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Carenza Infermieri: interrogazione di Forza Italia al Senato

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Carenza Infermieri: interrogazione di Forza Italia al Senato.

Mancano 53.000 Infermieri in Italia ed è arrivo il momento che il ministro della Salute Giulia Grillo dia delle risposte alla categoria. Se lo è chiesto la senatrice Urania Giulia Rosina Papatheu (Forza Italia), che ha presentato una dettagliata interrogazione sul caso in Senato. La carenza era stata sollevata nei giorni scorsi dalla Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche.

Per essere più precisi occorre precisare che in Italia non mancano 53.000 Infermieri, ma è il numero minimo che la FNOPI ha valutato per rispondere efficacemente alla necessità di personale infermieristico nel Servizio Sanitario Pubblico

Ecco di seguito l’interrogazione parlamentare della senatrice Interrogazione al Senato della (FI)

Testo dell’interrogazione a firma della Sen. Papatheu (FI) sulla carenza di personale infermieristico

PAPATHEU – Al Ministro della salute – Premesso che:
fonti di stampa hanno reso nota la notizia in base alla quale nel SSN esiste una carenza di personale infermieristico pari a circa 53.000 unità;

Tale situazione reca pregiudizio alla salute dei malati, poiché ogni infermiere dovrebbe assistere al massimo 6 malati per ogni turno lavorativo, ma in realtà il carico è quasi il doppio, registrandosi casi, in numerose regioni, nei quali ogni infermiere deve garantire assistenza a 17 degenti contemporaneamente durante il proprio turno di lavoro;

Dati OCSE affermano invece che ogni medico dovrebbe disporre di almeno 3 infermieri per coprire le 24 ore giornaliere e dare una completa assistenza ai pazienti. Anche questo rapporto non è rispettato poiché, in molte regioni italiane, esso è pari a circa 2, mentre nelle regioni con minor risorse da destinare alla sanità, il rapporto scende addirittura a uno;

I dati OCSE sono confermati da studi nazionali, che descrivono la situazione relativa al rapporto tra medici e infermieri per garantire un’assistenza adeguata nel modo seguente: in Abruzzo i medici sono 2.706, gli infermieri sono 6.049, il rapporto è pari a 2,2 e gli infermieri mancanti rispetto al rapporto ottimale di uno a 3 sono pari a 2.069; in Calabria i medici sono 3.762, gli infermieri 7.262, il rapporto tra medici e infermieri è pari a 1,9 e gli infermieri mancanti sono pari a 4.024; in Campania i medici sono 9.156, gli infermieri 18.531, il rapporto tra medici e infermieri è pari a 2,0, e gli infermieri mancanti sono 8.937; in Emilia-Romagna i medici sono 7.987, gli infermieri 24.228 e il rapporto tra medici e infermieri è pari a 3; in Friuli-Venezia Giulia i medici sono 2.545, gli infermieri 7.878, e il rapporto tra medici e infermieri è pari a 3,1; nel Lazio i medici sono 7.704, gli infermieri sono 20.099, il rapporto è pari a 2,6, e gli infermieri mancanti sono 3.013; in Liguria i medici sono 3.652, gli infermieri sono 9.910, il rapporto tra medici e infermieri è pari a 2,7, e gli infermieri mancanti sono pari a 1.046; in Lombardia i medici 14.263, gli infermieri sono 38.065, il loro rapporto tra medici e infermieri è pari a 2,7, mancano 4.724 infermieri; nelle Marche i medici sono 2.961, gli infermieri 8.267, il rapporto tra medici e infermieri è pari a 2,8, e gli infermieri mancanti sono 616; in Piemonte i medici sono 8.394, gli infermieri 21.387, il rapporto è pari a 2,5, e gli infermieri mancanti sono 3.795; in Provincia autonoma di Bolzano i medici sono 949, gli infermieri sono 3.178 e il rapporto è pari a 3,3; in Provincia autonoma di Trento i medici sono 1.036, gli infermieri sono 2.855, il rapporto tra medici e infermieri è pari a 2,3, e gli infermieri mancanti sono 253; in Puglia i medici sono 6.380, gli infermieri sono 15.209, il rapporto è pari a 2,4, e gli infermieri mancanti sono 3.931; in Sardegna i medici sono 4.470, gli infermieri 8.870, il rapporto tra medici e infermieri è pari a 2, e mancano 4.540 infermieri; in Sicilia i medici sono 9.073, gli infermieri 17.464, il rapporto tra medici e infermieri è pari a 1,9, e gli infermieri mancanti rispetto al rapporto ottimale di uno a 3 è pari a 9.755; in Toscana i medici sono 8.057, gli infermieri 21.216, il rapporto tra medici e infermieri è pari a 2,6, e gli infermieri mancanti sono 2.955; in Umbria i medici sono 1.968, gli infermieri 4.591, il rapporto tra medici e infermieri è pari a 2,3, e gli infermieri mancanti rispetto al rapporto ottimale sono 1.313; in Valle d’Aosta i medici sono 328, gli infermieri 718, il rapporto tra medici e infermieri è pari a 2,2, e gli infermieri mancanti sono 266; in Veneto i medici sono 8.044, gli infermieri 24.519 e il rapporto tra medici e infermieri è pari a 3; nella media nazionale i medici sono 105.056, gli infermieri sono 264.604, il rapporto tra medici e infermieri è pari a 2,5, e gli infermieri mancanti rispetto al rapporto ottimale di uno a 3 sono pari a 51.237;

La situazione discende delle scarse risorse disponibili e dalla conseguente decisione, assunta durante l’ultimo decennio, di effettuare un blocco delle assunzioni diminuendo le risorse destinate. Per questo motivo il comparto dei lavoratori della sanità è stato tra i più penalizzati, non consentendo l’assunzione del numero adeguato di personale in grado di garantire la miglior tutela della salute, quindi il rispetto dell’articolo 32 della Costituzione il quale stabilisce che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”;

L’adeguamento del personale necessario nel comparto sanitario pubblico, in particolare i medici, è ulteriormente ostacolato, a causa del numero chiuso previsto per l’accesso ai corsi universitari delle professioni sanitarie. Anche in conseguenza di ciò, spesso, è difficile sostituire chi ha maturato il diritto alla pensione mediante l’assunzione dell’ulteriore personale necessario per far fronte alturnover. A dimostrazione di quanto affermato si segnala che gli ultimi test di ingresso alle facoltà che formano il personale destinato alla tutela della salute, svoltisi il 12 settembre 2018, hanno visto la partecipazione di circa 75.000 studenti in 37 atenei, i quali vorrebbero diventare infermieri, fisioterapisti, ostetrici, dietisti, solo per fare alcuni esempi tra i 22 indirizzi di studio soggetti al numero chiuso,

Si chiede di sapere

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione, se essa corrisponda al vero e se intenda effettuare un’indagine ministeriale per quantificare ufficialmente la necessità di ulteriori assunzioni di personale medico sanitario al fine di attuare, mediante le strutture del Servizio sanitario nazionale, il piano sanitario nazionale predisposto dal Governo per garantire i livelli essenziali di assistenza (LEA) in modo adeguato e omogeneo su tutto il territorio nazionale, senza distinzioni tra le Regioni, e se intenda attivarsi, nell’ambito delle competenze attribuitegli dall’ordinamento, per effettuare le assunzioni di ulteriore personale necessario a garantire tali scopi.

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