Era scomparsa a 49 anni e ora la sua tomba è stata profanata. Vittima post-portem del folle gesto Silvia Lucchetta, infermiera di Jesolo trovata senza vita nel 2020 lungo il Piave.
Il suo corpo senza vita era stato trovato sul greto del fiume Piave. Ora la sua tomba è stata profanata. Vittima post-mortem del folle gesto la collega infermiera Silvia Lucchetta.
Sulla sua lapide c’erano catenine, rosari, piccoli oggetti, ricordi e manifestazioni di affetto che parenti e amici avevano lasciato per onorare la memoria dell’infermiera, simbolo della lotta al Covid, del sacrificio di coloro che attraverso la propria professione sono stati in prima linea nei momenti più drammatici della pandemia. Ma hanno portato via tutto. A darne notizia FanPage.
Un saccheggio che ha provocato un malore al padre. Per il furto non sarebbe stata fatta denuncia alle forze dell’ordine che comunque svolgeranno una serie di accertamenti. Il senso di sconforto e rabbia è stato invece enorme ed arrivata una condanna unanime per quanto accaduto dalle istituzioni e da privati cittadini.
Dura la reazione del presidente della Regione del Veneto Luca Zaia: “Se una società rischia di arrivare a presidiare i cimiteri è bene che si interroghi sul suo futuro. Sono convinto, però, che la pressoché totalità dei veneti sia d’accordo con me nel condannare senza se e senza ma quanto accaduto a Jesolo. La profanazione della tomba di Silvia Lucchetta è un gesto ignobile, compiuto da persone senza cuore, prive di scrupoli, a cui non può essere concessa alcuna scusante”.