Lazio non si è distinta per il riconoscimento e valorizzazione del personale sanitario del comparto. Abbiamo colleghi, distintisi che hanno acquisito la fascia “DS”, sul campo per meriti. …ma il merito, nel caso i professionisti sanitari vogliano rientrare nella regione Lazio, si è trasformato in una trappola! Molti, pur di rientrare, stanno partecipando ai concorsi, rinunciando alla carriera pregressa.

Altra questione sono le mobilità nella stessa Regione Lazio. Ho colleghi che percorrono numerosi chilometri ogni giorno, che anelano all’avvicinarsi a casa. Penso ai colleghi che attraversano il Lazio, da una provincia ad un’altra, ogni giorno. Anche durante lo smonto notte, che ora è di 12 ore (una brillante scelta recente), stanchi e sfiniti, vanno a popolare strade notoriamente trafficate. …ma, le graduatorie di mobilità non si muovono! Ho visto e letto delibere di personale sanitario del comparto, congedato, che è stato sostituito da personale a tempo determinato, piuttosto che reintegrare con personale dalla graduatoria di mobilità.

I problemi del traffico metropolitano potrebbero essere risolti, là dove ce ne fosse la necessità e c’è, consentendo l’avvicinamento delle persone che ne facciano richiesta. Un sistema indolore, a costo zero, che ridurrebbe anche il rischio d’incidenti.

Purtroppo, nessuno ha mai pensato a valutare il tasso d’incidenti del personale sanitario, dopo una giornata o nottata di lavoro di 12 ore, ma potrebbe essere equiparata ad una nottata brava di un ragazzo in discoteca.

Si chiede, pertanto dei provvedimenti efficaci, al fine di consentire la mobilità del personale sanitario, secondo principi di trasparenza, merito e valorizzazione.

Cordialmente.

Laura Rita Santoro, Nursing Up Lazio

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