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Sara era stanchissima dopo due notti di lavoro. L’Italia piange la giovane infermiera morta per incidente stradale.

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Sara Sorge, 27 anni, era stanchissima dopo due notti di lavoro. L’Italia ora piange la giovane infermiera morta per incidente stradale.

Era stanchissima dopo due notti di lavoro, nei giorni precedenti aveva avuto un attacco di panico perché da sola affrontava un turno con 28 pazienti.

Perché evidentemente Sara svolgeva il suo lavoro con cognizione di causa, sapeva che aver a che fare con 28 vite non è come leggere carte e fare fotocopie dove se ne sbagli una al massimo la rifai.

Ha avuto paura, chi in certe condizioni non ne avrebbe avuta almeno un po’?!

Sara era evidentemente responsabile e conscia delle responsabilità legate al ruolo che ricopriva e questo peso, quella notte non lo poteva dividere con nessuno, perché era sola in un ambiente che conosceva da poco senza nessun collega esperto che potesse rincuorarla e tranquillizzarla.

Ha avuto paura Sara, qualsiasi sano di mente ne avrebbe avuta!

E quelle notti, quando certi altri, quelli che prendono le decisioni, dormono nei propri letti di casa, comodi e sereni, Sara probabilmente, da sola con 28 pazienti, le passava costantemente all’inpiedi, indaffarata e preoccupata, senza fermarsi un attimo. Caricando fisico e animo di stress troppo eccessivi e non dovuti.

Poi la seconda notte di seguito.

Sara è l’ultima arrivata e quindi le tocca probabilmente tappare qualche buco, tanto la “doppia” la fa lei mica chi decide, no no, quelli lí stanno comodi nel letto di casa loro e chissà se mai hanno fatto un turno di notte nella loro vita.

Sara termina il suo secondo turno notturno stanchissima, come darle torto, andando incontro ad un tragico ed infame destino.

Sono arrabbiato perché, come qualcuno ha detto, Sara non è morta SUL lavoro ma è morta DI lavoro!

Perché i turni di lavoro, soprattutto i notturni, sono massacranti, vengono pagati quattro spicci e per essi non esistono politiche gestionali mirate alla salvaguardia della salute di chi sfasa il proprio ritmo circadiano al fine di garantire l’assistenza ai malati.

Sono arrabbiato perché Sara è stata vittima di un sistema sanitario che non tiene conto delle persone ma solo dei numeri.

Perché Sara andava tutelata con l’affiancamento e non sbattuta in prima linea senza supporto.

Sono arrabbiato perché la politica è tremendamente distaccata dalla realtà e nonostante fior fior di studi che dimostrano la necessità di aumentare il rapporto organico fra personale e pazienti produce provvedimenti normativi al ribasso che purtroppo spesso non vengono neanche applicati nei minimi perché, come nel caso specifico, un infermiere per 28 pazienti è criminoso.

Sono arrabbiato perché Sara non doveva morire, perché tutti noi abbiamo passato, almeno una volta nella vita, quello che ha passato lei e spesso solo per casi fortuiti non siamo andati incontro alla stessa malevola sorte. Perchè siamo stati e siamo tutti Sara.

Se dovesse mai esistere qualcosa “dall’altra parte” possa essere per te serenità e pace.

Salvatore Casillo
Infermiere Napoli

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