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giovedì, Marzo 28, 2024
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CISL FP. Servono nuovi Medici, Infermieri, OSS e Professionisti Sanitari all’Ospedale di Schiavonia, oltre a nuovi posti letto.

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Ospedale di Schiavonia, dopo 2 anni di Pandemia è il momento del rilancio. La Cisl Fp chiede alla regione un impegno forte per aumentare i posti letto e la dotazione organica.

Questi due anni di pandemia hanno ridotto notevolmente la qualità dell’assistenza sanitaria nel territorio della bassa padovana a causa della trasformazione dell’ospedale di Schiavonia in covid hospital e  portato alla luce la cronica carenza di personale, di quello che alla sua apertura sarebbe dovuto diventare uno degli ospedali più all’avanguardia della regione.

I dati – afferma Fabio Turato dirigente Cisl Fp –  sono impietosi e portano alla luce quello che dal febbraio 2020 la cisl fp ha sempre denunciato con forza ovvero, che a pagare lo scotto più grande della scelta della trasformazione di Schiavonia in covid hospital, sarebbero stati i cittadini e i lavoratori.

Sono stati 11.559 i ricoveri in meno in due anni nei reparti dell’ospedale di Schiavonia, dove a soffrire di più è stata l’area chirurgica con oltre 2000 ricoveri in meno ma non si può dimenticare la cardiologia, l’ortopedia, l’urologia e persino l’ostetricia e ginecologia.

Altro numero impressionante sono gli oltre 34951 accessi  in meno in pronto soccorso in questi due anni, che ovviamente hanno costretto i cittadini a recarsi in altri pronto soccorso dell’ulss 6, a partire da quello di piove di sacco che ha visto un aumento degli accessi.

Il pronto soccorso di Schiavonia, – afferma Alessandro Piovan dirigente Cisl Fp-  non solo è stato declassato a punto di primo intervento, ma ha anche dovuto gestire migliaia di accessi covid costringendo il personale a lavorare costantemente in condizioni di estrema difficoltà essendo il “primo filtro” dell’ospedale.

Il pronto soccorso dell’ospedale di Schiavonia da febbraio 2020 vive in continua pressione da covid, tutto il personale si trova, infatti, ad operare quotidianamente in affanno permanente per l’eccessivo carico di lavoro con tutte le conseguenze che ciò comporta in termini di elevato stress psico-fisico.

Tutto il personale di Schiavonia, – continua Piovan –  dopo aver egregiamente affrontato la complessa emergenza pandemica, ora si troverà a gestire la riapertura con una inevitabile impennata assistenziale che portera’ numeri elevatissimi negli accessi al pronto soccorso, un’inevitabile aumento delle prestazioni chirurgiche ed ambulatoriali.

Non ci saranno tempi di “riposo”, qui si ripartirà a 1000 e nessuno si preoccupa della salute delle centinaia di lavoratori che dopo due anni di covid sono esausti.

Altro numero da non dimenticare, è quello delle prestazioni specialistiche non erogate in questi due anni che hanno ormai raggiunto numeri elevatissimi che si avvicinano ai 5000 interventi chirurgici in Ulss 6 e ben oltre i 1000 nel solo presidio di Schiavonia.

A questi numeri vanno aggiunti quelli legati alla carenza di personale che più volte abbiamo denunciato nel presidio di Schiavonia e in tutti gli ospedali dell’Ulss 6 Euganea.

Si fa presto a fare il conto, per effetto delle sospensioni legate al dl. 44 mancano all’appello nei reparti dell’Ulss 6 Euganea oltre 200 operatori sanitari tra infermieri, oss e tecnici sanitari, a cui vanno ad aggiungersi almeno altri 200 lavoratori assenti per maternità, malattia ed aspettative a vario titolo.

Le carenze di personale trovano origine da una programmazione fatta di tagli e razionalizzazioni che risalgono a prima della pandemia.

E se il virus si avvia a diventare endemico, non possiamo pensare di affrontare l’assistenza ordinaria, l’assistenza covid, il recupero delle prestazioni, la campagna vaccinale, la sorveglianza sanitaria, lo screening, il potenziamento dell’assistenza domiciliare e il supporto alle case di riposo chiedendo sempre allo stesso personale ormai esausto,  orario aggiuntivo o ancora peggio di rinunciare ai riposi e alle ferie.

Oggi l’ospedale di Schiavonia è in piena fase di riapertura, le sale operatorie sono attive, è stata aperta l’unita’ di cura intensiva coronarica, siamo a 75 posti letto di area chirurgica, è stato chiuso il reparto covid 10, il reparto covid 6 ha meno di 40 posti letto occupati,  si stanno aprendo nuovi posti di area medica, il pronto soccorso è aperto per l’area  cardiologica e medica e a breve aprirà anche per l’area chirurgica.

Ora che si e’ tornati alla normalità, non bisogna dimenticarsi di Schiavonia e di questi due anni di pandemia.

Ora che l’ospedale e’ riaperto e’  il momento di pensare ad una nuova organizzazione che permetta a questa struttura di non chiudere più e garantire ai cittadini della bassa padovana il diritto alla sanità che si sono visti togliere in questi due anni.

Sono 57 i posti letto tagliati all’ospedale di Schiavonia dalle schede ospedaliere dalla sua apertura.

Questa struttura e’ passata dai 434 posti letto della sua apertura ai 377 del 2019.

