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Serena Colapietro (SIIET Puglia): “ecco cosa può diventare l’Infermiere dell’Emergenza Territoriale nel prossimo futuro”.

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Intervista esclusiva a Serena Colapietro (delegata SIIET Puglia): “ecco come cosa può diventare l’Infermiere dell’Emergenza Territoriale nel prossimo futuro”.

Serena Colapietro, 30 anni, è una giovane Infermiera iscritta all’OPI di Lecce. Qualche settimana fa è stata eletta alla guida della delegazione pugliese della Società Italiana Infermieri dell’Emergenza Territoriale (SIIET). Nonostante la giovane età è già esperta nel settore dell’emergenza-urgenza.

È in forze al SEUS e da qualche giorno è in formazione presso la Centrale Operativa di Lecce.

1 – Da qualche settimana sei stata eletta alla guida della delegazione pugliese della Società Italiana Infermieri dell’Emergenza Territoriale. Chi intendi ringraziare e perché?

Sicuramente ringrazio tutto il direttivo SIIET che ha appoggiato la mia candidatura, mi ha sostenuta e con il quale ci coadiuviamo tutti i giorni. Sono grata a tutti i colleghi che hanno dedicato del tempo per esprimere la propria preferenza durante le elezioni. Devo ringraziare, inoltre, Paolo Mariani e Carlo Alboreo i due
colleghi che hanno svolto questo ruolo finora e che hanno avviato un bel percorso al quale ho assolutamente intenzione di dare un continuum durante il mio mandato. Un ringraziamento non può che andare al mio compagno che mi aiuta nel management di tutti i giorni e la mia famiglia che mi ha sempre motivata ed aiutata in particolare nel periodo della mia formazione.

2 – In Puglia il Sistema dell’Emergenza Territoriale è spesso variegato e suddiviso in vari ambiti di competenza, una sorta di mix inter-istituzionale che vede un interscambio di responsabilità e di decisioni tra Enti sanitari differenti. Non crede che sia giunto il momento di unificare il tutto sotto un’unica struttura?

Credo che sia un processo difficile e spinoso, soprattutto a livello politico, quello a cui fa riferimento e che ridistribuirebbe molte cariche ai vertici della nostra sanità. Personalmente credo che il sistema di emergenza in Puglia come in tutt’Italia stia radicalmente cambiando e che queste modifiche debbano avvenire dalla
“pancia” del SET pugliese ossia da chi, come i componenti di SIIET, vive ogni giorno le peculiarità del sistema. Nel 2019 è stata formalmente istituita l’Agenzia Regionale Emergenze Urgenze, la cosiddetta AREU che però al momento non è ancora stata implementata. Recentemente il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha avviato il processo per l’istituzione del NUE112 e bandito il concorso per il personale operante delle relative Centrali Operative. Pertanto continueremo la nostra vigile osservazione di quello che è e che diventerà il nostro sistema territoriale di emergenza e sono certa che non ci esimeremo, come già fatto nella convocazione in commissione regionale ad ottobre, dal fare le nostre proposte.

3 – Di recente due giovanissime colleghe Infermiere dell’Emergenza Territoriale (Servizio 118) hanno perso la vita mentre tornavano da lavoro o montavano in servizio. Dopo due anni di Pandemia Covid lo stress e la stanchezza possono essere alla base di quanto accaduto?

Sono fortemente colpita dalla morte di queste due coetanee e come referente per la Puglia intendo anzitutto rinnovare la vicinanza alle famiglie delle vittime. Relativamente al quesito, rispondo che come operatori sanitari siamo chiamati a rispondere ai bisogni dei cittadini in ogni momento, del giorno e della notte, e sempre con il massimo impegno e dedizione. Con l’emergenza sanitaria data dalla pandemia poi, molti setting assistenziali hanno visto un sostanziale aumento della quantità e della complessità del proprio carico lavorativo. Penso ai colleghi che lavorano nelle U.O. di Rianimazione e Pneumologia, ai colleghi dei Pronto Soccorso e soprattutto ad i miei colleghi impegnati nell’emergenza territoriale, che sono stati chiamati anche a sopperire, spesso raddoppiando i propri turni di lavoro, alla mancanza di personale avutasi con l’inevitabile diffusione del Covid 19 sul nostro territorio. Un
carico lavorativo che finisce con l’impattare, a volte in maniera tristemente tragica, anche sul nostro fisico e sulla nostra salute. So personalmente quale sia il “peso” psicologico e fisico dei dispositivi di protezione individuale con i quali affrontiamo questa emergenza sanitaria da 2 anni e quanto si possa essere stremati dopo averli indossati per ore in attesa di affidare il paziente ai colleghi di Pronto Soccorso. Per questo ho personalmente firmato dei comunicati stampa affinché questi possano essere considerati degli eventi sentinella che possano far capire a chi di dovere che il sistema sanitario è allo stremo delle proprie risorse.

4 – La SIIET è poco conosciuta in Puglia, anche perché è una Società scientifica appena nata. Cosa intende fare e come per pubblicizzare il suo sodalizio in tutte e sei le province pugliesi?

