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martedì, Aprile 23, 2024
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Saif, Infermiera pakistana: “io costretta a fare l’OSS in Italia, mentre agli Ucraini permettono di esercitare senza titoli”.

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Ci scrive Saif Shah, Infermiera pakistana: “per lavorare in Italia ho dovuto seguire un corso da OSS, non mi hanno riconosciuto i titoli, come mai per gli Ucraini ciò non accade?”.

Egr. Direttore,

ho letto la polemica sul riconoscimento dei titoli per Medici, Infermieri e persino badanti provenienti dall’Ucraina. Mi spiace per quello che sta accadendo in quella terra, solo chi come me ha vissuto la guerra e la povertà può capire quali sofferenze ci sono di fronte ad un evento simile.

Però credo non sia giusto permettere loro di lavorare in Italia senza il riconoscimento dei titoli e soprattutto della lingua. Ad esempio, nel mio caso, io sono una profuga, le mie genti combattevano al Nord del mio Paese. Sono dovuta scappare con mio figlio piccolo, sono giunta in Italia e l’unico modo per lavorare in ambito sanitario era quello di diventare OSS.

Lo so che in Pakistan si pensa non ci siano scuole di formazione, ma io sono diventata Infermiera in un istituto cattolico e ho esercitato per anni questa professione.

Poi giungo in Italia e i miei titoli non vengono riconosciuti. Ho ripetuto più volte anche l’esame di lingua, ma nulla.

Alla fine mi sono arresa, oggi faccio l’Operatrice Socio Sanitaria in una RSA in Emilia Romagna. Guadagno bene e mio figlio è già grande. Quello che ho mi basta e poi vedo come trattano nella mia struttura gli Infermieri e preferisco fare l’operatore.

Non mi pare però giusto utilizzare due pesi e due misure, spero che il Governo trovi una soluzione non solo per gli Ucraini, ma per tutti noi stranieri in Italia.

Distinti saluti.

Saif Shah, Infermiera e OSS

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