Pronte disponibilità: Infermieri ostaggio di Aziende che se ne approfittano. Sempre più casi fra pubblico e privato, sindacati sul piede di guerra.
Pronte disponibilità, una piaga più che una risorsa organizzativa.
Anzi, più che una piaga un grandissimo tappeto sotto cui nascondere la polvere di una gestione che ha scarnificato il sistema negli anni, portandolo all’osso.
E così migliaia di infermieri da nord a sud, dipendenti pubblici e privati, si trovano ancorati anche nel tempo libero. Ostaggi della (mala)gestione aziendale, che oltre ai turni spesso massacranti incatena il lavoratore anche nel suo tempo libero.
Sempre più dipartimenti stanno adottando questo strumento per sopperire alle mancanze di personale, alla cattiva gestione del personale con limitazioni e diritto al congedo e alle maternità mai sostituite.
I colleghi infermieri ricevono d’ufficio fino a 7 giorni il mese di pronta disponibilità, un numero pazzesco che va praticamente a intaccare ogni giorno di libero del mese.
Un tappabuchi che sfianca i servizi, generando nuove assenza per malattia o infortunio. Un cane che si morde la coda.
Più segnalazioni raccontano di situazioni in cui il reperibile viene attivato regolarmente perchè un turno o addirittura due sono senza l’infermiere effettivo (per maternità o lunga malattia, come, ci raccontano, il caso di una collega che ha scoperto una malattia oncologica).
Tutto questo è vergognoso e dimostra ancora una volta che molte aziende sono gestite completamente senza coscienza e senza capacità di gestione. Senza parlare della pianificazione, parola eliminata da troppi vocabolari dirigenziali.
Nei prossimi giorni riporteremo molte voci rispetto a questa situazione, per dare forza alle battaglie di colleghi e sindacati.
