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giovedì, Marzo 28, 2024
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Sarachecorre: storia di un’infermiera e mamma che ama correre.

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Ecco la storia di Sara infermiera a Milano, nonché mamma e runner. Infermiera in epoca COVID, dove tutto è incerto e nulla è reale. In una città lontana da “casa” vive una ragazza che è come tutte noi.

Sara è infermiera, ha 31 anni e vive a Milano in compagnia di suo figlio Giacomo. Incontro Sara sui social per caso la sua pagina Instagram. “Sarachecorre” mi viene consigliata, non è un caso che con lei condivida due passioni: quella per la corsa e quella per il mio lavoro.

sarachecorre

La seguo da tempo sui social, dove conta circa 2000 iscritti. Come spesso accade ci si affeziona alle storie degli altri perché ci si ritrova un po’ di se stessi. Quando ho proposto a Sara un’intervista lei ne è rimasta subito sorpresa e lusingata, ma soprattutto quando abbiamo fissato un orario ci ha tenuto subito a dirmi che ci sarebbe stato suo figlio. Senza ovviamente farlo apposta la videochiamata è slittata ed è stata un po’ movimentata perché Sara è anche mamma a tempo pieno.

Come vivi oggi Milano in questa seconda ondata da infermiera e mamma?

“Milano per me è una guerra. Sicuramente è molto dura adesso perché rivivo le stesse incertezze e preoccupazioni della prima ondata”. Sara lavora al San Paolo in sala operatoria, ma in tempo di COVID si sa che tutti vengono ricollocati dove più c’è bisogno. Anche Sara ha vissuto l’esperienza in prima persona di lavorare in una RIA (rianimazione) COVID, dove la vita di tutte le persone è appesa ad un filo.

Lì incontra Luca (nome di fantasia) un ragazzo che per insufficienza respiratoria viene sottoposto a tracheostomia. Per fargli compagnia passa una notte con un Ipad a leggere accanto al suo letto e queste sono le parole con cui ha descritto in un post quello che le è successo:

[…] Quella che vedete è una delle nostre sale operatorie trasformata in una stanza di rianimazione. A destra si notano i contorni sfuocati di un paziente, e al centro seduta c’è una persona che lo guarda. È notte fonda, e questo è uno dei mille momenti che ne fanno parte. Quella notte il paziente non riusciva a riposare, complici i rumori dei monitor, la preoccupazione, il respiro assistito dal ventilatore . La persona al centro sono io, mi ero portata l’iPad e ci avevo caricato qualche libro. Gli ho chiesto se avesse voglia che gli leggessi qualcosa, e lui mi è sembrato contento. Siamo andati avanti così parecchio tempo, io leggevo e ogni tanto gli chiedevo se gli piacesse o se si stesse addormentando, ma lui mi faceva segno di continuare. Il libro l’abbiamo finito, e così è finita anche quella notte .

Il libro era “Finchè il caffè è caldo” di Toshikazu Kawaguchi, Sara dopo quella notte è tornata a casa stremata ma felice. Luca è stato poi dimesso e oggi non ha più la tracheo. Qualche mese fa per un controllo è tornato al San Paolo e non ha esitato nel ringraziare Sara con un buono in libri.

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Come concili la tua vita privata, con il lavoro e la corsa?

La risposta arriva tagliente e inaspettata. “La mia vita è multitasking”. In poche parole è riassunta tutta la fatica e l’impegno che Sara mette ogni giorno per conciliare impegni lavorativi, vita privata e passione per la corsa. Tra preparare il pasto, stendere una lavatrice e rassettare la casa, Sara trova anche la motivazione e il tempo per corre.

In un post dice che la corsa è meditazione, è preghiera: “C’è un momento dove la corsa smette di essere semplicemente uno sport fine a se stesso e diventa qualcosa di più che tempi, numeri e record. È contemplazione, elevazione dalle miserie quotidiane cui dobbiamo assistere impotenti, è preghiera. Per me è avvicinarsi al cielo”.

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Come lei penso che “Essere infermiera è la cosa migliore che mi sia capitata nella vita”. Così termina la nostra videochiamata, ringrazio Sara per essersi raccontata e la invito per un caffè dal vivo(ovviamente nel 2021!).

Questa storia come tante altre ci fa pensare che il tempo del COVID ci ha messo tutti davanti ad un fatto: non possiamo comandare la nostra vita. Così ci si reinventa e si cerca di stare al passo in un momento brutto per tutti, ma allo stesso tempo bello perchè fa emergere tutte le nostre risorse.

Dott.ssa Giulia De Francesco
Dott.ssa Giulia De Francesco
Infermiera, classe 1994. Vive a Imola e lavora presso l’AUSL Romagna (Faenza); studia a Bologna per conseguire la laurea magistrale. Laurea in infermieristica con Lode presso l'Università di Bologna, I sessione (ottobre 2016). Master in funzioni di coordinamento con Lode presso l'Università di Modena e Reggio Emilia, I sessione (novembre 2018). Una pubblicazione scientifica sulla rivista italiana ANIPIO "Sperimentazione di una check-list per implementare un Bundle per la prevenzione delle batteriemie correlate a Catetere Venoso Centrale" (ottobre 2017). Ama leggere e camminare, non datele un microfono perché improvvisa un karaoke ovunque.
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