Ricordiamo che questo ospedale nasceva come ospedale per acuti e le schede regionali hanno di fatto ridotto fortemente l’area chirurgica e medica potenziando l’area geriatrica.

Tutti gli ospedali dell’Ulss 6 Euganea – dichiara turato fabio dirigente Cisl Fp – Schiavonia, Cittadella, Piove di Sacco e Camposampiero in questi due anni hanno lavorato in sinergia dimostrando di saper gestire egregiamente una emergenza pandemica sconosciuta grazie alla professionalità e disponibilità dei lavoratori.

Partendo dalle possibilità che deriveranno dalle risorse destinate alla sanità dal pnnr e dalle modifiche apportate al decreto ministeriale 70 che porteranno un adeguamento della rete ospedaliera tramite il potenziamento di alcune attività fondamentali come le terapie intensive, le aree semi-intensive e quelle legate alla cura delle patologie respiratorie.

Per questo, come cisl fp – continua Piovan -, chiediamo alla regione veneto di “restituire” al territorio della bassa padovana i 57 posti letto tolti in questi anni con le schede ospedaliere e creare un reparto di malattie infettive stabile di 40 posti letto compreso di 8 posti di terapia intensiva dedicati così da evitare queste continue chiusure e riaperture.

L’ospedale di Schiavonia in questi due anni ha dimostrato l’importanza di avere all’interno degli ospedali dei reparti di malattie infettive, le schede ospedaliere non hanno previsto tali reparti all’interno dell’Ulss 6 e per questo riteniamo utile e scontato dare seguito a tutto il lavoro svolto da medici, infermieri, oss, tecnici in questi due anni e creare un reparto dedicato che si rapporti direttamente con l’azienda ospedaliera.

Serve, per questo, l’adeguamento dell’impiantistica per poter creare il reparto nel retro dell’ospedale così da garantirne la totale separazione dai restanti reparti e l’accesso diretto dall’esterno.

Tutto questo permetterà all’ospedale di continuare a garantire la piena assistenza sanitaria senza dover chiudere ogni qualvolta dovessero arrivare ondate pandemiche.

Siamo convinti che bisogna prendere il buono da questa esperienza nella gestione della pandemia covid, e per questo, oltre al reparto di malattie infettive si deve aggiungere un reparto di pneumologia di almeno 30 posti letto  comprensivi di semintensiva pneumologica per poter seguire il paziente in tutte le sue possibili patologie acute che possono terminare con una riabilitazione pneumologica magari nell’ospedale di Conselve.

La gestione dei pazienti covid più gravi ha evidenziato in questi anni a Schiavonia, l’importanza di poter avere un reparto di sub intensiva respiratoria dove possono essere ricoverati sia i pazienti dimessi dalla rianimazione sia quelli provenienti da letti covid-19 a bassa intensità in caso di aggravamento delle condizioni respiratorie.

Riteniamo fondamentale  l’apertura di posti letto di pneumologia “flessibili”, in grado di adattarsi al trattamento di pazienti con differenti livelli di gravità della malattia. Una peculiarità che assume una notevole importanza in situazioni di emergenza dove è fondamentale assicurare una risposta pronta e rapida.

Per la gestione dei nuovi reparti serve l’assunzione di almeno 70 infermieri e 25 oss oltre al personale medico, infettivologo, anestesisti e pneumologi.

I lavoratori di Schiavonia – afferma Piovan – hanno sempre risposto presente alle infinite aperture e chiusure legate alle ondate pandemiche, hanno sempre messo la loro professionalità a disposizione dei cittadini per garantire l’assistenza sanitaria mettendo a rischio la loro salute e quella dei propri cari, per combattere un virus sconosciuto.

I cittadini della bassa padovana hanno forzatamente rinunciato al loro sacrosanto diritto alla salute in questi due anni.

Ora la regione veneto deve ridare ai lavoratori di Schiavonia e a tutto il territorio della bassa padovana il giusto ringraziamento, non a parole, ma con i fatti, potenziando l’ospedale e conseguentemente l’assistenza sanitaria.

Basta parole, parole, parole, i tempi per intervenire sono stretti, altrimenti ci ritroveremo ad ottobre esattamente nella stessa situazione, servono interventi immediati.

Per questo come cisl fp chiediamo alla regione veneto di assumersi la responsabilità di rilanciare l’ospedale della bassa padovana investendo risorse e progettualità.

Aumento di 60 posti letto dell’ospedale di Schiavonia:

  • attivazione di un reparto di malattie infettive permanente compreso di posti letto di  terapia intensiva dedicati;
  • attivazione di un reparto di pneumologia e semintensiva pneumologica;
  • assunzione di personale, almeno 70 infermieri, 25 oss, 10 tecnici di laboratorio oltre al personale medico, infettivologo, anestesisti e pneumologi.

Come Cisl Fp, non possiamo e vogliamo accettare che l’unico obbiettivo sia quello della “riapertura” ma dopo due anni servono soluzioni definitive, basta promesse che poi puntualmente svaniscono all’arrivo delle varie ondate!

La cisl fp continuerà a battersi per garantire un future all’ospedale di Schiavonia, lo abbiamo fatto tutti i giorni grazie ai nostri delegati che hanno sempre cercato di risolvere le criticità ed aiutare i colleghi e non smetteremo finché non ci saranno risposte chiare e forti dalle regione e dall’Ulss 6.

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