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Aggressioni Infermieri: Nursing Up sposa indagine OMS

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Aggressioni, infermieri Nursing Up: Al via indagine OMS sulla violenza nei luoghi di lavoro in ambito sanitario. Obiettivo: sensibilizzare l'opinione pubblica e prevenire il fenomeno.

La violenza nei luoghi di lavoro ha assunto ormai dimensioni preoccupanti, per contrastarla il sindacato degli infermieri Nursing Up ha deciso di allearsi con l’OMS e affrontare tempestivamente il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario. E lo fa proponendo ai suoi iscritti di aderire all’indagine dal titolo Violenza nei luoghi di lavoro nel settore dei servizi sanitari‘, online da oggi sul sito www.nursingup.it.

L’obiettivo, ritenuto di rilevanza internazionale, è quello di gettare luce sulle aggressioni ai danni dei lavoratori della sanità per sensibilizzare l’opinione pubblica e prevenire il fenomeno. Sono 4mila i casi registrati nel 2017, secondo i dati Inail, di cui il 30% ha colpito gli operatori sanitari: e ad essere maggiormente coinvolti sono proprio gli infermieri. Con 1200 episodi l’anno, l’Italia si colloca in una situazione di allarme sociale con un’incidenza di tre episodi al giorno e un livello di gravità che va dalle percosse fino ai tentativi di stupro e oltre.

A seguito della diffusione di questi dati, confermati tra l’altro dal ministero della Salute, non si sono approntate misure adeguate alla gravità del fenomeno. Secondo il sindacato Nursing Up, è ora di prendere in mano la situazione delineando in primis la natura e la portata dello stesso, dal momento che le violenze denunciate costituiscono, come è noto, solo una parte minoritaria delle aggressioni perpetrate, le cui vittime rimangono per lo più in silenzio.

Le proposte sul tavolo delle istituzioni si concentrano, allo stato, sull’inasprimento delle pene nei confronti di chi commette reati con violenza o minacce in danno degli operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni. Il cd Ddl ‘Antiviolenza‘ prevede un’integrazione dell’art. 61 del codice penale che disciplina le circostanze aggravanti, nonché la costituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza di tutto il personale della Sanità, con il compito di monitorare il fenomeno elaborando un report annuale.

“L’odioso fenomeno delle aggressioni agli infermieri è in continua crescita – denuncia il presidente Nursing Up Antonio De Palma – dopo un’estate segnata da episodi di violenza riportati dai giornali ogni giorno, abbiamo deciso, di concerto con l’OMS, di realizzare una rilevazione tempestiva su quella che è la reale situazione delle aggressioni al personale sanitario, affinché si possa delineare una volta per tutte l’esatta portata del fenomeno e condividerne gli esiti sul piano istituzionale”.

Nursing Up si è avvalso di uno studio di casi già validato al livello internazionale in Brasile, Bulgaria, Libano, Portogallo, Africa del sud, Tailandia e Australia, e somministrerà il questionario ‘Violenza nei luoghi di lavoro nel settore dei servizi sanitari agli associati, che sono sicuramente un campione rappresentativo della categoria. “Ma non solo – sottolinea De Palma – perché saremo in grado di fornire un quadro anche per quanto riguarda la violenza di genere, essendo vittime nel 70% dei casi di aggressione, le donne”.

“Già validata dall’università La Sapienza di Roma con un focus group, la ricerca ‘Violenza nei luoghi di lavoro nel settore dei servizi sanitari – spiega la psicologa Rosalba Taddeini, responsabile scientifica del progetto Nursing Up – è stata sviluppata sotto l’ombrello dell’OMS per approdare in alcune zone del mondo giudicate ad emergenza sanitaria. Ora, con la somministrazione del questionario agli iscritti del sindacato, potremo offrire un campione su scala nazionale di cui poi tener conto, affinché il tema divenga centrale una volta e per sempre”. “Riteniamo infatti che l’esito italiano del sondaggio – prosegue – sarà rappresentativo al livello nazionale, restituendo una visione del fenomeno che risulterà indicativa per rilevare il burnout, lo stress lavoro correlato e il mobbing”.

 

Si tratta del primo programma comune di ILO (International Labour Office), ICN (International Council of Nurses), OMS (World Health Organisation) e PSI (Public Services International), avviato nel 2003 e finalizzato all’elaborazione di politiche solide e approcci pratici per prevenire e diminuire il tasso di violenza nel settore dei servizi sanitari e ridurre al minimo i suoi effetti negativi sulle vittime e sui servizi stessi. La reale dimensione del problema è in gran parte ignota e sondaggi condotti di recente mostrano che le attuali stime rappresentano soltanto la punta dell’iceberg

 

Lanciando un numero di studi di paese,  ILO,  ICN, OMS e PSI intendono arrivare a stilare la redazione di linee guida per affrontare la violenza sul posto di lavoro nel settore sanitario. “Tema molto sommerso e poco sondato sinora, la violenza sul lavoro colpisce uomini e donne indiscriminatamente – conclude Taddeini – e soprattutto non è ancora percepita come reato. L’intento di questa ricerca è prima di tutto quello di mettere la persona colpita nelle condizioni di comprendere ciò che gli è accaduto, fornendo un indispensabile kit di autovalutazione circa alcuni comportamenti”.

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