Come detto precedentemente SIIET si è già mossa per far conoscere la propria posizione anche in sede di commissione regionale e quello è stato, secondo me, un momento di alta visibilità per la società. Come referente regionale ho ripreso un progetto abbandonato a causa della pandemia che è il congresso di SIIET Puglia, il quale vedrà più attori coinvolti, dagli studenti dei corsi di laurea triennale in infermieristica alla politica, passando dagli Ordini delle professioni infermieristiche di tutta la Puglia, ma non vorrei dire troppo perché è tutto ancora work in progress. Oltretutto ci saranno delle iniziative per il trentennale del 118 che ci danno un’ottima possibilità di far conoscere la nostra società scientifica e farne apprezzare la mission. Sono certa che con l tempo si saprà apprezzare il principio guida di questa società e lo spirito di squadra che
respira chi ne è già all’interno.

5 – Quest’anno ricorre il trentennale dalla fondazione del Servizio 118 in Italia. Sono tanti o pochi e come la Puglia ha contribuito finora a migliorare/peggiorare questo ambito dell’assistenza?

Lo chiede ad una persona di 29 anni… certamente è ancora giovane, come me d’altronde! Parto con il dire che il sistema territoriale in Puglia è stato implementato realmente nei primi anni 2000 e che è cambiato e si è modificato andando di pari passo con quella che è stata ad è la politica regionale. Negli anni ’90 il sistema di emergenza territoriale era concepito come un mero servizio di trasporto verso il Pronto Soccorso, poi
l’approccio è cambiato, si è capito che la tempestività in molte patologie piò fare la differenza e che il servizio di emergenza territoriale doveva avere questo ruolo, ossia la presa in carico tempestiva e la riduzione del famoso “therapy free interval”. Sono dell’idea che anche il sud sappia distinguersi positivamente e credo molto nelle potenzialità del sistema di emergenza territoriale della mia terra. La Puglia ha delle punte di diamante nel proprio sistema territoriale come la telecardiologia, risorsa ormai notoriamente
vincente sul territorio o l’app “118Sordi Puglia” presente nelle nostre Centrali Operative provinciali che volge lo sguardo anche a questi cittadini che non hanno la possibilità di comunicare oralmente per chiedere aiuto. Voglio citare anche il recente riconoscimento “Diamante” per la migliore prestazione nelle attività svolte nel 2021 nell’ambito del programma Europeo EMS-Angels Awards, che premia l’eccellenza nella gestione dell’ictus in fase pre-ospedaliera, ottenuto dal SEUS 118 di Lecce. C’è molto da migliorare ma sono
certa che anche la Puglia abbia contribuito positivamente in questi anni.

6 – E veniamo a qualcosa di più spinoso. Come nel resto d’Italia in Puglia ci sono poche procedure che permettono agli Infermieri di agire in autonomia. Ci si lamenta dell’assenza dei Medici nel 118 e poi non si permette agli altri sanitari di intervenire negli ambiti di loro competenza. Crede che si possa agire a livello
politico ed istituzionale per cambiare le regole del gioco nell’interesse degli Utenti finali?
La tematica trattata in questa domanda mi tocca particolarmente da vicino, in quanto come è noto ai più sono una forte sostenitrice delle competenze infermieristiche avanzate. Questo è un argomento che ho personalmente trattato all’interno della mia tesi di laurea triennale e dell’articolo che poi ho pubblicato insieme ad altri colleghi senesi. Quello che sostengo è che l’infermiere non debba andare a compensare la
cronica carenza di medici ma che invece debba cambiare la visione collettiva della professione
infermieristica, soprattutto in emergenza territoriale. Credo quindi che si debba e si possa agire a livello politico/istituzionale al fine di creare un substrato formativo comune della figura infermieristica in emergenza e che da quello si possa poi avviare il processo che molti infermieri di emergenza attendono da
tempo. Ogni anno si effettuano training e retraining per affinare le skills avanzate tramite corsi di formazione che ci insegnano ad intervenire tempestivamente sulle acuzie e prevenire l’instabilità emodinamica dei
pazienti ma nell’applicazione pratica poi ci troviamo spesso con le mani legate o ci chiediamo se siamo autorizzati a fare una manovra avanzata piuttosto che un’altra. Come SIIET ci siamo già mossi per delineare
quello che è lo stato dell’arte della formazione continua e permanente in Puglia ed i risultati della survey sono stati esposti in sede di commissione regionale insieme alle nostre proposte che vertono sull’uniformare
la formazione all’interno del servizio di emergenza, di modo che si possa poi avere una base comune sulla quale poter lavorare. Mi auguro che la figura infermieristica possa trovare lo spazio che merita e che sta
ricercando con così tanto impegno.

7 – Cosa intende fare da grande?

Rispondo con una frase riportata anche su una delle mie tesi di laurea, è una frase di Martin Luther King e recita “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”. Ho vissuto molti setting assistenziali da Siena a Bologna passando per Brindisi e Taranto ed ho sempre avuto un unico scopo, ossia quello di formarmi e carpire i punti di forza dei setting nei quali ho vissuto per portare dei miglioramenti una volta tornata nella mia terra, ed è quello che sto iniziando a fare qui in Puglia dal 2019 quando finalmente sono rientrata. “Da grande” mi piacerebbe poter continuare a trasmettere la passione per questa splendida professione ai miei studenti così come credo di aver fatto in questi anni di insegnamento e così come mio padre e mio nonno l’hanno trasmessa a me (si, esatto, sono figlia d’arte) ed avere la possibilità di dare sempre un contributo tangibile all’interno del sistema di emergenza territoriale.

Grazie Serena e buon lavoro!

Leggi anche:

SIIET Puglia: Infermieri del 118 solidali con ragazza violentata.

Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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