Ci scrive Simona Gozzi, Operatrice Socio Sanitaria: “mia madre Infermiera di Rianimazione si occupava di igiene e non aveva paura di cambiare un pannolone”.
Buongiorno Direttore,
dopo aver letto i vari pareri e commenti sulla figura del super oss, vorrei anche io dire la mia opinione in quanto OSS operativa sul servizio domiciliare e figlia di una infermiera diplomata negli anni 80. Ed ora in pensione.
È chiaro che la figura dell’OSS nasce per andare a soddisfare i bisogni primari della persona togliendo questo compito “poco gradito agli infermieri”, ma tornando indietro nel tempo quando mia madre era ancora in servizio come infermiera in un piccolo ospedale di provincia, non aveva a suo supporto la figura dell’OSS in quanto lavorava in terapia intensiva dove l’Operatore Socio Sanitario non c’era e dove l’assistenza al malato era a 360 gradi su tutto (igiene, terapia, posizionamento, assistenza ai medici, ecc.).
Lei ha sempre fatto il suo lavoro con passione e dedizione e sono sicura che se fosse stata laureata avrebbe comunque lavorato con coscienza.
Tutto ciò non vuole essere una critica al nuovo mondo infermieristico anzi so per esperienza che il loro carico di lavoro è tanto quindi, io credo con tutta franchezza che questa nuova figura sia nata per dare loro ulteriore supporto laddove ce ne sia bisogno.
Io sinceramente non capisco tutte queste polemiche, è chiaro che ci deve essere collaborazione per il bene dei pazienti ma anche per loro stessi perché io penso sia bene ricordare che fare l’infermiere ed anche l oss è una vocazione altrimenti è bene cambiare mestiere.
Grazie e saluti
Samanta Gozzi, OSS
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